Ginevra Benini: ecco cosa fa l'Isfol per gli stagisti italiani

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 30 Dic 2008 in Interviste

Anche l'Isfol (Istituto per lo sviluppo della formazione dei lavoratori) si occupa di stage. Ecco cosa racconta alla Repubblica degli Stagisti Ginevra Benini, responsabile della sezione «Young» di Orientaonline e della collana «Minlavoro-Isfol orientano alla scoperta delle professioni».

Quando l'Isfol ha iniziato a occuparsi di stage?

Nel 1999, all'indomani della legge. Pubblicammo allora un manuale dedicato alle scuole superiori: «Lo stage e il tirocinio nei percorsi scolastici e formativi - Guida alla progettazione». Fu diffuso sopratutto negli istituti tecnici. Poi ci accorgemmo che il settore più scoperto restava quello degli stage promossi dai centri per l'impiego; così nel 2006 preparammo il «Manuale di orientamento per il tirocinante in cerca di lavoro» [a cura della stessa Benini, ndr - nell'immagine, la copertina]. Il libro venne presentato nel corso di un convegno a cui avevamo invitato i rappresentanti degli oltre 600 centri per l'impiego sparsi sul territorio.
A chi era rivolto questo secondo manuale?

A chiunque fosse uscito da un percorso formativo e volesse avvicinarsi al mondo del lavoro attraverso un tirocinio. Anche se poi questa, a dirla tutta, è un'anomalia italiana: in altri Paesi gli stage vengono fatti principalmente durante il percorso formativo, e non dopo! In ogni caso, i ragazzi italiani lo stage lo fanno prima, durante e dopo: e avevano davvero bisogno di un guida, se si pensa che il libro è arrivato alla terza edizione con una tiratura di oltre 20mila copie.
L'ultimo arrivato,
«Progetta il tuo stage in Europa», a che quota è?
Già quasi esaurito: e la tiratura era di circa 5mila copie [il manuale è anche scaricabile qui gratuitamente].
L'Isfol dispone di dati propri sugli stagisti italiani?
No, per la rilevazione sul numero degli stagisti ci affidiamo all'indagine Excelsior di Unioncamere. E' una fonte che consideriamo affidabile, dato il consistente numero di aziende coinvolte nel monitoraggio. Secondo questa indagine, l'anno scorso in Italia sono stati attivati oltre 250mila stage.
La normativa che regola gli stage qui in Italia è adeguata alle esigenze dei giovani che cercano di entrare nel mondo del lavoro?
Sarebbe il caso che venissero diversificati anche a livello normativo i vari tipi di stage: quelli fatti durante le scuole superiori sono ben diversi da quelli fatti durante l'università, e così via. In più, il periodo dei «18 mesi dalla laurea» è davvero lungo, e rischia di intrappolare e danneggiare i ragazzi meno intraprendenti. Ed è vero anche che dello stage oggi molti abusano. Come Isfol noi non possiamo chiaramente sostituirci al legislatore: possiamo però stimolare politiche attive e dare consigli utili ai giovani, affinché traggano il massimo beneficio dagli stage e sappiano come evitare le truffe.

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