Brain, la start-up che ti fa andare più veloce in moto e ti aiuta se cadi

Riccardo Saporiti

Riccardo Saporiti

Scritto il 15 Dic 2015 in Approfondimenti

crowdfunding Startup

StagistiUn apparecchio che permette di andare più veloce con la moto quando sei in pista. E che aiuta se, in strada, si viene coinvolti in un incidente. Tutto questo è Brain, uno strumento sviluppato dall'omonima start-up fondata da due giovani ingegneri, Simone Grillo (29 anni) e Timoteo Ziccardi (34).

«L'idea mi è venuta un giorno mentre ero in vacanza in Austria» racconta Grillo: «sono entrato in un megastore e ho visto una Ducati Panigale con diverse telecamere montate sopra. Da lì è scattato il resto». Dove il “resto” è «un apparecchio che permette di quantificare l'emozione». Detto altrimenti: «è come un piccolo computer con dei sensori che viene montato a bordo della motocicletta. Il software è basato su Android e questo permette anche a degli sviluppatori esterni di programmare in un ambiente familiare e creare nuove applicazioni». Ovvero applicare la tecnologia di Brain anche ad altre discipline sportive più o meno estreme, dall'arrampicata al paracadutismo. Montato su una moto - «ma bisogna usarlo soltanto in pista, non in strada» precisa Grillo - registra dati come il tempo sul giro e la velocità. «Unito ad una telecamera Go pro i dati possono essere montati in overlay sul filmato». E permettere così di rivedere la propria prestazione come se si fosse un pilota della MotoGp. «Rivedendosi è possibile capire dove e come si può “spingere” di più».

Brain è utile anche una volta usciti dalla pista. «In strada la guida è completamenteStagisti diversa. E qui si innesca un discorso di sicurezza». L'apparecchio è infatti in grado di capire se c'è stato un incidente, ad esempio registrando le brusche accelerate che sono tipiche quando avviene uno scontro. O “capendo” che la moto si trova rovesciata sull'asfalto. In situazioni come questa non solo lancia l'allarme ad altri dispositivi Android sincronizzati: «L'idea è anche quella di rendere disponibili a chiunque si connetta la cartella clinica, il gruppo sanguigno e le allergie della persona coinvolta». Tutte informazioni preziose per i soccorritori.

I due ingegneri si sono conosciuti mentre entrambi lavoravano per un'azienda del gruppo M31, e a un certo punto hanno deciso di sviluppare insieme questo progetto. L'idea è piaciuta, tanto che hanno ricevuto subito un finanziamento da 150mila euro da parte di Ban Trentino, un network di business angels, e da Industrio, incubatore di start-up di Rovereto. Risorse che sono state utilizzate anche per versare il capitale sociale - 10mila euro - necessario per fondare la loro srl. «Ho contattato l'incubatore e ho fatto una prima presentazione via Skype. Quindi ci siamo incontrati di persona ed abbiamo partecipato ad una presentazione di fronte ad un gruppo di investitori». L'incontro ha avuto esito positivo, i due startupper hanno ricevuto i primi fondi e si sono trasferiti da Padova a Rovereto.

L'azienda è nata ufficialmente a giugno di quest'anno e a metà ottobre ha partecipato alla Maker Faire di Roma; a gennaio Grillo e Ziccardi saranno al Ces di Los Angeles. In questo momento è già possibile preordinare il prodotto, e a febbraio partirà una campagna di crowdfunding reward based per raccogliere la somma necessaria, circa 90mila euro, per arrivare alla fase di go to market. «Questa campagna per noi avrà anche una funzione importante in termini di marketing», precisa Grillo. Il punto infatti è quello di costruire attorno a Brain una comunità e lasciare che sia quest'ultima ad "hackerare" il dispositivo, sviluppandone nuove funzionalità. Ad esempio, elaborando software che permettano di utilizzare Brain anche in altre discipline, sempre con la sua doppia funzionalità: da un lato aiutare a migliorare le proprie prestazioni, dall'altra favorire i soccorsi in caso di incidente.

Riccardo Saporiti
startupper@repubblicadeglistagisti.it 

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