Marianna Lepore
Scritto il 05 Lug 2018 in Notizie
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Per i tanti stagisti che ogni anno affollano le stanze del Parlamento europeo c'è una buona notizia. Il 3 luglio, infatti, l’ufficio di Presidenza dell’Europarlamento ha adottato le linee guida che modificheranno le regole sugli stage negli uffici degli eurodeputati. Introducendo un rimborso spese obbligatorio a favore degli stagisti. Una notizia accolta con «orgoglio e felicità» da Brando Benifei, eurodeputato Pd e copresidente dell’Intergruppo Giovani.
«L’adozione delle linee guida è il frutto del lungo e capillare lavoro fatto assieme all’Integruppo, che presiedo, per convincere il presidente Tajani a non rimandare ulteriormente la discussione ai massimi vertici del Parlamento», spiega l’eurodeputato alla Repubblica degli Stagisti. Un risultato ottenuto dopo mesi di incontri e trattative: «Abbiamo lavorato con i vicepresidenti e i questori, incontrandoli uno a uno, per far capire loro che non si poteva più rimandare una riforma delle regole e che come deputati dovevamo dare finalmente l’esempio, autoimponendoci una disciplina che garantisse appieno i diritti degli stagisti a cui offriamo un tirocinio presso i nostri uffici nella sede di Bruxelles. E abbiamo fatto sponda con i membri dell’ufficio di Presidenza più sensibili alle nostre istanze e lavorato con pazienza per convincere anche i più refrattari a chiedere la redazione di queste linee guida e poi la loro adozione, avvenuta a larga maggioranza. La campagna per i tirocini di qualità, però, non è finita e insisteremo per una rapida entrata in vigore della nuova normativa. Ma il passo avanti fatto lunedì scorso è davvero grande».
La notizia è stata commentata positivamente anche da Sylvie-Guillaume, vice presidente del Parlamento europeo del gruppo dell’Alleanza progressista di socialisti e democratici. «I nuovi principi mettono fine ai tirocini senza compenso al Parlamento europeo. Al momento i parlamentari non sono obbligati a garantire un minimo rimborso spese per gli stagisti e la questione del pagamento è lasciata alla discrezionalità dei parlamentari. La riforma adottata, invece, fissa i principi chiave per assicurare agli stagisti di ricevere un rimborso spese decente e di avere un’assicurazione contro la malattia e gli incidenti sul lavoro». Guillaume ricorda che il suo gruppo parlamentare a lungo ha combattuto per ottenere questo risultato, mandando anche nel marzo di quest’anno una lettera al presidente Antonio Tajani chiedendogli di portare in presidenza la questione: «Siamo felici del risultato perché la questione riguarda migliaia di giovani che aspirano a lavorare per l’Unione Europea e il Parlamento deve essere da esempio anche in questo campo. Tutti i tirocini devono essere remunerati». Le linee guida approvate prevedono, comunque, la possibilità della gratuità ancora per una categoria: quella dei visiting students, che per un massimo di otto settimane svolgeranno questi tirocini perché nel proprio corso di studi è prevista l'obbligatorietà di farli.
La notizia dell’adozione delle nuove linee guida è stata ben accolta anche dallo European Youth Forum che da anni si batte per i diritti dei giovani. «È un’importante vittoria oltre che un ulteriore passo in avanti per quanto riguarda la lotta contro gli stage non pagati nelle istituzioni europee. E segue la decisione dell’anno scorso dello European External Action Service di pagare tutti gli stagisti nelle proprie delegazioni», spiega alla Repubblica degli Stagisti Flavia Colonnese, Policy Officer, social and economic inclusion dello EYF. «In entrambi i casi si tratta di risultati positivi e speriamo che queste linee guida vengano presto tradotte in regole vincolanti e che tutte le altre istituzioni a livello sia europeo che internazionale seguano presto l’esempio. È fondamentale che le istituzioni siano le prime ad assicurare che i giovani non vengano sfruttati come manodopera a basso costo o, peggio, gratis». Anche perché, ricorda Colonnese, al momento in Europa i giovani sono il gruppo anagrafico maggiormente a rischio povertà ed esclusione sociale e «gli stage non pagati non fanno altro che perpetuare e peggiorare il problema, perciò vanno eliminati».
