Luisa Urbani
Scritto il 27 Mar 2020 in Approfondimenti
Coronavirus Laurea triennale laureando tesi di laurea università e lavoro
Quanti sono i laureandi italiani il ministero dell’Università e della Ricerca non lo sa: quindi al momento non si può dire quale sia il numero esatto di studenti universitari in procinto di discutere e festeggiare il traguardo della laurea. Ma come stanno vivendo questo strano momento, e come si stanno laureando durante – e nonostante – il Coronavirus, ce lo raccontano direttamente gli atenei. Che si sono subito attrezzati per garantire la possibilità di discutere le tesi via web e in qualche caso promettono anche che, quando la situazione sarà tornata alla normalità, ci sarà anche la possibilità di ripetere la cerimonia di persona, per poter essere acclamati dottori da parenti e amici come è tradizione – perché una delle cose più tristi per i laureandi di questi giorni, va detto, è proprio il fatto di concludere il proprio percorso di studi in sordina, senza la stretta di mano del proprio relatore, né lacrime di commozione dei genitori, né applausi e festeggiamenti.
Partiamo da alcuni dati certi, quelli forniti alla Repubblica degli Stagisti da nove università contattate nei giorni scorsi. All’università La Sapienza di Roma sono quasi 3.200 gli studenti che diventeranno dottori in questa sessione. I laureandi della sessione di aprile all'università di Firenze, invece, sono un po' meno di 2.300. All’università di Perugia gli studenti che hanno presentato la domanda di conseguimento del titolo finale per la sessione straordinaria sono circa 1600. Alla Bocconi di Milano saranno circa mille gli studenti che si laureeranno nel corso della sessione prevista per il 15, 16 e 17 aprile. A Ferrara quasi novecento persone sosterranno l’esame finale a marzo; altrettante si sono appena laureate a Venezia, all'università di Ca Foscari. Per la sessione di aprile dell’università di Macerata sono attualmente previsti 763 iscritti. All’università Lumsa, tra la sede di Roma e quella di Palermo, i futuri dottori sono circa trecento. All’università Iulm, altro ateneo del capoluogo lombardo, invece, gli studenti che discuteranno la tesi nella prossima sessione saranno poco più di duecento.
Ma come si svolge una laurea ai tempi del Covid? Stando a quanto previsto dal decreto Cura Italia, tutti gli atenei saranno chiusi – almeno – fino al 3 aprile 2020.Le sessioni di laurea si svolgeranno così in via telematica.
Laureando e commissione esaminatrice, ognuno a casa propria, comunicano grazie a piattaforme come Microsoft Teams, Classroom, Google Meet e Moodle che mettono a disposizione una sorta di aula virtuale in cui il candidato espone il proprio lavoro e la commissione comunica il voto finale. L’esito viene annunciato, a seconda del tipo di corso e di ateneo, o il giorno stesso della discussione o in una data differente effettuando un altro collegamento via web. Alcuni atenei invece comunicano il voto direttamente sul portale.
Per agevolare ulteriormente studenti e docenti è previsto che le sedute di laurea programmate per i mesi di marzo e aprile possano slittare fino al 15 giugno 2020. Questo significa che chi si laureerà a giugno sarà considerato comunque in corso e, di conseguenza, esonerato dal pagamento di ulteriori tasse. Slittano di conseguenza anche tutte le scadenze previste per la consegna e la revisione delle tesi.
Una serie di novità che richiede una riorganizzazione degli atenei. Come si stanno adeguando ai cambiamenti imposti dall’emergenza sanitaria? «L’autonomia degli atenei nella gestione del proprio lavoro è un principio imprescindibile» risponde Mimmo Petrazzuoli, capo segreteria del ministero dell’Università e della Ricerca: «Tuttavia data la particolarità della situazione il Ministero, in collaborazione con la Conferenza dei rettori delle università italiane, sta costantemente inviando comunicazioni per informare le università su tutte le decisioni prese del governo. La prima cosa che abbiamo fatto, appena scattata l’emergenza, è stata la realizzazione di una rete che coinvolgesse studenti, rettori e sindacati. Il nostro obiettivo è coinvolgere tutte le parti in causa per far sì che ognuna sappia come orientarsi in queste settimane».
Il lavoro del ministero non si limita al semplice invio di indicazioni. «Stiamo anche verificando, attraverso la Conferenza, come gli atenei stanno gestendo l’emergenza» prosegue il capo segreteria: «Inevitabilmente ci sono realtà che riscontrano maggiori difficoltà nella gestione delle lauree a distanza: per alcuni atenei la didattica on-line è stato un esperimento del tutto nuovo. Proprio per questi motivi il Ministero ha previsto un fondo di sostegno che ammonta a cinquanta milioni di euro. Non è stato ancora stabilito, però, quali saranno le modalità di fruizione». Ogni università, dunque, è libera di gestire come meglio crede le sessioni di laurea. Comun denominatore è il ricorso alla discussione della tesi in remoto.
