La campagna elettorale è ormai entrata nel vivo nelle sette regioni (Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Campania e Puglia) in cui il 31 maggio si voterà per eleggere il governatore e i consigli regionali. Il 2 maggio è scaduto il termine per la presentazione delle liste. E la Repubblica degli Stagisti è andata a “spulciare” le principali, per capire quanti siano i candidati under 35 delle Regionali 2015.
VENETO – Sono 6 (e non più 7) i candidati alla presidenza in Veneto e 19 le liste, dopo che la candidatura di Sebastiano Sartori per Forza Nuova è stata ricusata per presunte irregolarità nelle firme e il movimento di estrema destra ha scelto di non presentare ricorso. In campo restano Luca Zaia, governatore uscente della Lega Nord, appoggiato da cinque liste (la “Lista Zaia” e quelle di Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia e “Indipendenza noi Veneto con Zaia”). La principale sfidante sarà la dem Alessandra Moretti, a capo di una coalizione di centrosinistra, sostenuta da cinque liste: quella del Pd, quella di “Veneto nuovo” (che raggruppa Verdi, Sel e Sinistra veneta) e tre civiche (“Alessandra Moretti Presidente”, “Veneto civico” e “Progetto Veneto autonomo”). Ma a contendersi i voti di Zaia, dopo la rottura con il Carroccio, ci sarà anche il sindaco di Verona Flavio Tosi, sostenuto da ben sei liste (“Tosi per il Veneto”, quella di Area popolare, “Il Veneto del fare”, “Unione Nordest”, “Razza Piave – Veneto Stato” e “Famiglia pensionati con Tosi”). Corre da solo, sostenuto dalla lista “Indipendenza veneta”, Alessio Morosin, l'indipendentista che si ispira alla Serenissima Repubblica. Mentre per “L’Altro Veneto. Ora possiamo” (che guarda alle esperienze di Syriza in Grecia e Podemos in Spagna) si candida a governatore Laura Coletti Di Lucia.
Per il Movimento 5 Stelle, infine, c’è Jacopo Berti [nella foto], unico under 35 nella corsa a governatore. Padovano classe 1983, laureato in Giurisprudenza, è fondatore e socio della start-up “The Squero”, che si occupa di business intelligence e commercio on-line. Ed è attivista del M5S da tre anni. «Sono sceso in politica per un motivo principale: non voglio emigrare» racconta alla Repubblica degli Stagisti «ma per restare è indispensabile cambiare le cose e ho voluto mettermi in gioco in prima persona». In caso venisse eletto, si propone «prima di tutto di tagliare gli sprechi e i costi della politica». «Se si abolissero i vitalizi e gli assegni di fine mandato in Veneto si recupererebbero 65 milioni di euro» spiega «soldi con cui sostenere le piccole e medie imprese, che sono il tessuto vitale della nostra regione, e aiutare chi voglia cominciare un’attività con 25 mila euro. Con i 65 milioni risparmiati, in questo modo, si potrebbero creare 2.600 nuove imprese in Veneto». Berti guarda anche ai molti immobili liberi, «che si potrebbero trasformare in strutture di coworking, da dare in uso gratuito a chi ne faccia richiesta, naturalmente presentando un progetto solido». Se da un lato punta a «recuperare il gap della banda larga», dall’altro sottolinea di credere molto anche nel lavoro agricolo: «Stiamo lavorando per la riunificazione fondiaria perché abbiamo un problema di eccessiva frammentazione dei terreni e delle proprietà».
VENETI UNDER 35 – Sugli oltre mille candidati delle liste provinciali rimasti in corsa per i 49 seggi del consiglio regionale (escludendo il governatore eletto e lo sfidante miglior perdente), soltanto il 12% è under 35. Solo in tre liste su 19, considerando tutte le circoscrizioni, i candidati nati dal 1980 in poi sono almeno uno su cinque. La lista che ha candidato più giovani (12 su 55) è quella di “Veneto nuovo”, che raggruppa Verdi, Sel e Sinistra veneta e sostiene Alessandra Moretti. Seguono quella del Movimento 5 Stelle (11 su 52) e la lista Zaia, con 11 candidati su 55.
Fra gli under 35 della lista Zaia c’è Nicola Ignazio Finco [nella foto a destra], classe 1983, già consigliere regionale dal 2010 (nell’ultima legislatura è stato, con le 7.720 preferenze ottenute, il più giovane eletto) con un tasso di presenze da manuale: 94,35%. Dopo la prima tessera della Lega Nord sottoscritta a diciott'anni, è stato segretario del Carroccio di Bassano del Grappa, coordinatore veneto del movimento Giovani padani e consigliere comunale, sempre a Bassano, prima di approdare in consiglio regionale, dove ha presieduto la commissione Ambiente, lavori pubblici e Protezione civile. «Mi ricandido per portare avanti il lavoro fatto fino ad oggi dal governatore Zaia» dice «innanzitutto sulla sanità, punta d’eccellenza in Veneto per la qualità dei servizi erogati e per non aver applicato dal 2009 l’addizionale regionale sui redditi. La nostra è una delle tre regioni di riferimento a livello nazionale per i costi standard. Inoltre, per primi in Italia, abbiamo aperto gli ospedali di sera e nei festivi per gli esami». Fra le priorità indica poi «le politiche del lavoro e della formazione attivate grazie ai fondi europei e la sicurezza». Ma anche i trasporti per cui, ricorda, «è appena stato avviato il biglietto unico per tutta la Regione».
