Stage alla Nato, ottanta posizioni aperte e 800 euro di rimborso

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 08 Apr 2015 in Notizie

Ancora pochi giorni, fino a martedì 14 aprile a mezzanotte, e poi scadranno i termini per candidarsi ai tirocini che la Nato offre annualmente. L'organizzazione atlantica chiama a raccolta fin dal 2004 un numero ristretto di giovani, circa 80, suddivisi in due tornate a edizione: il reclutamento avviene in primavera ma le partenze sono fissate o a marzo o a settembre dell'anno successivo, per un'esperienza di almeno sei mesi. Vale la pena tentare: il rimborso spese è di 800 euro mensili, tassati a seconda della legislazione del paese di origine (per l'Italia non sussiste obbligo di versamento sotto una certa soglia di reddito). In aggiunta è prevista la copertura delle spese di viaggio fino a Bruxelles, la sede della Nato e dunque del tirocinio, comprese quelle del rientro, fino a un massimo di 1200 euro.

I requisiti per fare domanda non sono dei più stringenti: un'età superiore ai 21 anni, essere cittadino di uno Stato membro della Nato (qui lo schema dei paesi membri e quelli partner), essere uno studente universitario o laureato da meno di un anno (nel primo caso è necessario essere al terzo anno di studi o aver almeno completato il biennio), nei più vasti campi del sapere: «dal giornalismo all'economia, dalle scienze politiche, alla letteratura e all'ingegneria», si legge sul sito.
Obbligatorio anche avere una conoscenza fluente di almeno una delle due lingue ufficiali della Nato, ovvero inglese e francese. Gli stagisti selezionati devono anche rispondere della propria assicurazione contro gli infortuni (l'organizzazione atlantica non ne risponde) e fornire una security clearance, documento che emana il Paese di provenienza e che la Nato deve poi approvare.

Per inviare la domanda, il link è questo: sono richiesti application form, curriculum e lettera motivazionale. A tutti i candidati, che entrino o meno nella shortlist - quindi nella preselezione - viene data notizia dell'esito della candidatura. Lo stesso vale per la fase finale della selezione. Sul sito è specificato che se il security clearance arriva prima della metà di gennaio 2016, la partenza potrà essere a marzo o settembre 2016, a seconda della propria preferenza o delle esigenze della divisione di riferimento. In caso contrario, l'inizio del tirocinio slitta a settembre. 

Aggiudicarsi un tirocinio alla Nato è impresa non facile ma molto ambita - specie per gli italiani, tra i più attivi nelle domande (visto che tra i criteri della selezione c'è quello del rispetto dell'equilibrio tra i Paesi di provenienza). Tra il 2012 e il 2014 il numero delle domande di partecipazione è rimasto stabile, un po' sopra le 5mila all'anno (5600 nel solo 2013), ma le candidature dei giovani italiani «dalle 1300 del 2012 e 2013, sono passate nel 2014 a 1896» fa sapere alla Repubblica degli Stagisti Yesim Yenersoy dell'ufficio del personale Nato. Un aumento del 45% dei candidati italiani nell'arco di un solo anno: segno che, con numeri sulla disoccupazione giovanile così elevati, la scelta di molti resta quella di guardare altrove. Non a caso gli italiani sono spesso in testa nelle classifiche dei tirocini internazionali. Interessante poi anche un altro aspetto: «L'età media dei tirocinanti è in salita, quest'anno i selezionati hanno in media 25-26 anni» aggiunge Yenersoy. Una riprova anche questa che la mancanza di lavoro spinge a cercare opportunità alternative, come quelle di uno stage internazionale.

Per chi decide di tentare, le possibilità sono diverse: ci si può candidare per il dipartimento della Difesa, che «si concentra sullo sviluppo delle capacità militari, ad esempio nella programmazione delle armi» si legge sul sito. Oppure per il dipartimento della Sicurezza, che «risponde alle esigenze della evoluzione dell'ambiente internazionale». Questo può significare, per un intern, occuparsi di «difesa cibernetica, sicurezza energetica, terrorismo» spiega un ex sul sito della Nato.

Se invece l'interesse è più marcato verso temi non militari le opzioni sono svariate: dal dipartimento della Diplomazia, dove tra i principali compiti «c'è quello di pianificare ad esempio workshop di esperti sulle conseguenze della crisi finanziaria» fa sapere un ex stagista, o ancora il dipartimento della Comunicazione, «la più grande organizzazione della Nato» assicurano sul web, «creata per dare vita a un sistema informativo tra l'organizzazione atlantica e i suoi stati membri».

In generale le tipiche mansioni del tirocinante sono quelle di «assistenza nella preparazione di documenti, relazione di meeting e conferenze, ricerca, rassegna stampa, supporto alle attività amministrative», sintetizzano le faq. Chiaro è che trattandosi di un ente di massima sicurezza, da parte di chi entra nei suoi palazzi si esige «la massima discrezione riguardo a fatti e documenti di cui si venga a conoscenza durante lo stage». Il rischio è altrimenti quello «della sospensione del tirocinio», avvertono sul sito. Stagista avvisato, mezzo salvato.

Ilaria Mariotti  

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