«Così choosy da non accettare l'elemosina». Suona così la campagna di mail bombing sostenuta dalla Cgil Sicilia contro la ministro del Welfare Elsa Fornero, finita nel mirino del sindacato per un programma di tirocini lanciato dal dicastero dell'Economia e delle Finanze. Un bando aperto lo scorso 26 novembre, al quale è possibile candidarsi entro venerdì 7 dicembre, che offre 34 tirocini nelle diverse sedi del Mef. Prevedendo un rimborso spese pari a 7 euro al giorno - che per giunta saranno erogati solo «compatibilmente con le disponibilità di bilancio».
«Una cifra di questo genere è ridicola, insufficiente a coprire i costi di trasporto, di abitazione e di sopravvivenza anzitutto per chi non vive nel luogo dello stage» è la condanna di Andrea Gattuso [sotto nella foto di Salvatore Contino] membro della direzione Cgil Sicilia. Di qui l'idea di inondare le caselle di posta elettronica del ministero con una mail che ha come oggetto lo slogan di questa campagna: «Cara Fornero, siamo così choosy da non accettare l'elemosina», espressione che riprende il termine utilizzato dalla stessa ministro per definire i giovani italiani che non riescono a trovare lavoro.
Perché, però, se il bando è stato emesso dal ministero dell'Economia tramite la Fondazione Crui il sindacato si scaglia contro la titolare del Welfare? Il manifesto diffuso a sostegno di questa campagna ricorda che la riforma del lavoro che porta il nome della ministro ha introdotto «il rimborso spese obbligatorio per gli stagisti». Affermazione di un principio che stride con i 140 euro mensili garantiti dai percorsi formativi proposti dal Mef. La realtà dei fatti, però, è un po' più complessa. Intanto va detto che il Tesoro propone questo programma da anni - almeno dal 2010 - e sempre, come denunciato dalla Repubblica degli Stagisti, alle medesime condizioni: 7 euro al giorno. Si può certamente discutere sul valore che, secondo uno dei più importanti ministeri italiani, viene conferito al tempo di tanti giovani (peraltro laureati con un punteggio di almeno 100 su 110).
Ma la realtà è che i 140 euro mensili dei quali parla la Cgil Sicilia, calcolando 20 giorni di stage al mese, non hanno nulla a che vedere con la «congrua indennità» per i tirocinanti introdotta dall'articolo 12 della riforma del lavoro. Intanto perché, come ha raccontato a RdS Domenico Bova di Italia Lavoro, pare che questo rimborso minimo - se mai verrà fissato - nelle intenzioni del governo si aggirerà sui 500 euro. Ma soprattutto perché questa norma non è ancora esecutiva, visto che l'ammontare dell'indennità dovrebbe essere definita dalla Conferenza Stato-Regioni, che ha tempo fino a metà gennaio 2013 per definirla.
E quindi l'interrogativo rivolto alla Fornero, «che fine hanno fatto le sue promesse sui tirocini?», dovrà attendere almeno altri 40 giorni per poter essere posto. Il che rende quantomeno pretestuosa la locandina a sostegno di questa campagna, che invece ritrae la titolare del Welfare. L'iniziativa dei giovani della Cgil Sicilia, che nei mesi scorsi hanno presentato una legge regionale di iniziativa popolare per introdurre il rimborso spese obbligatorio per i tirocini attivati sull'isola, ha avuto un certo eco sui media nazionali: ne ha scritto, ad esempio, Lorenzo Salvia sul Corriere della Sera. Il bando scade venerdì 7 dicembre, ma i promotori hanno deciso di mobilitarsi con un mail bombing che continuerà ben oltre questo termine. L'obiettivo, spiega Gattuso, è «restituire dignità allo strumento dello stage». Il che «significa in primo luogo renderlo possibile a tutti prevedendo adeguate borse di studio, ricondurlo alla sua missione originaria persa per strada soprattutto nelle aziende, e garantire in ogni circostanza e in ogni contesto i diritti di chi vi si avvicina».
Riccardo Saporiti
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