Riparte Garanzia giovani, il programma governativo che promuove l'occupazione giovanile. Conclusasi la prima fase il 28 aprile scorso dopo l'esaurimento dei fondi a disposizione, lo stanziamento è stato poi rimpiguato per il triennio 2017-2020 con un altro miliardo e 270 milioni di euro (un po' meno della precedente dotazione, pari a 1,5 miliardi), provenienti in gran parte dal Fondo sociale europeo: un miliardo per l'esattezza, mentre i restanti 265 milioni consistono nel co-finanziamento di origine nazionale. Tanti soldi insomma, con risultati però non troppo entusiasmanti, illustrati nei giorni scorsi a una conferenza al ministero del Lavoro.
Su un milione e oltre duecentomila registrati al programma, i giovani presi in carico sono 982mila. Mentre quelli a cui è stata garantita una misura di reale occupazione sono davvero pochi: 143mila le assunzioni ottenute grazie agli incentivi messi in campo dal programma (nella maggior parte dei casi l'inquadramento è stato l'apprendistato), con un restante 58% di giovani che è invece interessato da tirocini extracurriculari. Tuttavia, qualche buona notizia c'è: per esempio che i giovani che hanno potuto sperimentare un rapporto di lavoro a seguito della conclusione di uno stage sono il 63%, quindi la maggioranza (questo varrebbe però per tutti i tirocini a detta dei dati presentati, quindi non solo quelli nell'ambito di Garanzia giovani). Anche se poi a ben vedere questo non succede tanto per i giovani del Sud e delle Isole - lì dove la disoccupazione picchia più forte – per i quali la percentuale si ferma al 30%, ma soprattutto per il resto della penisola, dove le quote di chi trova un qualche impiego post tirocinio superano la metà del totale.
Inoltre, stando alle parole dello stesso Poletti – intervenuto alla conferenza - «andrebbe un po' rivisto il giudizio generale sul programma, che in questi anni è riuscito a ridurre il numero di chi è a spasso senza neppure cercare un'occupazione». Grazie a Garanzia giovani insomma i giovani si sarebbero riattivati. Staremo a vedere, perché intanto nella maggior parte dei territori il programma si trova in fase di stallo, in attesa di ripartire dopo l'assegnazione dei nuovi fondi. Il decreto per ridistribuirli è stato siglato dall'Anpal, l'agenzia che si occupa dell'attuazione di Garanzia giovani guidata da Maurizio Del Conte, lo scorso 17 gennaio. Ed è infatti da quella data che sono riapparse sul portale nazionale le nuove cosiddette 'opportunità di lavoro', che per ora si limitano a una decina o poco più. Mentre per i siti regionali, quelli su cui dovrebbero caricarsi di volta in volta le nuove offerte lavorative e a cui i ragazzi dovrebbero registrarsi, il nulla quasi ovunque.
Le regioni più favorite, quelle cioè a cui è destinata la fetta maggiore, sono la Campania e la Sicilia, con ben 217 milioni di euro, come dimostra il documento. In Campania, a cui sono piovuti 30 milioni in più rispetto alla scorsa edizione, ad esempio l'ultimo monitoraggio risale a marzo 2017, da cui risulta che ancora una volta è il tirocinio la misura principe adottata: 23mila quelli attivati, quindi circa un terzo dei registrati. In Sicilia, dove peraltro l'ultimo report pervenuto risale a gennaio 2016 (ma aprendo il file si scopre che è vuoto), la dotazione è stata implementata anche di più: si partiva infatti da 178 milioni. E le offerte – cliccando ne escono tre – sono ferme per «esaurimento posti» si legge sul portale.
Un panorama piuttosto desolante anche se si va a curiosare altrove. In Calabria – 70 i milioni assegnati - sono solo partiti i bandi per destinare le risorse agli enti accreditati, mentre in Puglia il sito regionale è fermo e l'ultimo monitoraggio risale a novembre. Qui i milioni di euro sono 154. In Basilicata (12 milioni) stessa storia: il sito chiama a raccolta enti promotori di tirocini disposti a candidarsi per accogliere giovani Neet e di nuove offerte ancora neppure l'ombra. In Sardegna, che può contare su 46 milioni, l'avviso è al momento rivolto agli enti accreditati per il servizio civile, altra misura di politica attiva parte di Garanzia giovani.
