Saranno aperte fino al 31 gennaio 2014 le candidature per la tornata estiva dei tirocini alla World Bank, l'istituzione mondiale dedita alla cooperazione internazionale. Giovanni Di Gaetano, ventitreenne romano, ha concluso lo stage a settembre. E adesso che è tornato studente di Economia alla Bocconi, ha raccontato alla Repubblica degli Stagisti la sua esperienza di tirocinante internazionale e cosa si aspetta per il futuro.
Sono nato a Roma ventitré anni fa e vivo a Milano ormai da cinque. Mi sono diplomato al liceo scientifico Cavour di Roma, alla sezione inglese e francese. Sono da sempre attratto dalle esperienze all'estero e dalla dimensione interdisciplinare degli studi, così come dalle lingue, per me un importante veicolo di crescita. E infatti a diciassette anni ho trascorso tre mesi nell’Oxfordshire come volontario presso lo Youlbury Scout Activity Centre, mentre l’estate successiva ho frequentato un corso avanzato di inglese a Boston. Nel frattempo sono stato impegnato - tramite gli scout di Roma - in attività di volontariato e di servizio sociale per oltre dieci anni.
La scelta del corso di laurea è stata complessa ma allo stesso tempo meditata e ben ponderata. Mi sono confrontato in modo costruttivo con i miei genitori e grazie anche ai consigli di mio padre, ex bocconiano, ho deciso di intraprendere il corso di Economia e scienze sociali in Bocconi. Superato il Talent Scout Program dell'ateneo, mi sono iscritto alla triennale nel 2008, completata dopo un periodo intenso e impegnativo a settembre 2012. Nel corso di questi tre anni ho vissuto due esperienze internazionali altamente formative su input delle opportunità di scambio offerte dall'università, e anche determinate dalla mia convinzione sull’importanza di accumulare esperienze nel mondo del lavoro. Nell’estate 2011 ho svolto a Londra uno stage presso Banca Intesa San Paolo, con un rimborso di circa 500 euro mensili, mentre a partire da dicembre dello stesso anno fino ad aprile 2012 sono stato in 'exchange' presso la University of California-Davis.
Lo stage presso la banca mi aperto le porte sull’international corporate finance e mi ha fatto capire da dentro le dinamiche di un gruppo di lavoro. Ma lo scambio negli Stati Uniti è stato un momento unico e indimenticabile. All'università della California ho frequentato quattro corsi all’interno del dipartimento di Economia e partecipato a numerosi seminari. Negli States il metodo di insegnamento è profondamente diverso dal nostro: è volto ad accrescere le competenze individuali e anche molto attento a stabilire connessioni forti tra il mondo universitario e quello del lavoro. Ed è stato proprio in California che sono entrato in contatto più da vicino con la realtà della World Bank, innanzi tutto visitando l'ufficio del direttore italiano presso questa istituzione. Un passaggio che mi ha aperto una finestra sul mondo della cooperazione internazionale e che mi permesso di raccogliere indicazioni preziose circa il mio percorso di studi e le opportunità di stage all'interno della WB.
A settembre 2012 ho quindi iniziato la specialistica in inglese in Economics and social sciences in Bocconi. E a inizio dicembre ho presentato la candidatura per il programma estivo di internship della World Bank, a cui ho preso parte - a Washington - dalla fine di giugno fino alla metà di settembre, prestando servizio presso il Development Research Group, in particolar modo all’interno del Living Standards Measurement Study team. Si tratta di un gruppo di lavoro che si occupa di migliorare la qualità dei dati microeconomici elaborati con la collaborazione degli uffici nazionali di statistica dei paesi in via di sviluppo. Questi dati consentono alla banca di adottare decisioni su basi conoscitive più solide. Il lavoro con l'équipe è stato molto formativo e, ispirandomi ai consigli del mio tutor, ho anche trovato spunto per la mia tesi di specialistica. Un ambiente stimolante come quello della WB non può che arricchire sul piano delle conoscenze. Inoltre con il rimborso spese ho coperto quasi tutti i costi sostenuti, piuttosto alti: la mia borsa era di 8mila dollari complessivi spalmati su dieci settimane, quindi circa 3.200 dollari al mese [più o meno 2.300 euro].
Completato lo stage sono rimasto in contatto con il team con cui ho lavorato, tanto che alla fine di settembre ho partecipato a Roma alla conferenza 'Gender and Agricultural Productivity in Sub-Saharan Africa” organizzata dalla World Bank e dall’Ifad (International Fund Agricolture Development).
Attualmente sto frequentando l’ultimo anno accademico e in questo periodo sto seguendo i corsi di specialistica. A febbraio 2014 partirò per l’exchange program, destinazione il dipartimento di Economia dell’università di Mannheim in Germania, dove resterò fino a giugno. Spero che sarà l'occasione per rafforzare ulteriormente le mie basi professionali e avvicinarmi a un paese cruciale nel panorama europeo.
Mi auguro che la molteplicità delle esperienze fatte in questi anni mi aiuti a delineare il mio percorso futuro, che immagino improntato sempre all'internazionalità.
La maggioranza dei miei amici dopo il diploma hanno deciso di iscriversi all’università. Alcuni dopo pochi mesi hanno deciso di cambiare, altri invece hanno proseguito il piano di studi in modo lineare mentre altri ancora sono in ritardo con gli esami. Nella maggioranza dei casi il legame con il mondo del lavoro è minimo e a questo proposito sono convinto che sia necessario ridisegnare il concetto di stage. È evidente l’inadeguatezza della formula del tirocinio così come concepita dal contesto italiano. Il sistema universitario deve essere a più stretto contatto con il mondo del lavoro e lo stage non deve essere semplicemente un’anticamera d’attesa al di fuori di un programma vero di formazione e di inserimento di giovani laureati, nell'ambito di obiettivi aziendali di sviluppo delle risorse umane. Per esempio condivido fortemente gli obiettivi della Carta dei diritti dello stagista promossa dalla Repubblica degli Stagisti. Se questa riuscirà ad accrescere la sensibilità culturale di tutti gli attori coinvolti avrà contribuito in modo significativo alla modernizzazione del nostro paese.
Testo raccolto da Ilaria Mariotti
Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:
- Borsa Schuman, poi Parigi e di nuovo Bruxelles: «Ma non sempre l'estero è meglio dell'Italia»
- In Italia? Difficile aver voglia di tornarci, dopo aver lavorato all'estero
- Stage in commissione Ue, poi la virata verso il commercio equo e solidale
- Farsi le ossa nella cooperazione internazionale, la World Bank apre le porte a 200 stagisti
Community