La prima risposta ufficiale del governo sulla vicenda dei superstage è arrivata. Un anno e cinque mesi dopo la prima interrogazione parlamentare, presentata dal senatore PD Pietro Ichino dopo l'inchiesta-denuncia della Repubblica degli Stagisti sull'abnorme «Programma stages» avviato e finanziato dal consiglio regionale calabrese alla fine del 2008. Quattro mesi dopo la seconda interrogazione, presentata sempre da Ichino alla luce degli sviluppi della situazione calabrese, e del pericolo che altri milioni di euro venissero spesi dalla Regione Calabria per far assumere i tirocinanti agli enti locali che li avevano ospitati (e tuttora li ospitano, dato che i supestage termineranno a novembre) per la durata record di 21 mesi (+ 3 di formazione in aula). E tre mesi dopo la terza interrogazione, firmata ancora una volta da Ichino, per chiedere di far luce su un programma-fotocopia, sempre fuori standard rispetto alla normativa vigente in materia di tirocini, stavolta ad opera del consiglio regionale lucano.
La risposta, datata 12 giugno, arriva dal ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta. Che innanzitutto mette una mano avanti specificando che il caso è di competenza del collega Maurizio Sacconi: «Le interrogazioni […] alle quali non risulta essere stata data ancora risposta, sono entrambe delegate al Ministro del Lavoro e delle politiche sociali e, al riguardo, nessuna richiesta di elementi di competenza è pervenuta al Ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione»). E che poi mette anche l'altra avanti, ricordando che la devolution ha assegnato alle Regioni competenze legislative e quindi non tutto può essere controllato e normato dal governo centrale («la materia della formazione professionale è attribuita dall’articolo 117 della Costituzione alla competenza esclusiva delle Regioni [...] pertanto, al fine di inquadrare correttamente la vicenda, è necessario tener conto anche delle eventuali leggi regionali adottate, in materia di tirocini formativi, dalla Regione Basilicata, nell’esercizio della propria autonomia legislativa»). Passaggio che lascia perplessi, perchè sarebbe bastato che il ministro Brunetta avesse incaricato il suo staff di compiere una breve ricerca per scoprire che la Regione Basilicata non ha mai sfruttato la sua «autonomia legislativa» promulgando leggi in materia di stage.
Infine, la risposta vera e propria: «Le iniziative volte alla stabilizzazione di personale tirocinante costituiscono, in ogni caso, violazione dell’articolo 97 della Costituzione». Cioè quello che vincola ogni singola assunzione negli enti pubblici a una procedura concorsuale (al comma 3: «Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso»). La risposta di Brunetta si chiude con una velata minaccia che scendano gli ispettori a controllare che sia tutto a posto, mediante «l’attivazione delle procedure ispettive esperite dal competente Ispettorato per la funzione pubblica».
Una frase che sembra dire alla Regione Calabria che ha già attivato centinaia di superstage, e alla Regione Basilicata che vorrebbe fare altrettanto: fate pure quello che volete con i tirocini, ma non sognatevi di far assumere poi gli stagisti negli enti pubblici - perché lì ci sono io a vigilare, e certo non accetterò un aumento degli organici.
Il senatore Ichino registra con soddisfazione la risposta di Brunetta, ma ancora aspetta quella del principale destinatario dell'interrogazione, Maurizio Sacconi: «Davvero molto sorprendente è l’inerzia del ministro del Lavoro» dice alla Repubblica degli Stagisti «inerzia sul piano parlamentare, poiché a tutt’oggi non si è degnato di rispondere, e inerzia sul piano amministrativo, perché a tutt’oggi non mi risulta che sia stata avviata alcuna ispezione». (leggi qui l'intera intervista).
Nel frattempo, alla Repubblica degli Stagisti giunge un'altra lettera aperta di un superstagista calabrese anonimo: «A fine ottobre il nostro rapporto con gli enti avrà termine, e in questo momento tutti noi stagisti siamo alla costante ricerca del politico di turno (a qualsiasi livello) per ottenere se non una stabilizzazione almeno una proroga» scrive il giovane, sotto lo pseudonimo di Tibullo Delianuova per timore di ritorsioni: «Ciò che sta accadendo in questo momento è da un lato comico e grottesco dall'altro patetico... Ma dico? Come è possibile che noi, centinaia di giovani laureati e titolati, in grado anche di cavarcela da soli, non abbiamo almeno un po' a cuore la nostra dignità e facciamo di tutto per elemosinare un posto di lavoro, peraltro 'disonesto' perchè di fatto diventeremo dei parassiti visto l'andazzo della pubblica amministrazione calabrese?». Versione confermata (almeno per quanto riguarda la prima parte - non certo per la seconda) anche da fonti opposte: il sindaco di Cosenza Salvatore Perugini, per esempio, un paio di settimane fa ha scritto al governatore e al presidente del Consiglio regionale della Calabria perorando la causa dell'assunzione dei superstagisti in forza presso il suo comune.
Eleonora Voltolina
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