La media del 4. Questo è il voto che finora i giovani italiani danno alla Garanzia Giovani, il grande piano di matrice europea che dovrebbe attivare tutti i Paesi Ue dove la disoccupazione giovanile è più forte in modo da non lasciare soli questi giovani, accompagnandoli al lavoro e fortificando la loro "occupabilità". Un piano che prevede, in Italia, l'iscrizione attraverso un portale e poi la chiamata presso i servizi per l'impiego, che entro quattro mesi devono poi garantire al giovane senza lavoro una proposta concreta - che può essere una offerta di un ulteriore periodo di formazione, un accompagnamento al lavoro, un contratto di apprendistato, una opportunità di tirocinio, un percorso di servizio civile, un sostegno all’autoimprenditorialità, una proposta di mobilità professionale all’interno del territorio nazionale o in Paesi Ue… Insomma, una azione di politica attiva del lavoro.
Il programma Garanzia Giovani è stato "aperto" in Italia il primo maggio: la data molto significativa, voluta dal ministro Poletti, era quella della festa dei lavoratori. Da allora ad oggi oltre 330mila under 30 si sono iscritti, e oggi il ministero del Lavoro ha annunciato in conferenza stampa i dati sulla iniziativa.
Anche noi abbiamo dei dati. Sono i primi risultati, ancora naturalmente parziali, del monitoraggio informale che la Repubblica degli Stagisti sta portando avanti da metà ottobre insieme all'associazione Adapt. Sono i dati dei primi 1.580 giovani che hanno voluto rispondere al nostro questionario, raccontando il loro contatto con la Garanzia Giovani, e anche dando un giudizio.
Da lì viene quel 4. Dalla valutazione che questi 1.580 giovani hanno dato, in media, della efficacia del piano Garanzia Giovani basandosi sulla propria personale esperienza, su come è andata l'iscrizione al portale, sui tempi di attesa prima di essere convocati, sul primo colloquio di persona, sulle informazioni ricevute dai centri per l'impiego.
Abbiamo raccolto i primi dati in questo piccolo dossier pdf, dando loro una veste grafica colorata e facilmente leggibile. Sono risultati interessanti: si scopre per esempio che il 32% dei partecipanti al monitoraggio, prima di iscriversi a Garanzia Giovani, non aveva mai utilizzato i servizi per l'impiego. Questo è positivo, perché significa che una fetta importante di giovani è stata invogliata a iscriversi al centro per l'impiego, uscendo dalla zona grigia degli "inattivi" e diventando quindi tracciabile e in un certo senso "aiutabile". Ma portare gli under 30 al centro per l'impiego non è abbastanza: bisogna anche assicurarsi che ricevano un servizio di qualità.
E qui i primi risultati del monitoraggio evidenziano una situazione che eufemisticamente si potrebbe definire "con ampio margine di miglioramento": due mesi in media l'attesa per essere chiamati a colloquio, una volta compiuta l'iscrizione; e poi nella maggior parte dei casi i ragazzi segnalano di aver ricevuto, al famoso primo incontro di persona presso i servizi all'impiego, solamente un generico riferimento a future offerte di lavoro o di stage (43,5%) o di non aver ottenuto “nulla di concreto” (40%).
E così si torna al 4. Che è un punto di partenza, non un voto finale. Il ministero del Lavoro e le Regioni non si devono deprimere o offendere per questo dato: tutto è ancora nelle loro mani. Si può ancora lavorare per modificare la percezione, per fornire ai giovani iscritti alla GG un servizio più efficiente ed efficace, per farli sentire davvero seguiti e sostenuti. Quel 4 può essere migliorato: l'obiettivo di arrivare alla sufficienza, e magari anche superarla, non è fuori portata. L'importante è tenere occhi e orecchie aperti.
A partire dal dato più significativo di questi primi risultati - lo ripetiamo, assolutamente parziali - del monitoraggio: e cioè le aspettative dei giovani. Inutile fare gli struzzi: i giovani italiani dalla Garanzia Giovani si aspettano di trovare un lavoro. Così ha risposto il 61% dei nostri primi partecipanti: nello specifico, il 27% ha risposto proprio "trovare un lavoro" e un ulteriore 34% ha aggiunto "ma mi accontenterei anche di uno stage". C'è poi un 7% circa che cerca espressamente uno stage, un 8,5% che spera di ricevere un supporto nella ricerca di un impiego e un altro 8,5% che vuole rafforzare il suo cv per poi trovare più facilmente un lavoro. E non va ignorato quel 14% che ammette candidamente di essersi iscritto "a perdere", senza nutrire nessuna aspettativa e quindi nessuna fiducia nei confronti dell'iniziativa. Qui sta la sfida per il governo e le Regioni: far funzionare la Garanzia Giovani, per non deludere centinaia di migliaia di giovani italiani.
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