Rossella Nocca
Scritto il 13 Apr 2017 in Notizie
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Fornire alle scuole una mappa delle imprese disposte ad ospitare gli studenti per un’esperienza formativa curriculare. È l’obiettivo del Registro nazionale per l’alternanza scuola-lavoro, lanciato a fine 2016 per rafforzare l’asse scuola/imprese.
L’elenco è gestito dalle Camere di commercio d’intesa con il Ministero dell’Istruzione (Miur), quello dello Sviluppo economico (Mise) e quello del Lavoro. Come si legge nell’“Intesa istitutiva” del 12 dicembre 2016, esso nasce «al fine di favorire l’individuazione, da parte dei dirigenti scolastici e dei responsabili degli enti formativi, delle imprese e degli enti pubblici e privati disponibili all’attivazione dei percorsi di alternanza scuola-lavoro e di apprendistato di primo e terzo livello, nonché la stipula di apposite convenzioni, allo scopo di potenziare il raccordo tra scuola e mondo del lavoro».
Il Registro nazionale per l’alternanza scuola-lavoro è costituito da due parti. La prima è un’area aperta e consultabile gratuitamente da tutti gli utenti della rete, che permette di accedere alla lista delle imprese, degli enti pubblici e degli enti privati che offrono percorsi di alternanza scuola-lavoro e apprendistato.
L’utente può consultarla mediante vari criteri di ricerca: “nome/parola chiave”, “provincia percorso”, “attività economica prevalente” e “figura professionale”. Per ogni soggetto ospitante si possono conoscere il numero massimo degli studenti ammissibili e i periodi dell’anno in cui è possibile svolgere l’attività.
La seconda parte del registro è invece la sezione speciale riservata a imprese, enti pubblici, enti privati e professionisti, e istituti scolastici. Tale area consente la condivisione di informazioni più dettagliate relative all’anagrafica, all’attività svolta, ai soci e agli altri collaboratori, al fatturato, al patrimonio netto, al sito Internet e ai rapporti con gli altri operatori della filiera delle imprese che attivano percorsi di alternanza o di apprendistato.
L’iscrizione al Registro nazionale per l’alternanza scuola-lavoro è aperta a tutti i soggetti iscritti al Registro Imprese: imprese individuali, società di capitali e di persone, enti pubblici e privati, professionisti. Per essere inseriti bisogna iscriversi online, quindi attendere l’e-mail di conferma nella propria casella Pec (posta elettronica certificata). Ad oggi il registro conta 3.520 strutture iscritte, per un totale di 83.747 posti disponibili (nel momento in cui scriviamo) nei settori più disparati: coltivazioni agricole; commercio all’ingrosso; attività editoriali, creative, artistiche e di intrattenimento; produzione di software e consulenza informatica; attività di servizi finanziari, legali e contabilità; pubblicità; istruzione; servizi di assistenza sociale etc.
I numeri sono ancora bassi, se si pensa che nell’anno scolastico 2015/16 le strutture ospitanti erano state 151.200, e 652.641 gli studenti coinvolti, provenienti da 5.911 istituti. In realtà l’iniziale ritrosia da parte delle aziende è da attribuirsi al dubbio che si dovessero far carico delle spese di iscrizione. Tuttavia, con l’approvazione del decreto legislativo per la riforma delle Camere di Commercio, è stata definitivamente chiarita la gratuità dell’iscrizione, e ora l’elenco si sta progressivamente popolando.
Un altro scoglio alla diffusione del registro può essere quello dell’informazione. In che modo e in quale misura il mondo delle imprese è messo a conoscenza di questo strumento? «Unioncamere ha predisposto una campagna di comunicazione con vari strumenti, che ha previsto tra l'altro uno spot radio che è stato diffuso per un paio di settimane nel mese di ottobre» spiega alla Repubblica degli Stagisti Alessandra Altina dell’ufficio stampa: «È stato inoltre realizzato un kit per la comunicazione, che è stato messo a disposizione delle Camere di commercio e che le Camere hanno utilizzato autonomamente per i loro eventi o per le loro iniziative sul territorio». Vi sono anche strumenti online, come la “Guida per l’impresa”, una sintesi normativa e pratica sul funzionamento del Registro per l’alternanza; e le pagine informative disponibili sui siti delle Camere di commercio.
