Irene Dominioni
Scritto il 17 Lug 2018 in Notizie
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È arrivata l’estate, e con la fine della scuola e della sessione di esami all'università per i giovani più volenterosi si pone la prospettiva di iniziare un tirocinio estivo per qualche settimana. In Liguria, però, una recente delibera riguardo a questa tipologia di stage ha sollevato un polverone all’interno di istituzioni e associazioni sindacali, che denunciano a gran voce il rischio di abusi. La dgr n. 466 del 26 giugno scorso, infatti, ha se possibile creato ancora più confusione e tolto, piuttosto che aggiungere, le condizioni di base per tirocini di qualità. A partire dal rimborso spese, non previsto, e dalle forme di monitoraggio e sanzione, citate nella normativa ma di fatto non specificate. I sindacati hanno scritto una nota congiunta, diffusa il 28 giugno, condannando la misura. A loro si è aggiunto il consigliere regionale del PD Luca Garibaldi, che ha portato l’attenzione sul tema, presentando la scorsa settimana un’interrogazione rivolta all’assessore di Fratelli d'Italia Giovanni Berrino per chiedere conto di queste “falle” normative.
«Hanno fatto un pasticcio: hanno derogato la disciplina generale sui tirocini extracurriculari, approvata lo scorso dicembre, e creato una disciplina apposita sui tirocini estivi di orientamento, che si qualificano come extracurriculari e quindi dovrebbero essere regolati dalla disciplina generale, ma in pratica non lo sono», spiega alla Repubblica degli Stagisti il consigliere.
La dgr n. 1186 approvata a dicembre 2017, infatti, norma i tirocini extracurriculari, mentre non include quelli curriculari né quelli curriculari estivi. La differenza tra tirocini estivi extracurriculari ed estivi curriculari è che i primi sono «attivati durante la sospensione estiva delle attività didattiche, a favore di un adolescente o di un giovane regolarmente iscritto ad un ciclo di studi o ad un percorso formativo», vengono svolti «al di fuori dai piani di studio e/o formativi» e possono essere attivati da soggetti pubblici o privati di diversi tipi, come università ma anche centri per l'impiego e altri soggetti autorizzati (indicati nella dgr n. 1186). I tirocini estivi curriculari invece sono previsti all’interno di un percorso di istruzione e formazione e sono promossi unicamente da università, scuole e centri di formazione professionale. In questo senso, i tirocini estivi di orientamento si qualificano come stage extracurriculari a tutti gli effetti, e per questo dovrebbero essere soggetti alla normativa 1186/2017.
L’assessorato ligure, però, si è appellato al fatto che la nuova disciplina regionale in materia di tirocini «non si applica più anche ai tirocini estivi di orientamento, ma all’articolo 22, comma 5, prevede che tale tipologia possa essere regolamentata con successivo specifico provvedimento della Giunta Regionale». E così ha adottato misure apposite, approvando a giugno un testo mirato per questa tipologia di stage.
In poche parole, la Regione ha trovato un escamotage per trattare gli stage extracurriculari estivi in modo diverso dagli altri, pur essendo della stessa tipologia. E difatti le variazioni ci sono, ma sono penalizzanti. A partire, appunto, dal rimborso spese, che non è previsto come obbligatorio. Infatti, nel testo della delibera n. 466 si legge: «Durante il periodo di svolgimento del tirocinio estivo di orientamento, al tirocinante può essere riconosciuta un’indennità forfettaria di partecipazione al tirocinio che non deve essere in alcun modo commisurata o correlata all’attività svolta». “In alcun modo”, niente di meno!
In altre parole, a differenza degli altri tirocini extracurriculari, che prevedono un’indennità minima obbligatoria che il Liguria è fissata a 500 euro al mese, per i tirocini estivi questa è opzionale e a discrezione del soggetto ospitante. Un tirocinio extracurriculare a tutti gli effetti, quindi, che però non prevede un compenso. «Pur avendo la possibilità di migliorare questo aspetto, prendendo esempio da regioni come la Lombardia, che per gli stage estivi un rimborso spese lo prevede» aggiunge Garibaldi, «è stato dato spazio a potenziali abusi».
La misura è complicata dal fatto che tra i destinatari di questi tirocini ci sono anche minorenni, che sono naturalmente meno consapevoli dei rischi del mondo del lavoro e quindi più facilmente soggetti a sfruttamento. Dice la delibera a questo proposito che i tirocini estivi di orientamento «sono rivolti ad adolescenti tra i 16 e 18 anni e giovani tra i 18 e 25 anni compiuti, regolarmente iscritti ad un ciclo di studi di ogni ordine e grado» ma possono accedervi anche «gli adolescenti che non hanno compiuto i 16 anni se iscritti al terzo anno scolastico». Ragazzi molto giovani, quindi, i cui tirocini avrebbero «maggiori necessità di tutela rispetto ai tirocini classici», come evidenzia la nota di Cgil, Cisl e Uil. Invece che aggiungere tutele, però, così facendo la delibera le toglie.
