Antonio Piemontese
Scritto il 11 Nov 2019 in Approfondimenti
aspi Disoccupazione Inps mini aspi naspi sussidi
La Naspi, che sta per “Nuova assicurazione sociale per l'impiego”, è l'indennità mensile di disoccupazione che ha sostituito Aspi e miniAspi per i casi di disoccupazione involontaria a partire da maggio 2015. I dati mostrano un costante aumento delle richieste. Da gennaio a luglio 2019, ultimo mese per cui sono disponibili le cifre elaborate dall'Inps, le domande presentate sono 1.064.073, in crescita rispetto allo stesso periodo del 2018 (1.022.132) ma sopratutto in crescita dell'11% se si confrontano i dati con quelli del 2017 (in cui le richieste erano state poco meno di 951mila) e addirittura del +19% facendo un confronto con i dati del 2016 (in cui se ne erano registrate poco meno di 892mila).
La regione più rappresentata in questa classifica è la Lombardia, con 151.586 richieste, seguita dalla Campania, 116.504. Fanalini di coda la Valle d'Aosta (4.139) e il Molise (6.102). Ma questo non significa – quantomeno: non necessariamente – che in Lombardia e Campania ci siano più disoccupati che in Valle D'Aosta o Molise: il numero dipende sopratutto dalla popolazione residente in una data regione.
Le eccezioni sono tante e le informazioni che circolano spesso scarse e frammentarie: vale sempre la pena di verificare se si ha diritto alla prestazione consultando gratuitamente un patronato. È importante sottolineare che, con la Naspi, il legislatore favorisce chi apre partita Iva e si mette in proprio, un aspetto interessante e poco noto di cui non si parla abbastanza.
Nella guida che segue – realizzata con la consulenza di Luca Chiarei, responsabile area tecnica patronato Inca Cgil, Milano – la Repubblica degli Stagisti offre ai suoi lettori un vademecum ai principali dubbi di chi si appresta a richiedere questo sussidio.
A chi è rivolta la Naspi?
A tutti i lavoratori dipendenti con esclusione degli operati agricoli (che sono coperti da specifica tutela) e dei lavoratori a tempo indeterminato della pubblica amministrazione. Quindi rientrano nel perimetro anche i soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato, il personale artistico con rapporto di lavoro subordinato, i dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni. La condizione necessaria è aver perso il rapporto di lavoro involontariamente dopo il 1° maggio 2015.
Chi è escluso?
I dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni, gli operai agricoli a tempo determinato e indeterminato, i lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale, i lavoratori che hanno maturato i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato e quelli titolari di assegno ordinario di invalidità, qualora non optino per la Naspi.
Chi termina un tirocinio ha diritto alla Naspi?
No. Solo il versamento dei contributi dà diritto alla prestazione, e con lo stage non se ne versano.
Chi termina un contratto di apprendistato ha diritto alla Naspi?
Sì. Nella Naspi rientrano anche soci lavoratori di cooperative, personale artistico, lavoratori a tempo determinato di aziende pubbliche che prima erano esclusi dall'Aspi.
Chi presenta spontaneamente le dimissioni, quindi, non può accedere alla misura?
Di regola è così. Esistono delle eccezioni: si può percepire la Naspi se le dimissioni sono presentate per giusta causa e per una serie di altre motivazioni. Ad esempio, quando il datore di lavoro propone un trasferimento in una sede eccessivamente distante da raggiungere; per dimissioni intervenute durante il periodo tutelato di maternità, ossia a partire da 300 giorni prima della data presunta del parto e fino al compimento del primo anno di vita del bambino, ma anche in caso di risoluzione consensuale, purché sia intervenuta nell'ambito della procedura di conciliazione presso la direzione territoriale del lavoro.
La Naspi si applica anche ai lavoratori autonomi?
No, si applica solo ai lavoratori dipendenti. Per le collaborazioni coordinate e continuative, anche a progetto, esistono altri strumenti. Per i parasubordinati c'è la DisColl, rivolta a chi lavora in regime di committenza senza partita Iva ed è quindi iscritto in via esclusiva alla gestione separata dell'Inps. Esistono inoltre forme di disoccupazione poco conosciute rivolte ai lavoratori impatriati.