E le associazioni di categoria che ruolo hanno? Nell’ambito dell’incontro “Alternanza scuola-lavoro. Risultati, problematiche, obiettivi”, tenutosi il 28 marzo scorso presso il Miur, Gabriele Toccafondi, sottosegretario di Stato con delega all’alternanza, ha fornito alcuni numeri sul raccordo tra scuola e imprese: «Sono stati già firmati circa 60 protocolli nazionali e 70 regionali con le rappresentanze di categoria e altri accordi continuano a essere stipulati». Ad esempio il Protocollo d’intesa con Confindustria, che ha assunto l’impegno di incrementare il numero di aziende associate disponibili all’alternanza attraverso un piano rivolto al coinvolgimento delle Pmi. Sulla stessa linea il Protocollo d’Intesa con Confartigianato, che si è impegnata a informare i propri associati sulle opportunità offerte dall’alternanza, a promuovere servizi a supporto dell’ampliamento delle imprese ospitanti nonché a svolgere iniziative di monitoraggio e valutazione delle attività di alternanza, per misurarne l’efficacia.
E dal “fronte scuola”? Ai dirigenti scolastici – come stabilito dall’art.40 comma 1 della legge n.107/2015 (“La Buona Scuola”) – è affidato il compito di individuare le imprese e gli enti più idonei ad ospitare gli studenti del proprio istituto, quindi di stipulare con essi apposite convenzioni. Infine, al termine di ogni anno scolastico, essi sono tenuti a redigere una scheda di valutazione sulle strutture in questione, evidenziando il potenziale formativo nonché le eventuali difficoltà incontrate durante la collaborazione. Ma i dirigenti scolastici in questione sanno di potersi servire del Registro per l’alternanza scuola-lavoro? Proprio al fine di evitare che scuola e impresa restino due mondi slegati, il Miur – d’intesa con l’Agenzia nazionale per le Politiche attive del lavoro (Anpal) – ha stabilito l’invio alle scuole di 1.000 tutor esperti, incaricati di fare da collante tra istituti superiori e aziende.
L’anno scolastico 2017/18 segnerà il passaggio dalla fase sperimentale dell’alternanza scuola-lavoro a quella strutturale, che coinvolgerà ben 1,5 milioni di ragazzi all'anno. Proprio per supportare questo decisivo frangente, il Miur ha ufficializzato lo stanziamento di 140 milioni di euro di fondi per il Pon 2014-2020 sull’alternanza scuola-lavoro (adesioni entro il 20 giugno 2017), in integrazione ai 100 milioni l’anno dati alle scuole, per favorire lo sviluppo di progetti di alta qualità (in filiera, in rete, in mobilità).
Tra le novità annunciate per il prossimo anno scolastico ci sarà la Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza, che fra le altre cose introdurrà la possibilità per i ragazzi di esprimere la propria valutazione sulle aziende. Inoltre il ministro Valeria Fedeli ha comunicato che «il ministero del Lavoro e il Miur istituiranno una cabina di regia per monitorare e sostenere la qualità e l’innovazione dell’esperienza».
Per facilitare questo compito sarà lanciato un portale specifico sull’alternanza. «Integrerà il sito dell’alternanza scuola-lavoro dove sono presenti gli aspetti normativi e le buone pratiche, per stimolare progetti di qualità» ha spiegato Fedeli «e per vigilare sul corretto svolgimento dell’iter formativo. Sarà infatti anche lo strumento attraverso il quale si potranno segnalare, quasi in tempo reale, a scuole, uffici scolastici Regionali, e anche al Ministero, le discordanze su qualità e percorsi dell’alternanza». Il ministro ha poi aggiunto: «Laddove venissero segnalate attuazioni improprie, interverremo per rimuoverle. Anche se la maggior parte delle iniziative di alternanza scuola-lavoro sono positive, qualcuno ci ha segnalato che ci sono aziende che chiedono soldi per l’alternanza: questa cosa non esiste».
Il vero banco di prova, per il registro e per l’intero progetto dell’alternanza scuola-lavoro, sarà insomma il prossimo anno scolastico, che già si preannuncia particolarmente “caldo”.
Rossella Nocca
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