Per quanto riguarda la gestione della comunicazione con gli studenti, c’è chi contatta gli iscritti con una telefonata, oppure chi preferisce utilizzare la posta elettronica. Altri invece pubblicano avvisi sulle pagine ufficiali dell’ateneo o sui canali social.
Alcuni atenei hanno già concluso le sessioni di laurea. È il caso dell’università Ca Foscari di Venezia, dove quasi novecento studenti sono diventati dottori in via telematica nella sessione di marzo. «Grazie all’impegno di docenti, laureandi e personale tecnico-amministrativo non abbiamo riscontrato nessuno problema nell’uso degli strumenti telematici. Tutto si è svolto nel migliore dei modi» racconta alla Repubblica degli Stagisti Michele Bugliesi, rettore dell’ateneo.
All’università di Ferrara l’11 marzo un'ottantina di studenti ha conseguito il titolo di dottore della magistrale in Economia, mercati e management del Dipartimento di Economia e management. Tra coloro che si devono ancora laureare, invece, ci sono 468 studenti delle lauree magistrali e magistrali a ciclo unico. Per loro discussione e proclamazione avverranno lo stesso giorno. Quattrocento invece gli studenti delle triennali che conseguiranno il titolo dopo una valutazione da parte delle commissioni degli elaborati, scritti e caricati online, e del percorso formativo. Su tale base verrà poi determinato il voto di laurea. A breve si laureeranno anche una cinquantina di infermieri. Le loro discussioni sono state anticipate di oltre due settimane, proprio per immettere nuove forze nel sistema sanitario che, più di tutti, sta soffrendo a causa dell’emergenza Covid.
Altri atenei, come Iulm e Lumsa, invece, stanno definendo gli ultimi dettagli. Il rettore della Iulm Gianni Canova ha inviato a tutti una mail per chiedere chi desiderasse rimandare la discussione alla sessione estiva, senza aggravi di tasse o di oneri di segreteria, e chi preferisse discutere da remoto. Degli oltre cinquecento studenti contattati, oltre duecento hanno scelto di laurearsi subito via web.
Stessa soluzione è stata adottata dallà Lumsa, come spiega alla Repubblica degli Stagisti Giampaolo Frezza, prorettore dell’ateneo. «Attraverso gli uffici amministrativi stiamo contattando telefonicamente tutti i ragazzi per chiedere quando preferiscono laurearsi: a marzo online oppure a giugno, non garantendo però laurea di presenza. Molti vogliono discutere il prima possibile per esigenze legate ad una successiva iscrizione alla magistrale o, come per la facoltà di giurisprudenza, allo svolgimento del tirocinio. Altri preferiscono il metodo tradizionale e optano quindi per giugno, nella speranza che tutto torni come prima» racconta Frezza. «Una volta raccolte tutte le preferenze provvederemo a stilare il calendario per dare il via alle discussioni i primi giorni di aprile».
Oltre a garantire un regolare svolgimento della discussione, gli atenei sono al lavoro per assicurare la presenza di famiglia e amici in un giorno così importante per i loro iscritti. La Iulm, ad esempio, sta valutando di trasmettere in streaming la discussione così che tutti possano assistere.
Nonostante lo stop alla didattica di presenza, sono varie quindi le idee e gli strumenti messi in campo per garantire agli studenti universitari la prosecuzione regolare del loro percorso accademico. Idee e strumenti che hanno portato gli atenei a rivoluzionare il loro modo di lavorare. Un cambiamento che secondo Michele Bugliesi, rettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, potrebbe in parte cambiare il futuro delle università: «Al di là dell’indiscussa tragedia umana ed economica, credo che da questa emergenza trarremo insegnamenti importanti per il futuro della formazione universitaria. Grazie a questa esperienza, ad esempio, abbiamo potuto constatare quanto siano utili e soprattutto efficienti le piattaforme digitali che permettono lo svolgimento della didattica a distanza» spiega alla Repubblica degli Stagisti.
Certo è che finita l’emergenza non mancheranno i momenti di festa. Molti atenei fanno sapere che la celebrazione delle lauree non è annullata, verrà solo rimandata. Per tutti i neo dottori di questi giorni e per gli studenti che ancora si laureeranno in via telematica, per esempio, l’Alma Mater di Bologna ha preso l’impegno di programmare cerimonie in presenza per celebrare tutti insieme il traguardo raggiunto.
Luisa Urbani
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