Eleonora Voltolina
Scritto il 10 Gen 2022 in Notizie
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La normativa sui tirocini extracurricolari potrebbe essere migliorata? Certo. Non sarebbe opportuno ridurre il raggio d'azione di questo strumento? Eliminare per esempio la possibilità che venga usato su persone in età avanzata, o con alti titoli di studio e/o esperienza lavorativa pregressa, o per progetti formativi focalizzati su mansioni semplici e ripetitive? Ovvio che sì. Non bisognerebbe limitare la possibilità di fare stage ai momenti di apprendimento, permettendo solo agli studenti di essere stagisti? Perché no – prevedendo un adeguato periodo ponte, ovviamente. In Francia gli extracurricolari non esistono, e il sistema funziona abbastanza bene.
Ma è questo il momento, in Italia, per abolire gli stage extracurricolari? O anche solo per limitarne drasticamente la possibilità di utilizzo? Proprio no.
Se si eliminassero – o si limitasse fortemente l'accesso a – gli stage extracurricolari, la normale conseguenza sarebbe, ove possibile, un “travaso” verso quelli curricolari. Dunque bisogna prima ben assicurarsi di avere una buona legge sui tirocini curricolari... Che attualmente non c'è. Ancora ci basiamo su un decreto ministeriale vecchio di un quarto di secolo, il dm 142/1998! Una normativa assolutamente inadatta a gestire la situazione di oggi, e che peraltro era stata pensata per tutti i tirocini, ben prima che venisse sancita una differenziazione tra curricolari ed extracurricolari, con tanto di due competenze normative differenti (extracurricolari alle Regioni, curricolari allo Stato).
Prima di fare qualsiasi cosa sui tirocini extracurricolari nel senso di una “stretta”, bisogna ottenere una buona legge sui curricolari. Una legge che tuteli questi studenti-tirocinanti, che garantisca una indennità mensile per quelli non brevissimi, che imponga di tracciare anche questi tirocini (che ad oggi non lo sono!) e di monitorarne l'utilizzo e l'esito.
Abolire o anche solo ridurre fortemente i tirocini extracurricolari prima di avere una garanzia rispetto ai curricolari sarebbe pura follia. Sarebbe buttare il certo per l'incerto, sarebbe cestinare l'unica categoria di tirocini per i quali – faticosamente – siamo riusciti, negli ultimi 7-8 anni, a ottenere dei diritti e delle tutele. Buttare via i tirocini “di serie A”, quelli che per legge non possono essere gratuiti, quelli che vengono monitorati, e tenerci solo i tirocini “di serie B”, che non offrono alcuna garanzia ai tirocinanti, non sarebbe certo una mossa avveduta. Anzi, sarebbe un clamoroso autogol.
Fortunatamente avere una buona legge sui tirocini curricolari non è più un miraggio. Finalmente infatti è stata incardinata, proprio nelle scorse settimane, la discussione alla Camera di una proposta di legge (anzi, tecnicamente due) che mira proprio a riformare il quadro normativo dei tirocini curricolari, offrendo più diritti, garanzie e trasparenza.
La proposta di legge a prima firma Massimo Ungaro, oggi deputato di Italia Viva dopo l'elezione nelle liste del Partito democratico nella circoscrizione Estero, dal titolo “Istituzione e disciplina del tirocinio curricolare per l’orientamento e la formazione dei giovani”, presentata alla Camera quasi quattro anni fa (la conferenza stampa di presentazione ebbe luogo nel lontano settembre del 2018!) propone di rendere obbligatoria anche per i tirocinanti curricolari una indennità mensile di almeno 350 euro, per tutti i percorsi di durata superiore alle 160 ore (all'incirca un mese full-time).
Viene posto un limite massimo alla durata, che dagli attuali dodici mesi passerebbe a tre (480 ore) per mansioni prevalentemente manuali o meramente esecutive, ripetitive, a basso contenuto intellettuale; e sei mesi (960 ore) per mansioni di concetto. La modalità “part-time” diventa, nella proposta di legge, un diritto: se lo studente-tirocinante richiedesse cioè di non fare uno stage a tempo pieno (che equivale a 36-40 ore settimanali), il soggetto promotore e il soggetto ospitante sarebbero tenuti a ottemperare a questa richiesta.
Inoltre la proposta Ungaro ripristina il limite massimo del numero di stagisti conteggiando finalmente di nuovo insieme extracurricolari e curricolari; e introduce il divieto, già previsto dalle linee guida in materia di tirocini extracurricolari, di avviare tirocini curricolari in aziende che hanno appena realizzato licenziamenti o sono in cassa integrazione.
Infine, cosa importantissima, la proposta prevede che tutti i tirocini curricolari di durata uguale o superiore a 160 ore siano soggetti alla comunicazione obbligatoria da parte del soggetto ospitante, superando l'improvvida indicazione del ministero del Lavoro che quindici anni fa, nel 2007, tolse le comunicazioni obbligatorie per i curricolari.
Questo specifico punto è oggetto della seconda iniziativa parlamentare sul tema, a prima firma Rina De Lorenzo, oggi in Liberi e Uguali dopo essere stata eletta in Parlamento col Movimento 5 Stelle; la proposta di legge è intitolata “Modifiche [...] in materia di comunicazione dei tirocini curriculari, e altre disposizioni in materia di proroga dei medesimi” ed è cofirmata da quattordici altri deputati: Elisa Siragusa, Davide Aiello, Alessandro Amitrano, Anna Bilotti, Tiziana Ciprini, Claudio Cominardi, Sebastiano Cubeddu, Jessica Costanzo, Niccolò Invidia, Maria Pallini, Enrica Segneri, Riccardo Tucci, Davide Tripiedi e Virginia Villani, tutti del Movimento 5 Stelle o ex 5 Stelle.
Proprio domattina verrò “audita” alla Camera dalle Commissioni riunite VII (Cultura) e XI (Lavoro), in qualità di fondatrice della Repubblica degli Stagisti, nell'ambito dell'esame delle proposte di legge C. 1063 Ungaro e C. 2202 De Lorenzo (disposizioni in materia di tirocinio curricolare). E dirò che di questa legge c'è assoluto, impellente bisogno.
Eleonora Voltolina
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