La Naspi si percepisce automaticamente alla cessazione del rapporto di lavoro?
No. È necessario presentare domanda all'Inps, esclusivamente online, utilizzando il servizio dedicato. Sul sito dell'Inps è anche disponibile un tutorial che aiuta nella compilazione della domanda. In alternativa si può telefonare al contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164164 da rete mobile. Infine, si può presentare domanda tramite patronato, che tratterranno una percentuale minima mensilmente per il servizio. Se non si è esperti, è consigliabile farsi assistere, per evitare errori che potrebbero pregiudicare l'erogazione. In tutti i casi, il termine massimo entro cui presentare domanda di Naspi è di 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro. Ma ci sono deroghe che è bene conoscere, ad esempio per maternità, lmalattia o licenziamento per giusta causa.
Quali sono i requisiti?
Per percepire la Naspi bisogna rispettare un requisito lavorativo minimo di trenta giornate lavorate nell'ultimo anno dalla data di cessazione del rapporto, e un requisito contributivo di almeno tredici settimane di contribuzione negli ultimi quattro anni.
Quanto si percepisce? E per quanto tempo?
Si percepisce il 75% retribuzione media degli ultimi quattro anni. La prestazione dura la metà dei mesi lavorati negli ultimi quattro anni, e al massimo un totale di ventiquattro mesi.
Ci sono dei massimali riguardo all'importo percepito?
Certo. Si può percepire un massimo di 1.328 euro lordi.
È possibile percepire la Naspi e aprire partita IVA per avviare una nuova attività in proprio?
Sì, ma bisogna comunicarlo all'Inps, che provvederà eventualmente a rimodulare la prestazione. Per chi apre partita Iva c'è un'importante agevolazione: a titolo di incentivo all'imprenditorialità è possibile richiedere il versamento della Naspi in un'unica soluzione entro trenta giorni dall'apertura della partita Iva stessa. È importante informarsi bene su questo aspetto e sul fatturato limite, preferibilmente rivolgendosi all'Inps in forma scritta: le conseguenze possono essere onerose.
E se la partita Iva è preesistente?
Alla richiesta di Naspi è sempre necessario comunicare il possesso di una partita Iva, anche se silente. Anche in questo caso, meglio farsi assistere.
Quando la prestazione è sospesa?
La prestazione è sospesa in caso di rioccupazione con contratto di lavoro subordinato di durata non superiore a sei mesi o nuova occupazione in paesi dell'Ue o con cui l'Italia ha stipulato convenzioni bilaterali in materia. Nel primo caso, l'indennità è sospesa d'ufficio per la durata del rapporto di lavoro sulla base delle comunicazioni obbligatorie, salvo che il beneficiario della prestazione non effettui la comunicazione del reddito annuo presunto ai fini del cumulo, e sempre che il reddito sia inferiore a 8mila euro.
Quando si decade?
Il lavoratore decade dal diritto alla prestazione se perde lo stato di disoccupazione, inizia un'attività di lavoro subordinato di durata superiore a sei mesi o a tempo indeterminato senza comunicare all'Inps il reddito presunto che ne deriva entro un mese dall'inizio del rapporto di lavoro o dalla data di presentazione della domanda, se il rapporto lavorativo era preesistente.
Ci sono dei limiti di reddito annuale oltre i quali si decade dalla Naspi?
Sì. Per il lavoratore dipendente la soglia è fissata al raggiungimento degli 8mila euro di reddito annuale. Per il lavoro autonomo, la soglia è di 4.800 euro.
Con la Naspi si versano i contributi previdenziali?
Sì. In pratica, è come aver lavorato. Il versamento dei contributi avviene in automatico, senza alcuna necessità di intervento da parte del cittadino: già dal mese successivo i contributi sono visibili sulla pagina INPS relativa alla propria posizione previdenziale.
Mentre si percepisce la Naspi si può effettuare un tirocinio che preveda una indennità mensile?
La risposta varia da regione a regione: è necessario verificare la normativa locale direttamente con l'Inps oppure contattando un patronato.
a cura di Antonio Piemontese
Community