Inoltre, la dgr n. 466 riporta alcune evidenti limitazioni rispetto al numero di tirocini attivabili. La delibera infatti specifica come i tirocini estivi siano esclusi dal computo dei tirocini extracurriculari attivabili complessivamente, e a questo proposito i sindacati notano che «in una azienda con zero dipendenti si potrebbero avere contemporaneamente un tirocinio extracurriculare (ossia i tirocini generici) più un tirocinio estivo».
In più, manca uno strumento di controllo e sanzione: in questo senso il consigliere Garibaldi riporta come la collaborazione con l’Ispettorato del Lavoro si sia arenata, nonostante fosse stato stabilito di avviarla. Nel testo della delibera di giugno si legge un mero rimando alle disposizioni della dgr 1186/2017, dove viene riportato solamente che la Regione, in accordo con l’Ispettorato e le parti sociali, «disciplina le procedure sanzionatorie poste in essere a fronte della rilevazione di un evidente uso distorto dello strumento del tirocinio in violazione più meno grave della presente disciplina ricorrendo anche all’interdizione della facoltài attivare tirocini». Di quali procedure si tratti nello specifico, non è dato sapere. E posto che la delibera è entrata in vigore il 1° luglio e che i tirocini estivi possono avere anche una durata di appena qualche settimana, è poco plausibile che la Regione abbia il tempo di mettere in campo gli strumenti adatti per effettuare controlli sulle situazioni anomale e prendere provvedimenti tempestivamente.
Infine, «oltre a non dare un rimborso spese, questi tirocini non danno nemmeno crediti formativi» sottolinea Garibaldi. Questo perché, nonostante questi tirocini siano, come si diceva, specificatamente attivati durante la sospensione estiva delle attività didattiche, a favore di un adolescente o di un giovane regolarmente iscritto ad un ciclo di studi o ad un percorso formativo, comunque il tirocinio viene svolto «al di fuori dai piani di studio e/o formativi e, come tale, differisce dai tirocini curriculari, previsti invece dai piani di studio e/o formativi quali, ad esempio, quelli svolti nell’ambito dell’alternanza scuola lavoro». Oltre al danno, quindi, c’è la beffa: non solo questi stage non assicurano un rimborso spese, ma non si tratta nemmeno di una formazione concretamente utile al percorso di studi del giovane.
Per il momento, secondo il consigliere regionale questa delibera impatterà circa 500-600 tirocini, numeri certamente non significativi. Ma comunque il rischio di abuso si pone. In più, non si ha nemmeno la certezza degli ambiti in cui questi tirocini vengono attivati, proprio perché non c’è un monitoraggio ben fatto (tant’è che nemmeno i sindacati hanno una dimensione del fenomeno): sembrerebbe che questi abbiano luogo principalmente negli enti pubblici, ma comunque l’assenza di monitoraggio è un problema. E in più, in una regione eminentemente turistica, questa delibera appare come un regalo enorme al settore ricettivo, dove alberghi, stabilimenti balneari e ristoranti potrebbero riempirsi di tirocinanti “estivi” con una normativa ad hoc super-vantaggiosa per loro.
L’interpellanza di Garibaldi all’assessore, quindi, ruota proprio su questi punti: il consigliere ha chiesto precisazioni in merito al perché di queste deroghe a degli standard minimi di indennizzo, e quali strumenti siano stati messi in campo per favorire e monitorare il corretto utilizzo dello strumento. Ora aspetta una risposta, che potrebbe arrivare entro questa settimana.
Garibaldi non si fa illusioni su quel che la giunta regionale risponderà; ma spera che venga almeno stabilito in zona Cesarini un obbligo minimo di rimborso spese. Se questo non dovesse succedere e se questa misura continuasse a passare inosservata, il risultato potrebbe essere un’intera estate di tirocini abusivi. In caso di una risposta negativa da parte dell’assessore, comunque, Garibaldi promette che continuerà a portare l’attenzione sul tema. Gli fanno eco i sindacati: «Continueremo a chiedere a gran voce una qualificazione dei tirocini e la piena applicazione degli impegni presi in ordine a monitoraggio, misure di vigilanza, controllo ispettivo e sistema sanzionatorio». Sperando che qualcosa si smuova prima che gli uffici regionali si svuotino per la pausa estiva, dimenticandosi della sorte degli stagisti.
Irene Dominioni
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