In occasione del primo compleanno dell'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Cristina Cervio, oggi dipendente di Kellogg Italia.
Mi chiamo Cristina Cervio e ho 26 anni. Sono originaria di Mortara, un piccolo paese della provincia di Pavia dove ho frequentato il liceo linguistico. Ho continuato con la triennale in Scienze della comunicazione all’università di Pavia, dove mi sono laureata nel settembre del 2006, per concludere nel marzo 2009 con una magistrale in Brand management alla IULM di Milano. Durante gli studi ho lavorato in un agriturismo in un paese nei pressi di Mortara: con questo lavoretto sono riuscita a coprire alcune spese universitarie.
Nel 2005, al termine del primo triennio universitario, ho fatto un breve stage presso una piccola azienda del mio paese che si occupava di cartellonistica e grafica; avevo 21 anni. Lavoravo per lo più nel laboratorio di realizzazione dei prodotti finiti come addetta allo spellicolamento, alla plastificazione e stampaggio del materiale pubblicitario. Ero l’unica stagista all’opera, vista la piccola dimensione dell’azienda: 5 dipendenti più una stagista – io! L’esperienza è durata da ottobre a dicembre: non percepivo alcun rimborso spese e alla fine c’è stata solo una stretta di mano – del resto, fin dall’inizio non si prospettavano possibilità di inserimento.
Mentre studiavo non ho fatto Erasmus perché volevo concentrarmi sui libri e laurearmi il prima possibile: fremevo per entrare nel mondo del lavoro. E infatti nel 2008, all’ultimo anno di specialistica, ho iniziato a cercare uno stage che mi permettesse di sostenere il mio progetto di tesi: è così che sono entrata in contatto con Kellogg Italia. Ho mandato il mio cv, sono stata chiamata per un colloquio e quasi subito mi è arrivata la proposta: un tirocinio di sei mesi, con la possibilità di un eventuale prolungamento di altri sei. Ho subito accettato e nell’aprile del 2008 ho cominciato: inizialmente ricoprivo il ruolo di assistant brand manager presso il reparto marketing dell’azienda e mi dedicavo principalmente ai progetti di packaging, al sito internet e alla reportistica di Special K – la prima brand dell’azienda!
Il rimborso spese era ottimo, 850 euro più i buoni pasto, così come il rapporto con la mia tutor e i colleghi. Al termine dei primi sei mesi sono stata riconfermata, passando alle brand Kids (Coco Pops, Rice Krispies, Frosties). Per la seconda parte dello stage il rimborso spese è aumentato di cento euro, arrivando a 950. Una cifra che tanti stagisti non osano neanche sognare! Il rimborso però non dovrebbe essere un optional: per me per esempio è stato indispensabile perché per Kellogg ho dovuto trasferirmi a nord di Milano, in provincia di Lecco. Vivevo da sola e pagavo un affitto di 500 euro al mese: il rimborso mi permetteva di coprire le spese legate all’affitto e alla casa, anche se poi, non lo nascondo, i miei genitori continuavano a sostenermi economicamente.
Giunta al termine del mio anno in azienda, non c’è stata possibilità immediata di un contratto. In questo periodo di fermo sono tornata a vivere con i miei e a lavorare in agriturismo per assicurarmi un’entrata minima, e chiaramente a guardarmi intorno facendo colloqui. Ma la primavera-estate 2009, periodo di piena crisi, non prospettava grandi opportunità. Per fortuna dopo circa sei mesi sono stata richiamata da Kellogg: si erano aperte posizioni nel ramo commerciale, e me ne hanno offerta una per il ruolo di in-store sales representative sul territorio del Friuli Venezia Giulia / Veneto Orientale. Dal novembre dell’anno scorso sono assunta a tempo determinato con un contratto di 18 mesi, con uno stipendio base di 1.200 euro + incentivi trimestrali. Dal punto di vista economico sono completamente autonoma, anche se i miei genitori non smettono di darmi una mano ogni tanto. Mi sono trasferita a Udine, dove ho preso in affitto un appartamento che mi costa 450 euro al mese. Lavoro in modo molto indipendente: non ho un ufficio di base, faccio parte di un team di area – quella Nord Est – in cui operano altre figure che ricoprono il mio stesso ruolo, e tutti noi facciamo riferimento ad un capo area che ci coordina. In concreto mi occupo di assortimento dei singoli punti vendita, velocità di inserimento di nuovi prodotti, disposizione dei prodotti sullo scaffale, negoziazione e pianificazione di fuori banco, out of stock, attività promozionali. Lavorare in ambito commerciale mi piace molto: voglio crescere e raggiungere una buona professionalità. Nel lungo periodo, poi, mi piacerebbe tornare ad occuparmi di marketing.
Riflettendo sulla situazione dei giovani italiani, penso di essere stata fortunata perchè il mio secondo tirocinio mi ha portato un lavoro e un buon stipendio; in generale lo stage purtroppo non è un trampolino di lancio per i neolaureati nel mondo del lavoro. Spesso, a causa di aziende poco rispettose, esso si riduce semplicemente a una sosta in attesa della giusta occasione. La Carta dei diritti dello stagista e il Bollino OK Stage, di cui Kellogg fa parte, sono strumenti utilissimi che la Repubblica degli Stagisti mette a disposizione dei giovani che si apprestano ad entrare nel mondo del lavoro; loro dovrebbero però fare la loro parte – e non accettare qualunque proposta, bensì fare una cernita delle aziende e del valore aggiunto che queste sanno dare allo stage.
Testo raccolto da Eleonora Voltolina
Per saperne di più su questo argomento leggi anche:
- Buon compleanno alla Carta dei diritti dello stagista e al Bollino OK Stage, e avanti tutta per il futuro
E le storie degli altri "stagisti col Bollino":
- Luca Bonecchi: ieri tirocinante in Giochi Preziosi, oggi assunto a tempo indeterminato
- Mariella Mulè, ingegnere chimico tra Sicilia e Piemonte (passando due volte per M&G)
- Sara Cestrilli: «Al Jobmeeting volevo un campioncino di Nutella, ho trovato uno stage da mille euro al mese e poi un lavoro»
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