Fra le cinque liste che sostengono Alessandra Moretti, invece, quella dove la percentuale di under 35 è maggiore, come detto, è “Veneto nuovo”. Seguono la lista per “Alessandra Moretti Presidente” (9 candidati su 55), “Progetto Veneto autonomo” (7 su 55) e quella del Pd (5 su 55). In coda, “Veneto civico” in cui gli aspiranti consiglieri regionali under 35 sono solo tre su 55.
Fra questi “panda” c’è Luca Frasson [nella foto a sinistra], architetto libero professionista classe 1985, attualmente vicesindaco e assessore all’Edilizia del comune di Tombolo, in provincia di Padova. «Le mie priorità per il Veneto? Bisogna per prima cosa facilitare il lavoro per le imprese, cercando di snellire la burocrazia. E combattere la disoccupazione». «Anche mio fratello, architetto come me, dopo anni alla ricerca di lavoro in Italia si è trasferito in Francia, dove ha trovato più opportunità» racconta «per questo, credo sia indispensabile lavorare sugli incentivi alle aziende per le nuove assunzioni». Altro punto fondamentale la «salvaguardia del territorio, da realizzarsi con una pianificazione urbanistica controllata. Bisogna ridurre la cementificazione e andare verso il riuso delle strutture presenti, anche perché ci sono moltissimi capannoni e edifici sfitti. Il Veneto si merita, insomma, una legge migliore del Piano casa».
Per quanto riguarda le sei liste che appoggiano Tosi, quella con il maggior numero di under 35 è “Razza Piave – Veneto Stato” (9 su 55), seguono “Il Veneto del fare” e la lista Tosi, mentre in quelle di Area popolare e “Famiglia pensionati con Tosi” se ne trovano solo tre. Ma la lista che, su tutte, vede il minor numero di under 35 in campo è “Unione Nordest”, dove ce n’è solo uno su 55.
LIGURIA – In Liguria sono 8 i candidati alla presidenza della Regione e 14 le liste. Per il Pd corre Raffaella Paita, già assessore regionale alle Infrastrutture e alla Protezione civile nella giunta dell’uscente Claudio Burlando, appoggiata anche dalle liste “Liguri con Paita” e “Liguria Cambia”. Stando agli ultimi sondaggi, si preannuncia un testa a testa con l’europarlamentare Giovanni Toti di Forza Italia, sostenuto anche da Lega Nord, Fratelli d’Italia e Area Popolare. A contendersi i voti a sinistra, dopo aver lasciato a marzo il Pd, anche il deputato Luca Pastorino (appoggiato dalle liste “Rete a sinistra” e “Pastorino Presidente), Antonio Bruno per l’“Altra Liguria” e Matteo Piccardi per il Partito comunista dei lavoratori. Mentre a strappare voti preziosi a Toti potrebbe essere Enrico Musso, ex senatore (eletto come indipendente per il Popolo delle Libertà e poi passato al Partito liberale italiano) e consigliare comunale a Genova, appoggiato dalla lista “Liguria libera”. Per “Fratellanza donne” corre la fondatrice Mirella Batini.
Mentre per i 5 Stelle c’è Alice Salvatore [nella foto a destra], 33 anni appena compiuti, vincitrice delle “Regionalie” del movimento con 469 voti e unica candidata under 35 alla presidenza. Genovese, con una laurea in Lingue e letterature straniere e un curriculum europeo che l’ha portata a studiare in Belgio e nel Regno Unito, è diventata attivista del M5S nel 2012 – racconta alla Repubblica degli Stagisti – «dopo un’esperienza giovanile nel “Comitato 16 marzo Genova in piazza”, nato dopo gli scempi del G8 a Genova del 2001 contro le politiche dell’allora governo Berlusconi». Fra i punti del suo programma, «trasparenza nella rendicontazione delle spese della Regione, prevenzione del dissesto idrogeologico attraverso manutenzione e decementificazione, e riduzione della pressione fiscale sulle imprese per rilanciare l’occupazione». In particolare, spiega, «proporrei la riduzione dell’Irap in caso di assunzioni e la sua eliminazione quando si tratta di giovani». «Vorremmo inserire, inoltre, il reddito di cittadinanza, per garantire a tutti uno stile di vita dignitoso» aggiunge «naturalmente i beneficiari disoccupati o inoccupati dovrebbero rendersi disponibili a lavorare e iscriversi ai centri per l’impiego, con l’obbligo di accettare una delle prime tre proposte di lavoro congrue che gli venissero offerte».
