Irene Dominioni
Scritto il 27 Lug 2018 in Approfondimenti
alternanza scuola-lavoro buone opportunità Gruppo Nestlé orientamento scuole superiori
Sono molte ormai le aziende che ai ragazzi delle scuole superiori offrono percorsi di alternanza scuola-lavoro. «Abbiamo constatato quanto gli studenti abbiano bisogno di conoscere quali sono i possibili sbocchi lavorativi post laurea, di quanto si riveli per loro importante incontrare e confrontarsi con chi è già inserito nel mondo del lavoro»: così Giacomo Piantoni, direttore delle Risorse Umane del Gruppo Nestlé in Italia, inizia a raccontare alla Repubblica degli Stagisti dell'esperienza della sua azienda con l'alternanza.
«Questi percorsi permettono agli studenti di toccare con mano l’importanza della collaborazione e del lavoro di squadra nel rispetto dei diversi ruoli, della creatività, della flessibilità, dell’individuazione e valorizzazione dei propri punti di forza», il più delle volte con una evidente percezione di utilità da entrambe le parti, aziende e studenti. Nestlé ha avviato i suoi programmi nel 2015, in occasione dell’entrata in vigore della legge 107, più comunemente nota come “la Buona Scuola”, e da allora non ha più smesso.
L’alternanza in Nestlé rientra nel programma “Nestlé needs YOUth”, uno dei primi esempi di iniziative europee per l'occupazione giovanile da parte di un’azienda privata. Il progetto è stato volto sin dalle prime fasi a creare una stretta collaborazione tra i team di relazioni industriali, relazioni esterne e HR, costituendo un team misto (tutor aziendali preparati per diventare formatori, consulenti di Openjob Metis e docenti degli istituti tecnici e professionali) finalizzato a progettare azioni di avvicinamento dei giovani alla cultura delle professioni tecniche. Già dal primo anno 190 alunni di istituti tecnici sono stati inseriti in otto fabbriche, accompagnati da più 3.600 ore di formazione organizzate nelle scuole e 23 tirocini estivi attivati post-alternanza in fabbrica. Nel 2017 il progetto è stato esteso anche ai licei: qui sono stati coinvolti gli studenti milanesi nella sede di Assago, per un totale di oltre mille studenti ospitati tra gli stabilimenti e la sede centrale.
I percorsi sono diversificati per gli studenti del liceo e per gli studenti di istituti tecnici, ma per tutti la prima giornata di alternanza è dedicata a far scoprire agli studenti il funzionamento di una grande azienda del settore alimentare. Per gli studenti di istituti tecnici l’alternanza consiste in un periodo di due o tre settimane all’interno della fabbrica, dove diverse ore di formazione in aula sulla sicurezza sono seguite dalla sperimentazione in prima persona di mansioni di determinate figure professionali che operano nello stabilimento, dove i ragazzi apprendono il funzionamento dei diversi macchinari di produzione.
Per i liceali, invece, il percorso avviene in ufficio ed è volto ad approfondire le professionalità che lavorano nella sede centrale. Una combinazione di interventi in aula da parte dei professionisti di Nestlé, di meeting e attività di team working con un approccio di gamification rendono la prima settimana di alternanza molto stimolante, mentre durante la seconda settimana gli studenti si mettono al lavoro sperimentando diversi ruoli aziendali nei settori di marketing, finance, supply chain, comunicazione, digital e HR. Una scoperta non solo delle mansioni, quindi, ma anche di come si svolge la giornata lavorativa dall’inizio alla fine. «Riteniamo che questa visione ad ampio spettro di diversi ambiti aziendali possa essere un valido e concreto aiuto nel fare poi la scelta del percorso di studi universitari», racconta Piantoni.
Il periodo di alternanza viene concordato con gli istituti scolastici tenendo conto sia delle esigenze didattiche delle scuole, sia delle attività degli stabilimenti, e solitamente avviene subito dopo la fine delle lezioni (dalla metà di giugno) o prima dell’inizio del nuovo anno scolastico (a inizio settembre). E i ragazzi come sono? «Gli studenti si sono rivelati una piacevole scoperta, perché essendo così giovani e senza le sovrastrutture che si generano nelle quotidiane dinamiche di lavoro in azienda, hanno restituito feedback chiari e sinceri sul nostro modo di lavorare, riuscendo a farci riflettere molto su chi siamo e come lavoriamo», dice ancora il direttore HR. L’entusiasmo di lanciarsi in un’attività nuova, diversa da quella dei banchi di scuola, è quindi un vantaggio da entrambe le parti. «Uno degli aspetti più sfidanti per noi è stato indubbiamente riuscire a tenere sempre viva la loro attenzione e rendere loro comprensibile il lessico tecnico d’azienda, ma anche in questo ci ha sorpreso la loro rapidità di apprendimento».
