Le prime due edizioni hanno visto trasformarsi in assunzioni 142 dei 238 tirocini avviati. Sulla scorta di questo buon risultato, la provincia di Terni apre un nuovo bando “Work Experience”: novanta stage semestrali rivolti a disoccupati e inoccupati con un rimborso di 800 euro mensili. E l'obbligo, per l'azienda ospitante, di offrire un contratto al termine del progetto.
Ma come è possibile "obbligare" all'assunzione? «Non c'è nessun appiglio legislativo particolare», spiega alla Repubblica degli Stagisti Fabio Narciso [nella foto], responsabile della programmazione del settore Politiche del lavoro e formazione della provincia di Terni: «Semplicemente ci siamo inventati questa formula: se non si conferma il tirocinante, non si può più presentare domanda nei bandi successivi». Il progetto è finanziato attraverso il Fondo sociale europeo e quindi l'esclusione si estende per tutta la durata della programmazione decisa a Bruxelles. In altre parole, dato che attualmente il piano copre il periodo dal 2014 al 2020, le imprese che dovessero inserire uno stagista tramite “Work Experience” e poi non lo confermassero rimarrebbero escluse dalla partecipazione al bando per i prossimi cinque anni.
Un meccanismo «molto semplice, ma che ci ha portato ad avere un risultato occupazionale eccezionale»: quasi il 60% dei tirocinanti si è visto offrire un contratto - ovviamente non sempre a tempo indeterminato - al termine dello stage. L'obbligo di assunzione «di fatto porta a selezionare solo quelle aziende che vedono il tirocinio come uno strumento per l'inserimento e la formazione di forza lavoro». E non come un modo per ottenere una risorsa a costi vantaggiosi, chiudendo i rapporti alla fine del tirocinio. Il risultato è che il primo bando del 2010 ha visto 82 assunzioni su 133 partecipanti. Il secondo, pubblicato due anni più tardi, ha portato a 60 contratti firmati su 105 stage attivati. Risultati che hanno permesso al progetto “Work Experience” di essere inserito nella banca dati delle buone prassi di Italia Lavoro. Per quanto riguarda il 2013 «i tirocini si sono conclusi a fine marzo, ma noi lasciamo alle aziende 60 giorni di tempo perché venga sottoscritto il contratto». Dunque per conoscere i risultati di questa ultima tornata bisognerà attendere ancora qualche settimana.
Tempi più stretti invece, invece fino al 30 maggio, per presentare domanda per il bando 2014. Possono partecipare persone di età compresa tra i 18 ed i 64 anni, disoccupate o inoccupate, che risiedano o siano domiciliate in provincia di Terni e che siano iscritte ai centri per l'impiego. E questo è un elemento critico: perché non concentrare l'attenzione sui giovani? «Il progetto è nato come borsa di studio per i giovani. Quest'anno il consiglio provinciale, valutando che la disoccupazione over 50 è pesante, ha inserito una priorità per queste persone». Che quindi avranno un punteggio in graduatoria maggiore di chi è appena uscito dalla scuola. Ma le domande di chi è prossimo alla pensione, assicura Narciso, «sono residuali». Altro elemento critico, la scelta di lasciare il finanziamento delle borse totalmente in carico alla provincia, senza chiedere una compartecipazione a chi ospita il tirocinante. «Non l'abbiamo chiesto perché già abbiamo inserito l'obbligo di assunzione. Chiedere anche di cofinanziare ci sembrava obiettivamente troppo». Come detto, la sanzione per le imprese che non assumono lo stagista è l'esclusione dai successivi bandi Work Experience. Perché non estendere questa misura a tutti i progetti della provincia? «Non possiamo ingessare le misure: in dodici anni che faccio questo mestiere ho imparato che bisogna dosare», spiega il responsabile della programmazione del settore Lavoro della provincia di Terni. Che mette i risultati in termini di posti di lavoro generati a sostenere la validità delle scelte compiute. «Ci sono delle aziende che hanno individuato WE come un canale per la ricerca di personale, tanto che il 60% partecipa a più di un'edizione». Ovviamente, dopo aver inserito in azienda i precedenti stagisti. «Non abbiamo un dato preciso», aggiunge Narciso, «ma stimiamo che il 50% delle assunzioni di laureati in provincia di Terni avvenga attraverso il bando Work Experience».
Il tirocinio dura sei mesi, non può essere prorogato e prevede un impegno massimo di 8 ore giornaliere. Possono chiedere di ospitare un progetto le aziende che abbiano una sede operativa nel territorio provinciale purché nei 12 mesi precedenti non abbiano interrotto un rapporto di lavoro con personale che abbia lo stesso profilo richiesto per la “Work Experience”. Sono escluse anche quelle che abbiano partecipato a una delle tre precedenti edizioni del bando senza formalizzare l'assunzione al termine del progetto.
Per quanto riguarda l'obbligo di assunzione, è possibile sottoscrivere un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato. Possibili anche il tempo determinato e la collaborazione, purché la durata sia almeno di 24 mesi e la retribuzione lorda non scenda al di sotto degli 8mila euro annuali. Le imprese che abbiano tra i 6 e i 19 dipendenti possono chiedere di ospitare due stagisti, che diventano tre se il personale supera le 20 unità. In questi casi sarà necessario offrire un contratto ad almeno due dei tirocinanti coinvolti, pena l'esclusione dalla partecipazione ai bandi fino al 2020.
Il sistema prevede che una volta raccolte le candidature degli aspiranti stagisti, i curricula vengano inviati alle aziende, che ne selezionano alcuni per un colloquio conoscitivo. «Per lo svolgimento di queste interviste noi mettiamo a disposizione una sede fisica ed un'equipe di mediatori e psicologi del lavoro» aggiunge Narciso. Alle aziende partecipanti vengono inoltre segnalati altri bandi promossi dall'Unione Europea e se qualcuna decide di provare a candidarsi c'è un aiuto da parte della Provincia per la procedura di presentazione della domanda. È anche grazie a questi ulteriori servizi che “Work Experience” è stata inserita da Italia Lavoro nel libro delle buone prassi dei servizi per l'impiego.
Riccardo Saporiti
Community