Stagisti grafici per quattro ore al giorno in un ufficio creativo, emolumento di 400 euro al mese. Un'offerta più che dignitosa, specie in tempi difficili, eppure questo annuncio pubblicato sul sito del Partito Democratico è stato immediatamente condannato dal Popolo viola come un fatto scandaloso e ha scatenato in rete una tempesta. In un bicchiere d'acqua.
Tiziana Cesselon, coordinatrice dell’ufficio grafico del Pd, chiarisce alla Repubblica degli Stagisti: «Qui non siamo alla ricerca di persone che coprano un buco di organico. Abbiamo già tutto il personale necessario. Questo stage è stato pensato piuttosto come un’operazione culturale, quello che vogliamo è entrare in contatto con giovani interessati alla comunicazione politica». Si tratta insomma di uno stage formativo, dove i ragazzi, nella massima flessibilità di orario, «vengono stimolati nella loro creatività. Ma sono poi i dipendenti del partito a svolgere il lavoro bruto».
La polemica, a pochi giorni dalla bufala dei dieci stage gratuiti - inesistenti - all’ufficio stampa dell’Italia dei Valori, appare quantomeno strumentale. Eppure nel giro di qualche ora (la notizia è dell'altroieri) la pagina Facebook del segretario Pierluigi Bersani è stata subissata di critiche e di sarcasmo - che i gestori del sito hanno a un certo punto rimosso. Eccone alcune: «Predicate bene e razzolate male. Siete contro la precarietà dell'esistenza e poi assumente i precari sotto forma di stagisti a 400 euro al mese? Dire che è una vergogna è poco» tuona Emanuele B. Rincara la dose Fabio S.: «Fatti i conti paghiamo sempre noi. Aggiungerei 'noi precari'». «Parlate di voler far ripartire l'Italia, e poi prendete gli stagisti a pochi euro per lavorare?», chiede caustica Antonella P. Qualcuno, come Pierluigi C., prova a controbattere: «Ma Il Giornale, quotidiano della corrente politica opposta, non ha perso tempo a rilanciare la notizia. «Il solito Pd che predica bene ma razzola male: offre stage ai giovani per quattro euro all'ora», titolava ieri la versione online della testata, arrivando a paragonare la situazione degli stagisti grafici alla tragedia delle operaie di Barletta. L'interesse giornalistico ad alimentare la polemica è comprensibile, ma qualcuno davvero crede che sia intellettualmente onesto paragonare il lavoro nero sottopagato delle lavoratrici pugliesi a uno stage, rispetto a cui la legge non prevede purtroppo obblighi di emolumento?
creativi e copywriter di età compresa tra i 22 e 27 anni, che siano in procinto di conseguire, o abbiano da poco conseguito un titolo di studio nell'ambito della comunicazione (diploma o laurea)». Insomma appare chiaro che non si stia cercando un esperto o una persona già formata da sfruttare a piacimento in assenza di organico, ma un giovane alle prime armi.
Una conferma arriva da Facebook. Randa El Tahmy Bayoumy Amar, 29enne neolaureata in Comunicazione sociale e istituzionale, racconta di aver fatto questa esperienza: «Già da tempo controllavo proposte di stage offerte da aziende, agenzie e quant'altro, ma la maggior parte non prevedeva nemmeno un rimborso spese. Così quando sono venuta a conoscenza dello stage del Pd, ho inviato carica di speranza la mia candidatura. Non soltanto perché ritenevo che fare uno stage in una grande organizzazione partitica mi avrebbe certamente formata ulteriormente ma perché questo mi avrebbe consentito, grazie ad un rimborso spese di 400 euro, di pagare quantomeno le spese di alloggio a Roma». Randa risponde poi alle critiche apparse sul web: «Mai mi sono sentita sfruttata per il mio impegno durante lo stage. Sono una giovane precaria anche io, e riesco davvero a comprendere l’indignazione per le condizioni economiche, sociali e professionali che riguardano la mia generazione e quelle future. Ma credo che questo non sia il caso».
E in effetti, non pare proprio il caso.
Ilaria Mariotti
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