Anche i ragazzi si dichiarano soddisfatti e arricchiti dall’esperienza. Nestlé ha voluto raccogliere alcuni “highlights” delle loro testimonianze in un video dove si sono raccontati in prima persona. Il racconto di Manuel è uno di questi esempi: «È stata un’esperienza molto positiva non solo perché mi ha dato la possibilità di imparare molto sul mondo del lavoro e dell’alimentazione; la conoscenza di persone con diverse esperienze e ruoli lavorativi mi ha permesso di farmi un’idea sia del mio percorso di studi universitario sia, in futuro, di quello lavorativo».
I percorsi di alternanza sono pensati e gestiti direttamente dai responsabili delle Risorse Umane e dagli staff delle sedi che lavorano al progetto Nestlé needs YOUth. L’alternanza è infatti un tassello del più grande progetto di Nestlé per favorire l’occupazione dei giovani attraverso quattro pilastri: inserimenti diretti,opportunità di stage e tirocini, Readiness for Work (programma di preparazione al lavoro che include orientamento professionale, workshop dedicati alla stesura del CV e preparazione al colloquio di lavoro presso scuole, istituti di formazione e strutture Nestlé) e coinvolgimento dei partner commerciali di Nestlé nel programma Alliance for YOUth, una "Alleanza per i giovani”, stretta tra Nestlé e i partner commerciali in tutta Europa per mobilitare le aziende che vogliono agire concretamente per favorire l'inserimento dei giovani europei nel mondo del lavoro. E non mancano nemmeno gli interventi di formazione da parte dei tutor di fabbrica negli istituti tecnici e professionali e gli open day dedicati ai giovani e agli studenti per aiutarli nell’orientamento.
L’alternanza in Nestlé appare come una macchina ben oliata, ma se c’è una pecca (peraltro quella che le aziende lamentano più spesso) è la burocrazia, abbastanza articolata soprattutto perché riguarda studenti non ancora maggiorenni. Non solo bisogna essere precisi con le scadenze e i documenti, infatti, ma il fatto che «Attualmente ogni scuola fa riferimento all’iter ministeriale ma di fatto ciascun istituto ha la propria convenzione, i propri documenti e i propri tempi per la gestione degli studenti» pone un’ulteriore difficoltà: «Per gli insegnanti non è semplice gestire l’attività didattiche e i rapporti con le aziende. Sarebbe interessante la costruzione di una sorta di regolamento comune per l’alternanza scuola-lavoro, da applicare a tutti gli istituti scolastici».
Malgrado queste difficoltà, comunque, Nestlé riconosce l’alternanza scuola-lavoro come un valido strumento di formazione sia per l’orientamento professionale che per il proseguimento degli studi. Il reciproco arricchimento che l’alternanza offre è infatti un’occasione di crescita per l’azienda e non solo un’opportunità concreta per gli studenti. Una “mission” aziendale che si sostanzia nell’approccio e nella motivazione di tutto l’organico nel farsi conoscere da parte dei giovani: Nestlé dedica infatti diversi mesi alla preparazione di un percorso formativo solido; sono necessari incontri con i referenti scolastici, molte ore per raccogliere i documenti necessari e intere giornate dedicate alla preparazione dei contenuti. «L’alternanza è un modo per sviluppare al nostro interno le competenze di leadership, di gestione, di organizzazione ed è un modo per mettersi in gioco verso l’esterno cercando di aprirsi il più possibile al dialogo e all’ascolto delle nuove generazioni», puntualizza ancora Piantoni. È anche per questo che, secondo Nestlé, le aziende dovrebbero mettersi gratuitamente a disposizione delle scuole per accogliere gli studenti, in un’ottica di vero “mecenatismo” verso i più giovani.
Oltre a continuare ad accogliere i ragazzi in azienda, per il prossimo anno scolastico Nestlé ha già messo in conto di organizzare un tavolo di confronto con le scuole e le istituzioni per individuare le prospettive future di questa iniziativa, sulla scia di Nestlé needs YOUth e Alliance for YOUth. Cementando al contempo le collaborazioni con le scuole del territorio, avviando nuovi contatti con altri istituti e continuando a volersi dimostrare una best practice a livello nazionale.
Irene Dominioni
Community