Stampano in 3D e programmano schede Arduino: sono i maker, gli artigiani digitali che stanno riscrivendo le regole dell'innovazione. I migliori a livello italiano si ritroveranno dal 16 al 18 ottobre alla Maker Faire di Roma. E per loro Italia Lavoro lancia una sfida: realizzare un prodotto che rappresenti al meglio le “Botteghe di mestiere e dell'innovazione”, iniziativa rivolta ai giovani disoccupati.
Si svolgerà dunque questo fine settimana la seconda edizione della Maker Fair Roma, versione europea della manifestazione lanciata nel 2006 negli Stati Uniti dalla rivista Maker. Ospitata dall'università La Sapienza di Roma in uno spazio di oltre 15mila metri quadrati, metterà in mostra oltre 700 invenzioni presentate da più di 600 espositori, selezionati tra gli oltre 1.300 che hanno aderito alla Call for Makers: il bando, chiuso a metà giugno, ha permesso di selezionare i partecipanti. L'iniziativa è stata promossa da Asset Camera, azienda speciale della Camera di Commercio di Roma, e fortemente voluta da Massimo Banzi, ideatore della scheda di programmazione Arduino, e dal Digital Champion Riccardo Luna. Il tutto condito da un ricco programma di workshop e seminari e da un'area riservata ai più piccoli, dove bambini e bambine dai 5 anni in su potranno imparare a programmare.
In una fiera dedicata all'innovazione non poteva mancare uno spazio dedicato ai droni. E infatti è stata allestita una voliera alta 22 metri che copre una superficie di 300 metri quadrati all'interno del quale i modelli ideati dai maker italiani potranno mostrare le loro capacità. Per non parlare del padiglione dedicato al cibo e all'agricoltura, dove sarà possibile stampare una crepe in 3D, bere un cocktail preparato da un robot e coltivare piante aromatiche in un orto verticale. Ma alla Maker Faire ci saranno anche i ragazzi selezionati tra gli oltre cento istituti tecnici che hanno partecipato alla Call for Schools. Sono trenta gli stand all'interno del quale questi giovani artigiani digitali potranno presentare i progetti che hanno ideato e realizzato durante l'orario scolastico. Accanto a loro università e centri di ricerca, anche loro pronti ad illustrare le loro idee per declinare l'innovazione.
Protagonista di questa edizione sarà anche Italia Lavoro. Già lo scorso anno la società controllata dal ministero dell'Economia e delle Finanze aveva iniziato a sostenere il movimento Makers, presentando un manifesto in dieci punti, un documento che indicava le azioni che IL intendeva mettere in campo per sostenere l'occupazione giovanile attraverso l'artigianato digitale. In occasione della Maker Faire di quest'anno, la società controllata dal Mef ha indetto un concorso dal titolo “Una sfida per i makers”. Entro dopodomani, mercoledì 14 ottobre, gli artigiani possono inviare una loro idea per realizzare un gadget che racconti l'esperienza “Botteghe di mestiere e dell'innovazione”, un bando per l'inserimento di giovani disoccupati in azienda attraverso tirocini formativi che nella sua prima edizione ha coinvolto più di 2mila aziende riunite in 140 botteghe e ha permesso a 3.300 ragazzi e ragazze di effettuare uno stage.
Il concorso mette a disposizione complessivamente 38mila euro, risorse che serviranno a finanziare la produzione dei gadget che risulteranno vincitori. La giuria terrà conto in modo particolare di quei progetti che rispetteranno i principi di autosostenibilità, prevederanno l'impiego di materiali riciclabili e di tecnologie innovative che abbraccino tutto il processo produttivo, dalla fase di progettazione a quella di commercializzazione. Un'attenzione verso il mondo makers che non si esaurisce qui: sta infatti per partire la seconda edizione di Botteghe di mestiere. Bando che questa volta prevederà dei meccanismi di premialità per quelle aggregazioni di imprese che parteciperanno garantendo attenzione al mondo dell'innovazione. Ad esempio coinvolgendo quelle realtà come i Fablab, così si chiamano le officine digitali, capaci di aggiungere know how alle aziende. E facendo così da cinghia di trasmissione dell'innovazione nel mercato del lavoro.
Riccardo Saporiti
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