Stage in Basilicata, nuova normativa approvata in tempo e nessuna novità

Andrea Fioravanti

Andrea Fioravanti

Scritto il 24 Nov 2017 in Notizie

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Una copia carbone. O quasi. La regione Basilicata, con la deliberazione n. 1130 del 24 ottobre, ha recepito e attuato le “Linee guida in materia di tirocini formativi e di orientamento” contenute nell’accordo adottato dalla Conferenza Stato Regioni il 25 maggio scorso. E lo ha fatto riprendendo quasi in toto le linee guida, con una sola eccezione: il rimborso mensile minimo per i futuri tirocinanti lucani sarà di 450 euro, 150 in più dell’indennità stabilita nelle linee guida. La regione ha voluto così mantenere lo stesso rimborso previsto nel precedente testo del 2014. (E ben strano del resto sarebbe stato se avesse deciso di abbassarlo!)

La Basilicata ha una popolazione che supera i poco i 570mila abitanti, e questo nuovo quadro di diritti e doveri coinvolgerà all'incirca 3mila persone, stando ai dati del Rapporto annuale sulle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro sugli stage extracurriculari attivati in Basilicata nel 2016.

La nuova normativa, entrata in vigore il 16 novembre 2017, prevede sempre il limite di età minimo per svolgere il tirocinio a 16 anni. I tirocini in Basilicata avranno una durata massima di 12 mesi; per quelli rivolti alle persone disabili è confermata la durata massima di 24 mesi.  La giunta ha introdotto anche una durata minima del tirocinio: due mesi per quasi tutti i tirocini, un mese per quelli stagionali, e 14 giorni per quelli svolti dagli studenti durante il periodo estivo.


Per la prima volta, rispetto al testo del 2014 sono stati inclusi esplicitamente due nuovi destinatari dei tirocini: persone con un lavoro in cerca di un’altra occupazione, e i lavoratori a rischio disoccupazione, cioè quelli a cui è stato intimato il licenziamento anche durante il periodo di preavviso. Per questi due casi la durata massima del tirocinio sarà di sei mesi. La Basilicata si allinea alle linee guida della Conferenza Stato-Regioni anche in questo caso: non più solo disoccupati, ma anche persone che voglio cercare un altro lavoro o migliorare la propria posizione.

La Basilicata ha integrato i primi sei punti delle linee guida con interessanti aggiunte, non previste dal testo del 25 maggio. Per esempio un tirocinante non potrà fare lo stage due volte nello stesso luogo di lavoro e nei pochi casi di rinnovo previsti dal testo l’ente, organizzazione o azienda ospitante dovrà scrivere nel Pfi (il piano formativo individuale) l’integrazione delle competenze che si acquisiranno. Come a dire, se proroga deve essere, che almeno si imparino nuove mansioni. Previsti anche tirocini finanziati dalla Regione tramite avvisi pubblici per quei giovani non abilitati o qualificati all’esercizio di professioni regolamentate: un passo in direzione di quegli adulti rimasti in mezzo al guado del mondo del lavoro che hanno intrapreso la carriera professionale ma non sono ancora iscritti agli albi di categoria.

Mentre per le condizioni di attivazione dei tirocini la Basilicata si adegua completamente alle linee guida di maggio: gli stagisti non possono ricoprire ruoli o posizione dell’organizzazione del soggetto ospitante, né sostituire i lavoratori subordinati quando ci sono periodi di picco delle attività o in caso di malattia, maternità e ferie.

Nella delibera del 24 ottobre, per agevolare la trasparenza e la spendibilità delle competenze acquisite dal tirocinante, viene data un’attenzione alla attestazione finale rilasciata al termine dello stage. Un documento che si basa sul piano formativo individuale e il dossier individuale, ovvero tutti i documenti utili alla valutazione del tirocinio, dove sono riportate le attività effettivamente svolte e in quali aree specifiche. La Regione poi specifica che pubblicherà ogni quattro mesi un report sull’andamento dei tirocini. Una data certa rispetto alle indicazioni generiche delle linee guida. In caso di violazione delle norme dei tirocini, anche qui la regione Basilicata si adegua alle linee guida nazionali con l’interdizione per 12 mesi dell’azienda responsabile. Se a 24 mesi dalla prima interruzione ci sarà un’altra violazione, l’interdizione arriverà a 18 mesi fino a un massimo di 24 in caso di terza violazione.

«Il provvedimento è in linea con la necessità di qualificare l’istituto dello stage» spiega alla Repubblica degli Stagisti Roberto Cifarelli, assessore al Lavoro e formazione della Regione Basilicata «Vogliamo limitare gli abusi. Lo stage non può essere utilizzato per tipologie di attività lavorative per le quali non sia necessario un periodo formativo. I tirocinanti non possono sostituire i lavoratori con contratti a termine nei periodi di picco delle attività e non possono essere utilizzati per sostituire il personale del soggetto ospitante nei periodi di malattia, maternità o ferie né per ricoprire ruoli necessari all’organizzazione dello stesso. Ciò anche alla luce di quanto già fatto dalla Regione Basilicata per incentivare la trasformazione del tirocinio in contratti di lavoro».

Insomma la Basilicata ha rispettato le scadenza, approvando la deliberazione ben un mese prima del termine ultimo (il 25 novembre). Si tratta della seconda Regione, dopo il Lazio, a tagliare il traguardo;
altre regioni invece sono ancora indietro. Nelle prossime settimane la Repubblica degli Stagisti pubblicherà gli aggiornamenti relativi a tutte le normative regionali, regione per regione.

Andrea Fioravanti

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