La rivista Forbes l’ha inserita nelle 15 startup da tenere d’occhio nel 2015. Perché agli innamorati dell’Italian style vuole offrire il lusso di occhiali 100% Made in Italy, ma ad un prezzo accessibile. Si chiama Quattrocento eyewear la startup di Eugenio Pugliese e Sharon Ezra, che sta crescendo all’ombra di Speed Mi Up, l’incubatore dell’università Bocconi e della Camera di Commercio di Milano che proprio in questi giorni ha aperto il bando per la selezione 2015.
Nel nome di Quattrocento c'è un rimando allo spirito del Rinascimento, quando il tocco dell’artigiano si confondeva con quello dell’artista, fondendo bellezza e capacità di innovazione. “Starting the Second Renaissance” è il motto che accoglie i visitatori del loro portale. Ed è questa l’ispirazione che guida i due soci, entrambi 27enni: occhiali artigianali, realizzati da piccole aziende italiane. E venduti online, a 105 euro, completi di lenti graduate, con la possibilità di provarli e mandarli indietro.
«Il mondo sta cambiando: non sono in molti ad essere disposti a spendere troppo per occhiali di qualità. Quella dell’occhiale è un’industria con molti passaggi. Vogliamo tagliarli, per abbattere i costi, proponendo però un prodotto valido e dando lavoro a piccole realtà altrimenti schiacciate dalla concorrenza globale e dal made in China», spiega Eugenio Pugliese, business developer del progetto, calabrese di nascita, milanese di adozione, con studi di finanza alla Bocconi e una tradizione familiare nel settore. Sharon l’ha incontrata in un wifi cafè: lei, israeliana d’origine, è stilista e designer, ed ha alle spalle esperienze nell’alta moda e un master all’istituto milanese di moda e design Marangoni. La sua mano disegna le collezioni di Quattrocento, realizzate poi con materiali come l’acciaio inox laserato e l’acetato plasmati su linee geometriche e ultralight.
Finanza e design: il mix delle loro esperienze è stato il seme che ha fatto nascere il business plan di Quattrocento. E li ha portati a cercare investitori non solo in Italia ma in tutto il mondo. Sette business angels hanno creduto nel progetto, tra cui realtà internazionali come Kima Ventures e Avishai Abrahami, e che hanno consentito ai due imprenditori ventenni di radunare un capitale di 250mila euro con cui partire. Quattrocento eyewear è nata ufficialmente nell’ottobre 2014, con la forma di srl innovativa.
E Speed Mi Up in tutto questo? Fondamentale soprattutto per i servizi di consulenza nel marketing strategico e per la garanzia di indipendenza finanziaria: «Cercavamo un incubatore a Milano, luogo determinante per un progetto come il nostro a metà tra il tech e il fashion. Per noi, poi, era fondamentale trovare un incubatore che non entrasse nel capitale, per non avere ingerenze nella struttura societaria», precisa Pugliese, che non si scandalizza di fronte al contributo mensile di quasi 600 euro che Speed Mi Up richiede alle startup che incuba: «È lo scotto per non avere appunto ingerenze. Ma in fondo è la stessa cifra che spenderemmo solo per avere degli spazi di coworking».
Nella fase di selezione, racconta, conta la validità del business plan. «E’ importante inserire dati completi ma sintetici. Il nostro business plan era già pronto perché l’idea l’avevamo già maturata. Questo ci ha consentito di entrare in una shortlist di venti finalisti, di discutere il nostro progetto di fronte al Comitato e di risultare poi tra i cinque progetti vincitori».
Quattro mesi di training, con lezioni e seminari per assimilare i segreti del marketing e del business strategico, seguiti poi dalla supervisione di un professore della Bocconi in qualità di tutor. «Abbiamo ricevuto un grande supporto: un percorso che non avremmo fatto altrimenti». E che ha portato i due a lanciare il sito internet, fulcro dell’attività di Quattrocento, nel novembre scorso. L’attività è partita ufficialmente solo a gennaio, con un marketing online spinto. Nel curriculum, la partecipazione a tre eventi fieristici e un team che si è già allargato a cinque persone.
«Al momento siamo ancora dentro Speed Mi Up. Non voglio dare numeri ufficiali: è ancora troppo presto. Non so ancora quando raggiungeremo il breakeven. Come fondatori, ne ricaviamo il minimo per vivere e cerchiamo di reinvestire tutto in marketing» confida Pugliese: «Però i risultati di questi primi mesi sono già importanti». Citazioni su riviste internazionali e testimonial come i tre tenorini de Il Volo, vincitori dell’ultimo festival di Sanremo, costellano già il profilo Facebook dell’azienda. Lo sguardo però adesso è puntato sui mercati esteri, Inghilterra e Germania soprattutto, con l’intenzione di rivolgersi poi oltre i confini europei - verso Stati Uniti, Sud Africa e Corea del Sud. Eugenio Pugliese e Sharon Ezra non sembrano temere concorrenti, anche i più agguerriti come gli americani di Warby Parker: «Sono forti, ma vendono occhiali fatti in Cina. Noi puntiamo sull’origine del prodotto. Ci rivolgiamo a chi vuole spendere in modo intelligente».
Maura Bertanzon
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