Fabiana Alessi e Gaia Mutti sono due vincitrici del bando “Torno Subito” 2014. Fabiana, 30 anni, una laurea magistrale in Architettura, ha scelto Londra per un corso intensivo di inglese di quattro settimane, associato a uno stage (che nell'ambito di questo progetto viene definito work experience) nella filiale dell’italiana “Art Container”, una società specializzata in progettazione architettonica attraverso il riciclo di container Iso marittimi. E dal 22 aprile è entrata nella seconda fase del progetto, con uno stage nell’assessorato ai Lavori pubblici del Municipio V di Roma. Gaia, invece, 24 anni e una laurea in Scienze politiche – Relazioni internazionali, dopo un master per “Esperti in sistemi di gestione aziendale (Qualità, ambiente, energia e sicurezza)” a Milano, è entrata come tirocinante in Officinae Verdi, joint venture del Gruppo Unicredit e della Fondazione Wwf, a Roma. E dopo due mesi la società le ha offerto di interrompere lo stage per offrirle un contratto di collaborazione a progetto per sei mesi.
Sono solo due delle storie dei 513 vincitori del bando 2014 [nella foto in alto]: laureati per l’88% e donne per il 63%. Se Fabiana ha scelto di specializzarsi all’estero (come il 52% dei ragazzi selezionati) e ha optato per uno stage finale nel pubblico, Gaia è rimasta in Italia e ha scelto come partner per il tirocinio un’azienda privata (come il 40,35% dei vincitori 2014). Entrambe, però, hanno costruito il proprio progetto partendo da uno specifico settore di interesse.
«L’opportunità che dà “Torno Subito” è quella di costruirti un percorso su misura» racconta Fabiana [nella foto a sinistra]. «Io mi ero laureata con una tesi in cui avevo progettato un polo culturale “recycle” nel Municipio V di Roma, con residenze temporanee d’artista costruite usando container Iso marittimi. E ora, nello stesso Municipio, sto lavorando alla riprogettazione dell’area del mercato di Tor Sapienza proprio con i container». Anche Gaia, dopo una tesi sulle fonti rinnovabili, ha scelto «un master molto tecnico e uno stage in una società che fornisce consulenze e servizi su efficienza energetica e energie rinnovabili» perché voleva specializzarsi nel settore. «Avevo già fatto un colloquio in quell’azienda» racconta «ma all’epoca non ero ancora laureata e stavo facendo un altro tirocinio, mentre loro cercavano laureati disponibili full-time. Includendoli come partner nel mio progetto per “Torno subito” ho avuto una seconda chance». Se Gaia era fresca di laurea, Fabiana aveva già lavorato con un contratto di sostituzione maternità in un’azienda di design. «Ero però nell’ufficio acquisti» spiega «quindi ho deciso di candidarmi per “Torno subito” sia perché alla scadenza del contratto ero rimasta senza impiego che per provare a reinserirmi nel mondo del lavoro come architetto».
L’esperienza, finora, per entrambe è stata «positiva». Ma non sono mancate alcune difficoltà, legate soprattutto all’entità e all’erogazione dei fondi con le vecchie modalità. «Il bando 2014 prevedeva, prima della partenza, solo l’erogazione di un acconto del 50% dell’intero budget previsto, che non bastava per sostenere i costi all’estero. Calcolando che già gli 860 euro al mese che la Regione dà per le spese di soggiorno nel Regno Unito sono pochi e che l’anno scorso non era prevista un’indennità per la work experience all’estero» spiega Fabiana. «Per i primi mesi a Londra avevo preso una stanza in affitto in un appartamento, insieme a altri ragazzi, ma costava 660 sterline al mese. Poi, per fortuna, avevo amici lì che mi hanno ospitata per l’ultimo periodo». «Ho dovuto comunque dovuto ridurre la work experience a Londra da otto mesi a sei» Fabiana «ma è stata lo stesso un’esperienza importante, che probabilmente non avrei potuto fare senza il finanziamento della Regione».
Anche per Gaia [nella foto a destra] far quadrare i conti a Milano non è stato semplice: «Per la Lombardia erano previsti 460 euro al mese per l’affitto e 220 per il vitto, riuscivo a rientrarci appena». La Regione e lo staff di “Torno Subito”, però, si sono dimostrati flessibili per quanto riguardava l’erogazione dei fondi. «A un certo punto mi sono trovata in una situazione in cui, per poter pagare il master, avevo bisogno di ricevere la seconda tranche del contributo regionale» spiega «ma, da bando 2014, la seconda tranche poteva essere erogata solo al termine del master. Ho posto il problema, come del resto altri ragazzi, e ci sono venuti incontro anticipando il secondo acconto del 30%».
Anche una volta tornate nel Lazio per lo stage finale, sostenere il costo di un affitto solo con il fondo della Regione si è rivelato pressoché impossibile. «Per fortuna la mia famiglia è di Roma» racconta Fabiana «quindi per il momento sono tornata a vivere con i miei, perché il bando 2014 prevedeva 400 euro lordi mensili di indennità e non sarebbero bastati per vitto e alloggio». Gaia, invece, che è di Vicovaro - un paese a 45 chilometri da Roma - continua a fare la pendolare: «Sto risparmiando perché anche con il nuovo contratto non potrei ancora coprire tutte le spese. Ma sono contenta perché le prospettive lavorative sembrano incoraggianti».
Fabiana, invece, non nasconde la preoccupazione per settembre, quando il suo stage nel Municipio V finirà: «Il lavoro che faccio ora mi piace molto. Sarebbe il sogno di una vita perché mi sto occupando di un progetto che mi appassiona e per cui ho studiato a lungo. Ma le speranze di poter continuare poi a lavorare per il Comune di Roma purtroppo credo siano poche. E l’ansia per il futuro c’è». Certo, ammette, «ho scelto io uno stage in un’amministrazione pubblica, privilegiando il rapporto con un territorio che già conoscevo su altri fattori. Mi interessava lavorare sullo sviluppo di progetti di architettura sostenibile nel pubblico, quindi è stata una scelta consapevole. Forse però, per il futuro, si potrebbe rafforzare il ruolo della Regione nella fase di inserimento nel Lazio, nell’ottica di garantire ai candidati prospettive occupazionali più a lungo termine».
Sara Grattoggi
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