La situazione non cambierà, però, dall’oggi al domani. «L’amministrazione dovrà sottoporre all’ufficio di Presidenza del Parlamento una proposta di nuovo articolato regolamentare sulla normativa relativa ai tirocinanti dei deputati e questo, auspicabilmente, avverrà subito dopo la pausa estiva», spiega Brando Benifei. «Poi il Bureau dovrà discutere gli articoli, con facoltà di proporre emendamenti, e poi votare la proposta che a quel punto diventerà efficace. Noi con l’Intergruppo seguiremo da vicino tutte le fasi del processo, per assicurare che i principi espressi nelle linee guida siano interamente salvaguardati e si evitino ritardi strumentali».
E una volta diventate efficaci, le nuove regole saranno valide solo sui contratti di tirocinio stipulati dopo l’approvazione della proposta. «Il nostro obiettivo è che la nuova disciplina sia effettiva ed efficace a partire dall’inizio della prossima legislatura, ovvero nel giugno 2019. Sarebbe un’eredità meravigliosa da lasciare al prossimo Parlamento», osserva l’europarlamentare Pd.
Con le nuove linee guida si prevede di ridisegnare la contrattualizzazione dei tirocinanti (che oggi sono, e continuerebbero a essere, scelti autonomamente dai deputati), affidandola all’amministrazione del Parlamento, come oggi già avviene per gli assistenti accreditati. «Con le nuove regole la protezione sociale e le condizioni di assunzione dei tirocini saranno coperte dal regime del Parlamento, garantendo tutele più trasparenti, ampie ed eque evitando disparità tra stagiaire», spiega Benifei che proprio riguardo alle novità contenute nelle linee guida aggiunge: «Si propone, poi, di introdurre tre categorie di tirocinanti: neolaureati, per periodi standard di sei mesi, giovani senza titolo di studio universitario, per periodi da uno a cinque mesi, e per entrambe queste categorie prevedere un rimborso spese pari a quello percepito dagli stagisti istituzionali del Parlamento, le cosìdette borse Schuman, quindi circa 1.300 euro al mese. E poi come ultima categoria i visiting students, per un massimo di otto settimane, per quanti abbiano nel proprio curriculum di studi l’obbligatorietà di effettuare un tirocinio».
Secondo le linee guida tutti gli stage presso europarlamentari dovranno conformarsi agli standard qualitativi dei tirocini offerti nell’ambito del programma Robert Schumann, ma per conoscere la cifra precisa che verrà garantita agli stagisti bisognerà aspettare. «Secondo la European Quality Charter on Internships and Apprenticeships», alla cui stesura anche la Repubblica degli Stagisti aveva collaborato attivamente a cavallo tra il 2010 e il 2011, «la remunerazione degli stage post laurea non dovrebbe essere inferiore al 60% del reddito medio a livello nazionale, o del reddito minimo nazionale» ricorda Colonnese. Se questa sarà la cifra confermata allora sarà di gran lunga superiore a quanto molti tirocinanti presso il Parlamento europeo o presso i gruppi parlamentari ricevono ora, stando ai dati di un sondaggio fatto nel 2017 dall’Integruppo Giovani. L’anno scorso, infatti, una ricerca aveva evidenziato come almeno un quarto degli stagisti ricevano meno di 600 euro al mese, e l’otto per cento del totale addirittura proprio nessun compenso.
Le nuove linee guida, quindi, rappresentano «un buon inizio, ma ricordiamo che l’aspetto remunerativo, anche se fondamentale, non è di per se sufficiente per garantire esperienze di qualità. È necessario che gli stage siano vere e proprie esperienze formative, con una forte dimensione educativa e che gli stagisti siano seguiti e supportati nel loro percorso», aggiunge la rappresentante dello European Youth Forum: «Se l’obiettivo è assicurare che tutti gli stagisti abbiano accesso alle stesse condizioni offerte per gli stage del programma Robert Schuman, allora gli stagisti dovrebbero avere diritto a ferie, assicurazione contro i rischi di malattia e infortunio e congedi di maternità».
Il cammino è ancora lungo. Ma la battaglia per portare equità tra gli stagisti all’interno del Parlamento europeo, al momento, sembra aver portato a casa un gran risultato. Frutto della determinazione di chi in questi anni non ha mai abbandonato il tema.
Marianna Lepore
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