La trasmissione Report riserva sempre sorprese. Ieri sera verso la fine della puntata è andato in onda un servizio dedicato alla storia dei fratelli Doria, allevatori di vongole di Chioggia che hanno perso il loro allevamento e si battono perché ne sia accertato il motivo - loro sospettano che sia stata un'ondata di fango dovuta ai lavori per il Mose a intossicare le loro vongole.
Che c'entra questo con l'occupazione giovanile e il tema degli stage? C'entra. Perché la «controparte» dei fratelli Doria è un ente pubblico che si chiama Magistrato alle Acque, presieduto da un ingegnere romano 67enne, Patrizio Cuccioletta. Si tratta di un istituto periferico del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, istituito nel 1907, che come si legge sul sito attualmente si occupa «della gestione, sicurezza e tutela idraulica nelle lagune di Venezia, Marano e Grado».
Per un breve momento, che qui sopra riportiamo, il giornalista Luca Chianca chiede conto a Cuccioletta di un aspetto forse marginale per la vicenda, ma molto significativo per i giovani che ogni giorno si barcamenano in cerca di lavoro. La storia è che il Magistrato alle Acque controlla tra le altre una società chiamata Thetis spa (dal sito: «società di ingegneria e di servizi ambientali costituita nel 1993 che opera nello sviluppo e nel management di progetti e applicazioni tecnologiche innovative. Ha un capitale di 11 milioni di euro e annovera tra i propri soci soggetti sia privati sia pubblici. Con un fatturato di circa 27 milioni di euro, impiega 150 persone altamente qualificate»).
E guarda un po', tra le persone altamente qualificate c'è Flavia Cuccioletta, classe 1980. La figlia del presidente del Magistrato alle Acque. Che nel 2005, laureanda a Tor Vergata in Ingegneria gestionale, viene presa in stage nel Consorzio Venezia Nuova (che, come spiega Luca Chianca, è «un gruppo di imprese private» e «l’unico concessionario dello Stato per tutti i lavori in Laguna») grazie a una buona parola del papà. E dopo soli quattro mesi, con il suo 110 e lode ma senz'alcuna altra esperienza lavorativa, Flavia viene a sorpresa assunta a tempo indeterminato. «Ha iniziato lo stage, dopo quattro mesi, molto probabilmente, per la validità di mia figlia, che io sottoscrivo, è stato chiesto di farle un contratto a tempo indeterminato». Chianca sottolinea «Diciamo una facilitazione c’è stata ecco, per i suoi rapporti che aveva e che ha tuttora», ma Cuccioletta senior minimizza: «No, per fare lo stage, per fare lo stage che le serviva per la laurea. Per fare lo stage, ma non mi sembra un reato».
Non è un reato. Però che fortuna questa Flavia. Non solo è rientrata nella piccolissima percentuale - uno su dieci - di giovani a cui al termine dello stage viene offerto un contratto di lavoro. Ma ci è arrivata al primo colpo, immediatamente dopo la laurea. E sopratutto ha ottenuto subito il contratto più ambito, quello che ormai non viene fatto praticamente mai: il tempo indeterminato.
È una colpa avere un padre influente? Non lo è. Siamo di fronte a un caso di parentopoli o di raccomandazione? Non è detto, magari la ragazza (oggi 31enne) è davvero bravissima, e ai dirigenti del Consorzio Venezia Nuova è subito parso impossibile rinunciare a lei. Ma quanti brillanti laureati in Ingegneria devono sudare quattro camicie e a mandare centinaia di cv per trovare uno straccio di opportunità? E quanti sono costretti a scappare dall'Italia alla proposta del terzo o quarto stage o dell'ennesimo contratto a progetto di sei mesi? Sarebbe interessante sapere dal Consorzio Venezia Nuova, e in particolare da Thetis spa, quanti tirocinanti sono stati accolti in questi anni, e a quanti è stato fatto un contratto a tempo indeterminato subito dopo.
Tutti sono uguali nel mondo del lavoro, ma forse qualcuno - direbbe Orwell - è più uguale degli altri?
Eleonora Voltolina
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