Indennità di maternità per le precarie, quanto danno le casse previdenziali dei professionisti

Giulia Cimpanelli

Giulia Cimpanelli

Scritto il 12 Ott 2012 in Approfondimenti

maternità maternità e lavoro occupazione femminile

In tema di indennità di maternità per lavoratrici precarie o freelance le casse previdenziali delle professioni sono più trasparenti e spesso più generose dell’Inps Gestione separata. In primis quasi tutti i siti web degli enti previdenziali riportano chiare ed esaustive informazioni, in secondo luogo tutti garantiscono un minimo anche alle lavoratrici che non raggiungono determinati importi di guadagno e dunque contributivi. È importante anche sapere che, differenza della Gestione separata Inps, le altre casse non impongono alla donna di astenersi dall’attività lavorativa durante i mesi di gravidanza indennizzabili. E che tutte prevedono un'indennità minima pari a 4.752,80 euro. In pratica, chi non raggiunge un importo minimo reddituale riceve comunque questa cifra.

L’indennità di maternità viene garantita da tutte le casse anche in caso di interruzione della gravidanza per motivi spontanei o terapeutici dopo il compimento del sesto mese (26 settimane), adozione o affidamento in pre-adozione del bambino di età non superiore ai sei anni. Per il calcolo dell’importo tutte le casse adottano lo stesso metodo: l’80% di cinque dodicesimi del reddito percepito e denunciato nel secondo anno precedente quello dell’evento.

La Repubblica degli Stagisti ha considerato le maggiori casse professionali.

Enpab
Ente nazionale di previdenza e assistenza a favore dei biologi

È una delle casse previdenziali con la percentuale di donne maggiore: degli 11mila iscritti il 70% è di sesso femminile. L’indennità di maternità è corrisposta alle iscritte che attestino l’inesistenza del diritto ad altra indennità presso altri enti o istituti. L’indennità massima erogabile è pari a cinque volta la minima. La domanda va presentata a partire dal sesto mese di gravidanza entro il termine perentorio di 180 giorni dalla data del parto, dell’effettivo ingresso del bambino in famiglia, o dalla data dell’aborto. Interessante riscontrare che su 264 indennità di maternità liquidate nel 2011, in ben 149 casi (più della metà) si trattava di iscritte con redditi al di sotto della soglia minima che dunque hanno ricevuto l’indennità minima - che in quell’anno ammontava a 4.627 euro.

Inpgi
Istituto di previdenza giornalisti italiani

L’Inpgi è dotato di una gestione separata a cui sono iscritti poco più di 32mila giornalisti freelance e precari, di cui circa 13.500 donne. La liquidazione dell'indennità è disposta in un’unica tranche a decorrere dal verificarsi dell'evento e il periodo indennizzabile comprende i due mesi precedenti il parto e i tre successivi. La spesa complessiva che l’Inpgi ha sostenuto per pagare le indennità di maternità dell’anno 2011 a lavoratrici cococo e freelance è di poco più di un milione di euro, di cui 709.663 alle libere professioniste e 312.429 alle collaboratrici coordinate e continuative. Le indennità di maternità pagate nel 2011 sono state 172 (119 a freelance e 53 a cococo), dunque l’indennità di maternità media per l’anno preso in considerazione è di 5.942 euro. I dati di bilancio relativi al 2010 dimostrano che la media dei redditi per giornalisti con cococo è di circa 9.500 euro e per freelance è di 12mila euro: dunque la maggior parte delle professioniste che richiedono la maternità accede all’indennizzo minimo.

Enpacl
Ente nazionale di previdenza e assistenza dei consulenti del lavoro

Circa la metà dei poco meno di 27mila iscritti all’Enpacl sono donne. L’indennità di maternità è corrisposta alle iscritte che attestino l’inesistenza del diritto ad altra indennità presso altri enti o istituti. La domanda va presentata a partire dal sesto mese di gravidanza entro il termine perentorio di 180 giorni dalla data del parto, dell’effettivo ingresso del bambino adottato in famiglia, o dalla data dell’aborto. Le indennità erogate dall'Enpacl nel 2011 sono state 380: solo 41 donne, dato confortante rispetto alle altre casse,
hanno ricevuto l'assegno minimo.

