Oltre la metà dei neolaureati italiani ha almeno uno stage nel curriculum, e questa percentuale sale fino al 70% se si prendono in considerazione solo quelli specialistici. Il dato è contenuto nel nuovo rapporto «Profilo dei laureati» di Almalaurea - consorzio che raggruppa il 70% delle università italiane mettendo in relazione aziende e laureati e studiando le realtà accademiche, l’occupazione e la condizione giovanile - in cui un intero capitolo è dedicato ai tirocini.
Secondo l'indagine il 54,5% dei 190mila giovani che sono diventati "dottori" nel 2009, vale a dire oltre 103mila persone, ha fatto almeno uno stage durante il percorso di studi. Un incremento lieve ma costante: erano il 50,8% dei neolaureati del 2007 e il 53,3% di quelli del 2008.
In cima alla lista ci sono gli studenti di educazione fisica: di questi oltre otto su dieci (82%) hanno svolto tirocini prima di laurearsi. Seguono a breve distanza il gruppo disciplinare dell'insegnamento (81,3%), quello agrario (78,9%), psicologico (78,6%), chimico-farmaceutico (76,8%) e quello medico e delle professioni sanitarie (76,1%). In fondo alla classifica c'è il settore delle lauree letterarie (45,4%) ed economico-statistiche (44,6%) ma la vera maglia nera va agli studenti di discipline giuridiche: qui a malapena un giovane su dieci svolge un tirocinio mentre studia (13,2%).
E quanto durano questi stage? Pochissimo. La fetta più nutrita (26,3%, in valore assoluto oltre 27mila studenti-stagisti) è costituita da tirocini mignon, di durata inferiore a 150 ore (a conti fatti, meno di un mese: per la precisione 19 giornate da otto ore). Vi è poi un'altra fetta significativa (22,8%) di percorsi formativi compresi tra le 150 e le 250 ore: quindi complessivamente quasi la metà degli stage svolti all'università dura meno di un mese e mezzo. Un 17,3% copre la fascia di durata tra un mese e mezzo e tre mesi, e soltanto meno di un quarto dei tirocini sfora i tre mesi. «Sono generalmente più lunghi i tirocini svolti dai laureati dell’area tecnico-scientifica» si legge nel rapporto «rispetto a quelli dell’area delle scienze umane e sociali».
La maggior parte degli studenti-stagisti va in imprese private (34%, in prevalenza provenienti da facoltà economico-statistiche, chimico-farmaceutiche, di architettura e ingegneria) o enti pubblici (32,5%, nella maggior parte dei casi aspiranti medici, operatori sanitari e insegnanti), a cui si aggiungono un caso su cinque di stage svolti all'interno dell'università stessa (19,9%), specialmente nel caso di studenti di medicina e odontoiatria e di facoltà geobiologiche, e un caso su dieci di stage in altre organizzazioni. Un piccolo 3%, infine, fa stage presso enti di ricerca.
Tutti soddisfatti? Pare di sì: la ricerca rileva «una sostanziale soddisfazione, espressa dal 77 per cento dei laureati nel loro complesso», rispetto al «supporto fornito dalle università per l’attività di tirocinio»: i più contenti sono i laureati appartenenti ai gruppi scientifico (86,5% di soddisfatti), geo-biologico (85,6%), delle professioni sanitarie (85,4%) e ingegneria (84,9%), i meno entusiasti invece quelli provenienti da facoltà politico-sociali (69,8%), di architettura (69,6%) e linguistiche (68,2%).
Eleonora Voltolina
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