Al centro stesso film. Per il Lazio ci sono 54 milioni (molto meno del primo stanziamento pari a invece 137 milioni), e l'ultimo report è molto recente: è di gennaio 2018. «Rispetto al passato» fa sapere Paola Danese, addetta stampa dell'assessore al Lavoro Lucia Valente, l'intenzione è quella di incentivare maggiormente l'apprendistato e di potenziare i percorsi di formazione professionale legati all'impresa 4.0, fabbrica digitale e nuovi mestieri». Ma di offerte nuove al momento non vi è traccia, così come di eventuali bandi.
E la Toscana? A questa regione – tra le più virtuose per le politiche a favore dell'occupazione giovanile – sono assegnati 29 milioni, ma il sito langue ancora. «Le condizioni di fruizione sono le stesse di prima» fa sapere Barbara Cremoncini, ufficio stampa della Regione. E delle migliorie rispetto al passato ci sono, assicura: «Le procedure sono state velocizzate con l'introduzione della domanda online, e l'arretrato nei pagamenti è stato smaltito». In generale poi si registrano numero incoraggianti: «Il tasso dei Neet in Toscana è sceso dal 20 del 2014 al 18%, mentre in Italia il valore medio resta del 24». Anche per l'Umbria e le Marche e, a cui vanno rispettivamente 12 e 6 milioni, il copione si ripete: sito fermo nel secondo caso e che annuncia un bando per il reperimento di enti promotori nel primo. Di nuovo tirocini extracurriculari insomma.
Idem per l'Abruzzo, a cui vanno 27 milioni. Il Molise, che ne riceve solo sei, fa eccezione: ha uno dei portali più aggiornati e curati, le offerte ci sono – risalgono a dicembre – e non sono poche se si considerano le dimensioni della piccola regione.
Salendo ancora le cose forse vanno un po' meglio. In Emilia Romagna – per questa 24 milioni – il sito è quantomeno aggiornato con notizie recenti, e per vedere le offerte bisogna registrarsi come utente di Garanzia giovani. Lo stesso per la Liguria, che l'Anpal ha dotato di 12 milioni. Meglio il Piemonte, che con i suoi 37 milioni costruisce un sito che addirittura elenca i vari operatori del progetto a cui rivolgersi per aderire al programma e trovare insieme una misura di politica attiva. E ancora Trento e Valle d'Aosta, che insieme prendono appena 4 milioni, hanno siti blindati a cui bisogna accedere per visualizzare le offerte. Ma non è certo qui che la disoccupazione giovanile è un problema diffuso.
Menzione d'onore va invece al sito del Friuli, in cui finalmente si riscontra una bella sezione dedicata alle offerte di tirocinio visualizzabile dal primo momento, senza necessità di doversi prima registrare. Le offerte sono di questi giorni, quindi aggiornate. Segno che i sette milioni assegnati danno i loro frutti. Lo stesso per il Veneto (23 milioni): anche qui offerte appena pubblicate e report meticolosamente archiviati dal 2015 a oggi. I risultati si vedono. Tra i giovani veneti che hanno aderito al programma, quelli che hanno trovato un'occupazione sono oltre la metà (54%). Occupazione peraltro buona: «Rapporti di lavoro a tempo determinato (34%), apprendistato (25%), lavoro in somministrazione (20%), contratti a tempo indeterminato (12%)» segnala Marcherita Carniello, ufficio stampa della giunta regionale.
Si finisce con la Lombardia: sito aggiornato con tutti i dettagli di spesa finora sostenuti. Non si visualizzano le offerte senza crearsi un account, ma le ultime notizie ci sono tutte. Almeno qui – e in poche altre regioni – sembrerebbe che di tanto denaro pubblico si faccia un uso consapevole. E che l'obiettivo sia veramente quello di dare una mano ai tanti giovani in cerca di un'occasione di lavoro.
Ilaria Mariotti
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