30 opportunità di stage all'anno all'Interpol, il rimborso è 550 euro al mese

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 21 Dic 2015 in Notizie

buone opportunità stage all'estero

Anche l'Interpol accoglie stagisti. Con un programma di tirocini che non prevede pause: «Non ci sono edizioni che si succedono, accettiamo candidature tutto l'anno e selezioniamo profili ogni volta che si apre una posizione» dice alla Repubblica degli Stagisti l'ufficio stampa. Gli ammessi non sono un numero elevato poche decine l'anno, «circa una trentina» benché le richieste siano incessanti: «intorno alle 300 al mese» si legge nelle Faq pubblicate sul sito ufficiale. Uno su cento ce la fa, dunque, più o meno.

Sono benvenute le candidature di ragazzi da tutti i 190 paesi membri dell'organizzazione (ognuno dei quali dotato di un ufficio centrale connesso con i restanti per «permettere la realizzazione di inchieste mondiali»). È bene specificare infatti che l'Interpol, nata negli anni Venti del secolo scorso, svolge un ruolo essenziale – mai come oggi – per collegare le polizie di tutto il mondo allo scopo di prevenire e combattere l'illegalità internazionale nei settori più diversi: crimini finanziari, informatici, ambientali, corruzione, terrorismo, narcotraffico, solo per citarne alcuni.

Non a caso a chi si candida da uno dei Paesi della rete (di cui fa parte l'Europa intera) è richiesta – come conditio sine qua nonla fedina penale immacolata, che andrà presentata in caso di superamento della selezione. Tra i requisiti c'è la laurea presa da meno di sei mesi oppure la condizione di studente e la conoscenza fluente dell'inglese, mentre è titolo preferenziale sapere altre lingue usate negli uffici dell'ente, come lo spagnolo, il francese e l'arabo. Il rimborso spese non è dei più sostanziosi per stage internazionali di questa caratura, anche se dignitoso (specie considerando che gli ammessi sono studenti o neolaureati): 550 euro mensili. Una cifra associata però ai soli tirocini su Lione, la sede centrale Interpol, che è quella a cui normalmente si è destinati.

In caso di stage in altra città o paese (una destinazione tipica è ad esempio anche Singapore), l'importo viene ridefinito «adattandosi al costo della vita locale in base alle statistiche Onu e rivisto secondo i giorni di presenza effettiva se lo stage non è cominciato a inizio mese». A differenza di altri programmi di tirocini internazionali non è prevista però, è bene saperlo in anticipo, la copertura delle spese di viaggio per raggiungere la sede assegnata. Quanto alla durata dell'esperienza, in genere si va da un minimo di due a un massimo di 11 mesi, «senza particolari formalità: dipende dalle singole circostanze» aggiungono dall'ufficio stampa.

Per partecipare si invia una application online (dopo essersi creati un account personale). Bisogna essere consapevoli che la risposta arriverà solo in caso di esito positivo: «Solo gli ammessi saranno contattati: a causa del grande numero di richieste, non siamo in grado di rispondere a tutti». La scrematura avviene sulla base dei titoli, a cui fa seguito un'intervista telefonica. Da tenere a mente c'è poi un altro aspetto: gli stagisti Interpol non vengono inseriti nei reparti operativi di polizia, né in quelli di coordinamento. Non si gioca insomma a fare i poliziotti. Ci si sta formando, e si viene per questo inseriti in 'tranquilli' contesti di ufficio. Sul sito c'è l'elenco delle unità dove più di frequente vengono indirizzati stagisti, per lo più su Lione e Singapore: e le aree sono comunicazione, finanza, legal, traduzioni, risorse umane. Anche se, premesso ciò, nulla vieta a uno stagista di indicare il settore di preferenza nella sua candidatura e sperare di essere accontentato.

Uno stage all'Interpol non è tra i più consueti, senza dubbio. Ma – almeno sulla carta – è tra i più affascinanti, se non altro perché si ha la sensazione che chi si recluta venga messo davvero al lavoro, e possa prendere parte a progetti di un certo peso. Chi ha fatto uno stage qui si è garantito «una visione su come opera un'organizzazione internazionale e su come la cooperazione internazionale di polizia sia strutturata», viene sottolineato nelle Faq, oltre a un «rafforzamento del proprio background formativo grazie all'assegnazione di compiti pratici». Da parte loro gli stagisti, seguiti  da «persone qualificate, sono stimolati a offrire i loro punti di vista e a fornire competenze di livello universitario». Un percorso di condivisione di competenze e di crescita professionale, insomma, che dovrebbe essere alla base di ogni stage che rispetti la sua finalità primaria: quella formativa.

Ilaria Mariotti

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