Ilaria Mariotti
Scritto il 17 Nov 2023 in Storie
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Girl Power è la rubrica attraverso la quale la Repubblica degli Stagisti dà voce alle testimonianze di donne – occupate nelle aziende dell’RdS network – che hanno una formazione tradizionalmente "maschile" o ricoprono ruoli solitamente affidati agli uomini, in ambito Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) ma non solo. Storie che invoglino le ragazze a non temere di scegliere percorsi considerati appannaggio pressoché esclusivo degli uomini. La storia di oggi è quella di Alessia Andriulo, analista funzionale per T4V, società di consulenza ICT specializzata in progetti di Big Data Analytics con specifica focalizzazione nelle tecnologie e nelle piattaforme SAS, Cloudera e Microsoft Azure.
Sono originaria della Puglia e ho 31 anni. Entrambi i miei genitori sono operai, quindi non ho avuto nessuna influenza da parte loro rispetto al percorso di studi. Una volta terminati gli studi liceali ho voluto proseguire con l’università, e mi sono trasferita a Pisa per studiare Ingegneria Biomedica. Il mondo medico mi ha sempre affascinato, fin da bambina, anche se non dal punto di vista delle responsabilità che fanno parte del lavoro di un medico vero e proprio. Di lì la scelta di questo percorso. In facoltà non ho mai avvertito la presenza di pregiudizi: la discriminazione verso le donne esiste, ma per mia fortuna non l’ho mai sperimentata direttamente in nessun ambito, né accademico, né lavorativo. Credo di essere stata semplicemente fortunata.
Ho avuto solo esempi positivi a cui ispirarmi. All’università c’erano professoresse a capo di dipartimenti o team di ricerca che con il loro lavoro riuscivano a fare la differenza, e grazie alle loro competenze non potevano che essere rispettate. L’unica difficoltà che ho riscontrato è stata quella di avere a che fare talvolta con dei limiti, ma che erano miei, non che mi venissero imposti dall’esterno. Ho conseguito il titolo triennale in ritardo, quando mi sono laureata era aprile del 2018.
Volevo assolutamente iniziare a lavorare, quindi piuttosto che continuare il percorso di studi ho optato per una maggiore autonomia e indipendenza. Mi sono candidata su LinkedIn per una società di consulenza informatica a Milano e sono stata contattata per un colloquio. Qui ho iniziato il mio primo stage, il 6 giugno dello stesso anno. Non conoscevo il mondo informatico, né quello della consulenza, ma anche in questo caso ho avuto fortuna. Il lavoro mi ha subito appassionato e i miei diretti superiori hanno saputo giudicare il mio operato senza pregiudizi per il fatto di essere donna. La capacità di riconoscere nell’altra persona, donna o uomo che sia, capacità e tenacia è a mio parere direttamente proporzionale all’intelligenza della persona che esprime un giudizio.
Mi hanno inserito in un team per lavorare su un applicativo piuttosto conosciuto e diffuso, e dopo quattro mesi firmavo già il mio contratto a tempo indeterminato. Ho cominciato ad amare questo lavoro e a formarmi in questo senso. I miei successi, il mio impegno sono sempre stati riconosciuti non solo verbalmente ma anche con aumenti annuali della Ral. Eravamo un bel team, ma purtroppo il Covid ha un po' rovinato questo mondo. Dal mio punto di vista il lavoro da casa è alienante, soprattutto se si decide di rimanere a vivere in una città come Milano.
Dopo tre anni ho così accettato di intraprendere un nuovo percorso lavorativo, e ad agosto del 2021 mi si è aperta una nuova possibilità. Sono stata contatta da un ex collega che mi ha indicato una posizione aperta presso la sua azienda, una società di servizi. Devo dire però che qui non ho ritrovato quell’ambiente socievole e stimolante che avevo lasciato. Pertanto, ho deciso di guardarmi ancora attorno e così sono giunta in T4V. Il contatto è avvenuto attraverso una società di recruiting. Sono entrata a ottobre del 2022 e qui mi sento nuovamente a casa. Ho la possibilità di formarmi ancora e sperimentate una nuova funzione, è stimolante. Il mio team è composto da circa quindici persone che si suddividono tra configuratori e sviluppatori; io sono assegnata al cento per cento su un cliente in ambito retail per il quale svolgo la mansione di analista funzionale. Gli step successivi della carriera prevederanno gestione del team o funzioni più manageriali, ma è prematuro parlarne. Al momento mi sento soddisfatta del mio percorso, sono passati solo cinque anni dal mio stage, e mi sento cresciuta professionalmente e personalmente.
Credo che l’affermazione personale dipenda principalmente da noi, dalla voglia di mettersi in gioco, da quanto si desideri investire nella propria formazione. Non è una costante, ma in linea di massima ritengo che la costanza e l’impegno prima o poi vengano ripagati. In ambito professionale ho conosciuto donne che hanno deciso di dedicarsi a fondo alla loro mansione e hanno saputo insegnare, affermarsi e farsi apprezzare. Più in generale, nella vita mi è capitato di imbattermi in tante donne che hanno avuto il coraggio di crederci. Il consiglio alle giovani è quindi di non abbassare la testa. E se dovessero scontrarsi con l’ignoranza della discriminazione, di avere il coraggio di combatterla oppure la forza di cercare un posto diverso, in cui si sappia riconoscere il loro vero valore. Bisogna saper scegliere le proprie battaglie... e capire sempre quanto ne valga la pena!
Testo raccolto da Ilaria Mariotti
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