Irene Dominioni
Scritto il 22 Feb 2018 in Notizie
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In Campania il numero di tirocinanti extracurriculari cresce ogni anno. Stando ai dati del Rapporto annuale sulle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro, dal 2014 al 2016 gli stage sono più che raddoppiati, passando da poco più di 9mila a quasi 22mila nel 2016. Peccato, però, che a fronte di questi crescenti numeri non sia ancora disponibile una normativa aggiornata. L’amministrazione regionale, infatti, non ha ancora approvato il nuovo regolamento per i tirocini, nonostante la Conferenza Stato-Regioni avesse fissato lascadenza per il recepimento delle linee guida nazionali a fine novembre 2017.
In verità non è nemmeno chiaro se i lavori siano stati avviati: da diverse settimane la Repubblica degli Stagisti tenta di mettersi in contatto con l’assessorato al Lavoro e alle risorse umane, guidato da Sonia Palmeri, per avere informazioni, ma i telefoni squillano a vuoto, alle email non risponde nessuno, e anche dalla III Commissione regionale la palla viene rimbalzata alla giunta.
I sindacati non ne sanno niente, non essendo stati chiamati a partecipare ad alcuna discussione fino a questo momento. «Sui tirocini non siamo stati coinvolti» conferma Luca Barilà, segretario nazionale della Cisl Felsa (la Federazione Lavoratori somministrati autonomi atipici) alla Repubblica degli Stagisti. «Di solito prendiamo parte ai tavoli di discussione, ma stavolta non c’è stata occasione di confronto. Sono diverse le partite su cui siamo fermi, negli ultimi tempi stiamo faticando ad avere un dialogo più costruttivo. La Regione sta andando avanti da sola».
Elisa Laudiero, componente della segreteria Cgil Campania e responsabile del Nidil, il sindacato dei lavoratori atipici in Regione, gli dà manforte: «Non siamo proprio stati contattati. Sono rimasta interdetta perché di solito c’è un confronto con le parti sociali, e io stessa vorrei avere qualche informazione in più. Abbiamo chiesto più volte un confronto, ma non c’è mai stato. Grosso modo sulle altre tematiche abbiamo contatti con la Regione, ma su alcune questioni, soprattutto quando si tratta di giovani e lavoro, il confronto manca. Abbiamo sollecitato e inviato richieste formali di incontro, però ogni volta la discussione viene rimandata».
In Campania la normativa vigente è costituita dalla Delibera della Giunta regionale n. 243/2013 e dal regolamento regionale n. 7/2013. Secondo le disposizioni attuali i tirocini formativi e di orientamento hanno una durata massima di sei mesi, proroghe comprese; mentre quelli di inserimento e reinserimento 12 mesi. L’importo minimo dell’indennità mensile è di 400 euro lordi, che però non vengono erogati nel caso in cui il tirocinante sia un lavoratore in regime di cassa integrazione speciale o di cassa integrazione cosiddetta in deroga. Per i tirocinanti che già ricevono un sussidio di disoccupazione, invece, «la percezione dell’indennità di partecipazione non comporta la perdita dello stato di disoccupazione eventualmente posseduto dal tirocinante» riporta il testo della Dgr 243.
Il punto è: questi elementi cambieranno nella nuova normativa? Rispetto alle linee guida del 2017, tra le differenze più importanti saltano all’occhio i limiti di attivabilità dei tirocini, doppi rispetto al testo nazionale: le aziende con un numero di dipendenti a tempo indeterminato compreso tra uno e quattro possono ammettere un tirocinante, due con un numero di dipendenti compreso tra cinque e otto, tre se i dipendenti sono tra 9 e 12, quattro fra 13 e 16, cinque fra 17 e 20. Per le aziende con oltre 21 dipendenti, infine, il numero di tirocinanti non può superare il 20% del totale dell’organico (a differenza del 10% indicato nelle linee guida). Nella nuova normativa questi limiti potrebbero essere cambiati, riprendendo il testo emanato dalla Conferenza Stato-Regioni, oppure riconfermati: la scelta starà alla Regione. Certo è però che dei limiti più stringenti contribuirebbero a ridurre il rischio di abuso dello strumento stage per mascherare lavoro sottopagato.
Il regolamento attuale della Campania si può considerare tutto sommato abbastanza completo, però alcuni dei suoi limiti rimangono evidenti: stabilire un aumento del compenso minimo previsto e una omogeneizzazione della durata massima a sei mesi per entrambe le tipologie di tirocini, per esempio, sarebbero già dei passi avanti. Per questo una nuova normativa è necessaria, visto anche il ritardo che la giunta sta accumulando. Laudiero, poi, sottolinea un aspetto strutturale della questione (e centrale nelle rivendicazioni del sindacato): «La critica principale che muoviamo è la mancata efficienza del tirocinio ai fini di occupazione stabile: l’esigenza più grossa è che la formazione attraverso il tirocinio non resti fine a se stessa, ma che ci sia una continuità lavorativa». In più, la sindacalista nota un secondo aspetto problematico, quello dei tirocinanti della pubblica amministrazione: «Oltre a non avere continuità [non possono essere assunti, perché alle carriere nel settore pubblico si accede solo tramite concorso, ndr], i ragazzi si trovano senza riconoscimento, perché chi fa tirocini nella pubblica amministrazione non ha punteggi superiori agli altri quando viene organizzato un concorso». (Questa, in effetti, è una proposta che la Repubblica degli Stagisti porta avanti da quasi 10 anni...)
Laudiero promette che, se la situazione non dovesse sbloccarsi dallo stallo attuale, le parti sociali prenderanno provvedimenti. A tre mesi dalla scadenza e a nove dall’approvazione delle linee guida, sarebbe proprio il momento che dalla giunta provvedessero perlomeno ad avviare un confronto: in fondo, ne va dello status e delle tutele di migliaia di tirocinanti. La Repubblica degli Stagisti continuerà a seguire l’iter di recepimento delle linee guida in Campania; nel frattempo, qui potete dare un’occhiata a tutti gli aggiornamenti pubblicati finora sulle varie Regioni. Sperando che quelle che ancora non hanno aggiornato la propria normativa lo facciano presto.
Irene Dominioni
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