LIGURI UNDER 35 – Fra le liste che hanno candidato più under 35 al consiglio regionale per i 30 seggi disponibili (presidente escluso) ci sono quella del M5S (7 su 30) e quelle che sostengono Pastorino (6 su 30 per “Rete a sinistra” e 5 su 21 per “Pastorino Presidente”). Fra questi, il giovanissimo Jan Casella, classe 1989, attivo nell’Anci e nell’Anpi, unico under 35 inserito nel listino (e cioè fra i 6 candidati consiglieri nominati, la cui elezione, in caso di vittoria del candidato, avviene di diritto senza dipendere dalle preferenze) di Pastorino.
Nella lista di Forza Italia, una delle quattro per Toti presidente, figurano quattro candidati under 35 su 30, di cui uno nel listino: si tratta di Giacomo Giampedrone, attuale sindaco di Ameglia, classe 1981. Stessa proporzione anche per “Liguria libera” che sostiene Musso, dove nel listino c'è Lorenzo Pellerano [nella foto a sinistra], avvocato specializzato nel settore marittimo classe 1983. Laureato in Giurisprudenza, ha studiato fra Milano e Londra, ed è impegnato in politica dal 2007, quando è stato eletto consigliere nel Municipio Centro–Est di Genova. Già consigliere regionale d’opposizione subentrato nel 2010 (gli bastarono 864 preferenze), in questi anni ha presentato, fra gli altri, 9 proposte di legge, 93 interrogazioni e 208 ordini del giorno. Oggi indica fra le sue «battaglie vinte», quella per «togliere Telelepass e Viacard ai consiglieri, che già percepiscono rimborsi spese proporzionali alla distanza a cui abitano. E quella per “salvare” dalla vendita da parte della Regione l’ex ospedale psichiatrico di Quarto, che ora si trasformerà invece in una struttura con servizi per il quartiere, fra cui una Casa della salute». Fra gli obiettivi futuri invece mette al primo posto «finanziamenti a sostegno dell’imprenditoria giovanile e più attenzione a “Garanzia Giovani”: alla Liguria sono andati 27 milioni di euro, ma bisogna monitorare attentamente i risultati. Perché nei mesi scorsi a volte mi è sembrato che i fondi siano serviti più per sostenere gli enti di formazione che per trovare realmente un lavoro ai ragazzi». «È necessario inoltre investire sulla promozione turistica della Regione e di Genova» aggiunge: «Bisognerebbe incrementare le aperture dei palazzi storici, magari con visite guidate condotte dagli studenti di Architettura e Storia dell’arte. E mi piacerebbe lavorare per favorire la trasformazione dei forti dismessi in ostelli».
Sono tre i nati dal 1980 in poi nella lista dell’”Altra Liguria”, ispirata all’esperienza de “L’Altra Europa con Tsipras”. E non è più folta nemmeno la rappresentanza under 35 nella lista del Pd - una delle tre a sostegno della Paita - che si riduce a soli due candidati su trenta. Che diventano tre sollevando di qualche mese l’asticella e considerando Alessandro Terrile, classe 1979, [nella foto a destra], attuale segretario del Pd di Genova e unico candidato consigliere sotto i 36 anni inserito nel listino di Paita, nonostante alle primarie liguri avesse sostenuto Sergio Cofferati. Avvocato, iscritto al Pd dal 2007, Terrile indica fra le priorità «una decisa riforma dei costi della politica, con la diminuzione delle indennità per i consiglieri regionali, da portare al livello del sindaco della città capoluogo, e l’abolizione dei rimborsi». «Ma anche la modifica della legge elettorale regionale, con l’abolizione del listino e l’introduzione della doppia preferenza di genere». Per quanto riguarda i temi del lavoro, sottolinea alla Repubblica degli Stagisti che «bisogna invertire la tendenza che vede i ragazzi liguri più bravi e dinamici emigrare all’estero. È necessario investire sullo sviluppo del porto, delle infrastrutture e sui nuovi settori trainanti legati a ricerca e sviluppo. Portando al completamento, anche con investimenti pubblici, il villaggio della tecnologia sulla collina degli Erzelli, coinvolgendo l’Istituto italiano di Tecnologia». Altro fronte, conclude, è quello legato «al “made in Liguria” che va potenziato creando un marchio regionale d’eccellenza e supportando, anche con investimenti pubblici, la costituzione di consorzi e distretti che operano sulla filiera corta».
Nei prossimi giorni la Repubblica degli Stagisti proseguirà il suo viaggio alla scoperta dei candidati “giovani” di questa tornata elettorale, con l'auspicio che molti di loro possano competere ad armi pari con i più anziani, ottenere la medesima visibilità e di conseguenza la possibilità di essere conosciuti dagli elettori. Perché il rischio, altrimenti, è sempre lo stesso: che gli anziani politicanti facciano fruttare le proprie rendite di posizione, i “bacini elettorali” costruiti in decenni, azzerando lo spazio per il ricambio generazionale.
Sara Grattoggi
Community