EvolvU, il progetto di ManpowerGroup per investire sul talento

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 30 Set 2022 in Notizie

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Raggiungere il target della generazione Z per inserire nuovi talenti in azienda: da qui parte il progetto EvolvU che l'agenzia per il lavoro Manpower, che fa parte del network di aziende virtuose della Repubblica degli Stagisti, ha ideato per i neolaureati under 30, nativi digitali, interessati a intraprendere una carriera nel mondo delle risorse umane.

Il progetto nasce quest’anno con l’ambizioso obiettivo di assumere fino a cinquanta giovani attraverso uno stage di soli tre mesi seguito poi da due anni in apprendistato con job rotation. I candidati sono venuti a conoscenza dell’iniziativa attraverso la campagna di comunicazione #GuessTheRiddle (letteralmente “risolvi il rompicapo”) lanciata sui social network e pensata proprio per la generazione Z: una challenge composta da cinque quiz con l’ulteriore funzione di fornire una prima valutazione sui giovani partecipanti. Dopo una prima fase pubblicitaria del programma,
Manpower ha iniziato la promozione su stampa e territori coinvolgendo le oltre duecento filiali e le università.

«Per individuare, attrarre e selezionare i giovani talenti della GenZ non si possono più utilizzare metodi di recruiting “tradizionali”» spiega Daniela Caputo, direttrice Marketing Communication and Innovation di ManpowerGroup Italia alla Repubblica degli Stagisti: «Essendo quella la generazione dei primi veri nativi digitali, abbiamo deciso di portare il processo di selezione nel contesto a loro più familiare: i social». Non è stato però solo uno spostamento su canali diversi, perché «abbiamo sperimentato anche una modalità innovativa: quella della “challenge”, che propone una sfida agli interessati prima di candidarsi. I nostri obiettivi erano raggiungere il target d’interesse e incuriosirlo verso la nostra proposta. Il futuro dell’Hr si giocherà sul saper governare le sfide di un mondo del lavoro, anzi di un mondo dei lavoratori, in forte cambiamento».

Il nuovo metodo di selezione è stato costruito dopo aver analizzato il target di riferimento, ovvero i nati tra il 1995 e il 2010, la prima generazione di nativi digitali. In questa categoria quasi otto su dieci si descrivono come personalmente responsabili della propria carriera; cercano stabilità economica più dei Millennials, sono più disponibili a lavorare molto anche se preferiscono una routine e un lavoro organizzato e sono sensibili a una cultura aziendale focalizzata su green, diversity equity e inclusion.

La maggior parte dei trentuno candidati arrivati in cima al percorso di selezione ha svolto prima uno stage con il consueto rimborso spese mensile di 500 euro previsto da Manpower ma una durata più breve del solito, di soli tre mesi. Ed è entrata a far parte di un'azienda già giovane, visto che l'età media è intorno ai 38 anni. Dopo la fine del percorso formativo i giovani hanno cominciato i due anni di apprendistato in tre job rotation di quattro mesi ciascuna e chiusura degli ultimi 12 mesi nella posizione di destinazione, con una retribuzione annua lorda del terzo livello del contratto collettivo del commercio, pari a oltre 25mila euro. Le assunzioni nell'ambito del progetto EvolvU hanno toccato tredici regioni italiane in cui sono presenti filiali Manpower: Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana e provincia di Trento.

La parte di gioco usata per selezionare gli under 30 prevedeva alcuni quiz di matematica, cultura generale e logica per cui era necessario spesso applicare il pensiero laterale, cioè la capacità di osservare un problema da diversi punti di vista. «Questa challenge non serviva solo ad attirare i candidati», osserva Daniela Caputo, «ma era parte integrante del processo di selezione. I talenti che vogliamo inserire in azienda, infatti, devono essere dotati anche di soft skill come il pensiero laterale e il decision making. Siamo convinti che le professioni delle Risorse umane debbano sapersi aggiornare e reagire di continuo a scenari in costante trasformazione. Spesso la GenZ ha saputo sviluppare queste competenze in autonomia, magari attraverso i videogiochi, per questo sono un target per noi molto interessante».

«L'obiettivo di #GuessTheRiddle non era solo di inserire giovani GenZ in azienda, quanto di conservare nel tempo l'equilibrio generazionale, che consente di avere un mix ottimale per favorire il confronto e lo scambio di idee, garantendo anche un bilanciamento corretto tra esperienza e continua innovazione», aggiunge Caputo. Ed è proprio per gli esiti positivi ottenuti che Manpower continuerà ad assumere giovani nei prossimi anni e a lanciare nuove edizioni di questo progetto o nuove iniziative simili.

In più il progetto ha permesso ai candidati di far emergere durante le fasi della selezione qualità diverse dalla tradizionale modalità di recruiting: «Oltre a essere più attrattivo come modalità di ingaggio, un processo di selezione che passi anche attraverso una fase di gioco riesce a svelare molte più informazioni sulle capacità del candidato. In particolare per quanto riguarda le soft skill» riflette Caputo, «sempre più importanti e richieste dalle aziende, ma difficili da far emergere con un colloquio tradizionale». Invece con questa modalità innovativa adoperata da Manpower è possibile per il candidato svelare maggiormente i propri punti di forza e le proprie potenzialità.

La risposta dei giovani è stata positiva: «Abbiamo rilevato grande entusiasmo e motivazione da parte di tutti i candidati, in particolare grazie alla modalità innovativa di contatto e selezione. I candidati dicono di essersi trovati molto più a loro agio a interagire con noi attraverso i social e il gioco rispetto alla modalità tradizionale di colloquio di lavoro di persona in filiale. Ed è proprio il risultato che volevamo ottenere».

 Marianna Lepore

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