Enpaf
Ente nazionale di previdenza e assistenza dei farmacisti

L’indennità di maternità è corrisposta alle iscritte (poco più di 28mila su un totale di circa 74mila) che attestino l’inesistenza del diritto ad altra indennità presso altri enti o istituti e spetta in caso di gravidanza e puerperio, adozione, affidamento, aborto spontaneo o terapeutico. Nel caso di una titolare di farmacia i redditi prodotti sono redditi di impresa e, dunque, non possono essere presi a riferimento come base del calcolo dell’indennità.
Hanno titolo all’indennità di maternità: le titolari, le socie, le collaboratrici di impresa familiare e le associate agli utili di farmacia o di parafarmacia; le disoccupate temporanee e involontarie iscritte ai Centri per l’impiego; coloro che svolgono attività professionale in regime di lavoro autonomo, con partita Iva; coloro che svolgono attività professionale nell’ambito di una borsa di studio; le iscritte che pur non essendo disoccupate non svolgano alcuna attività lavorativa pur non essendo iscritte alle liste di disoccupazione dei cpi; le iscritte che svolgono attività professionale in regime di collaborazione coordinata e continuativa; le iscritte che in regime di lavoro autonomo svolgano attività non professionale. L’indennità di maternità viene corrisposta per i due mesi precedenti e per i tre successivi la data del parto, l’emolumento viene erogato nella stessa misura anche in caso di aborto che sia intervenuto dopo il compimento del sesto mese di gravidanza. In caso di aborto verificatosi a partire dal terzo mese di gravidanza (dodicesima settimana) ma prima del compimento del sesto mese spetta un’indennità pari a una sola mensilità. Nel 2011 l’Enpaf ha liquidato 366 richieste di maternità di cui 361, quasi tutte, al minimo. Il caso dell’Enpaf però è particolare perché vengono calcolate in base al reddito solamente quelle richieste da farmaciste con partita iva, mentre a tutte le titolari di farmacia viene garantito l’importo minimo.

Enpap
Ente nazionale psicologi

Le donne rappresentano ben l’80 per cento dei 45mila psicologi iscritti alla cassa. Se l'iscrizione all´Enpap ricade nel corso dei cinque mesi indennizzabili, l'importo dell'indennità viene riconosciuto solo per la frazione di periodo posteriore alla data di iscrizione stessa. L'Enpap provvede all´erogazione dell´indennità di maternità, su espressa indicazione della richiedente, tramite bonifico bancario su c/c intestato (esclusivamente o almeno cointestato al nominativo dell'iscritta). L'iscritta può anche optare per l´invio di un assegno circolare. L'importo viene versato entro fine terzo mese dalla richiesta in un’unica soluzione.

Enpam
Ente nazionale di previdenza e assistenza medici

Per quanto riguarda la Gestione separata dell'Enpam (più di 350mila iscritti totali, 40,2% alla gestione separata) le informazioni non sono reperibili sul sito e l’ufficio stampa ha spiegato alla Repubblica degli Stagisti che esistono tante diverse forme e regole di indennità a seconda dei diversi contratti parasubordinati, dell’attività in proprio o di quest’ultima abbinata a un impiego fisso.

Le altre casse (con incidenza minima di donne iscritte)

Tra queste, a distinguersi è certamente Fondazione Enasarco di previdenza, assistenza, formazione e qualificazione degli agenti e rappresentanti di commercio (quasi 265mila iscritti, di cui l'11,5% di donne) che garantisce un contributo di maternità per ogni figlio nato dal 1 gennaio 2012 di mille euro per il primo figlio, 1.250 per il secondo e 1.500 per il terzo. La Fondazione richiede anche requisiti molto restrittivi: essere un agente in attività con un conto previdenziale, incrementato esclusivamente da contributi obbligatori, che al 31 dicembre 2010, presenti un saldo attivo non inferiore a euro 1.780 e un’anzianità contributiva complessiva di almeno tre anni, di cui gli ultimi due consecutivi.
Inarcassa  Cassa nazionale di previdenza e assistenza in favore degli ingegneri e architetti liberi professionisti (ingegneri iscritti 214mila, il10,3%, architetti iscritti 138mila, il 36,4%) e Cassa Commercialisti (Quasi 57mila iscritti di cui circa 17mila donne), si comportano nello stesso modo di tutte le altre casse. Va detto però che, soprattutto in quest’ultima la disparità tra reddito medio degli iscritti uomini e delle donne e enorme: 62.292,19 euro quello dei primi, 36.872,73 delle seconde.

Un esempio pratico

Avendo riscontrato la medesima modalità di concessione e calcolo dell’indennità in quasi tutte le casse, la Repubblica degli Stagisti ha deciso di fare degli esempi pratici.  Una professionista trentenne iscritta a una di queste casse previdenziali dal dicembre 2010 che partorisca nel 2012, avendo una soglia di stipendio nel 2012 a zero o molto bassa (che non raggiunge la soglia minima) avrà diritto all’indennità minima di 4.500 euro. Una lavoratrice che invece era già iscritta, il cui reddito 2010 ammontasse a 12mila euro lordi dovrebbe prendere 4mila euro. Ma siccome il minimo d’indennità ammonta a 4.500 otterrà comunque questa cifra. Infine una professionista il cui reddito 2010 invece ammontasse a 20mila euro lordi prenderebbe 6.666,66 euro.

Giulia Cimpanelli


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