Si dice sempre che in Italia per la Garanzia Giovani, il programma di matrice europea contro la disoccupazione giovanile a cui hanno aderito oltre mezzo milione di ragazzi italiani, sia stato stanziato : 1 miliardo e mezzo di euro per il biennio 2014-2015. È vero.
Un fondo molto consistente: dunque suscita molto scalpore il grande ritardo con cui molti dei tirocinanti di Garanzia Giovani stanno ricevendo il pagamento dei compensi bimestrali previsti. Centinaia di ragazzi laziali ed emiliani aspettano ancora, per esempio, gli 800 euro che avrebbero dovuto ricevere a gennaio - febbraio, dopo i primi due mesi di stage. Non si tratta di cifre altissime, ma per giovani che non svolgono altre attività possono fare la differenza.
E allora, se le risorse ci sono, di chi è la colpa di questi inaccettabili ritardi nei pagamenti e nell'attuazione del programma? Il punto è che i soldi ci sono, ma solo virtualmente.
Come evidenziato dall'eurodeputato Brando Benifei in un'intervista alla Repubblica degli Stagisti di qualche settimana fa, era lo stesso regolamento emanato per attivare lo Youth Employement program (da cui derivano i finanziamenti per realizzare le Garanzie Giovani in tutti gli Stati membri che abbiano livelli di disoccupazione giovanile preoccupanti) a stabilire che gli Stati ricevessero all'inizio solo l'1,5% dell'importo a loro assegnato: quel che si chiama, appunto, “prefinanziamento”. Vedendo che in molti Paesi però la Garanzia Giovani non partiva proprio perché gli Stati nazionali non avevano i fondi per anticipare le spese, recentemente su questa percentuale è stata realizzata dall'Ue una modifica importante, portandola al 30%. Ma di fatto, in attesa dei soldi da Bruxelles, finora ogni Paese è stato chiamato ad attuare il programma coi propri fondi. Risultato: alcuni, tra cui l'Italia, hanno preferito lasciare Garanzia Giovani nelle sabbie mobili.
Il caso dei rimborsi non ancora pagati agli stagisti è emblematico. Alcune Regioni hanno adottato una convenzione, sottoscritta anche dal Ministero del lavoro, in cui affidano all'Inps l'erogazione del compenso da corrispondere a chi sceglie la misura del tirocinio. Nel documento si legge: «Le risorse destinate dalla Regione / Provincia autonoma all’erogazione delle indennità di tirocinio saranno trattenute dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali dalle somme assegnate alla Regione / Provincia autonoma per l’attuazione del programma operativo nazionale Iniziativa Occupazione Giovani e saranno versate anticipatamente all’Inps mediante accredito diretto, da parte dello stesso Ministero, sul conto corrente di Tesoreria centrale della Direzione generale. L’Inps effettuerà i pagamenti nei limiti delle risorse finanziarie anticipate». Attenzione a queste ultime paroline: dicono chiaramente che se l'Inps non riceve i soldi prima, semplicemente non paga le indennità agli stagisti. Significa che l'Inps non si accolla la responsabilità di anticipare.
Consultando i report periodici presenti sul sito nazionale di Garanzia Giovani, si può conoscere anche l'ammontare delle risorse destinate all'attuazione dei tirocini extracurriculari: si va dai 7 milioni di euro della Basilicata ai quasi 30 del Lazio. Si tratta complessivamente di centinaia di milioni di euro: in alcuni territori i tirocini di Garanzia Giovani sono ancora in fase di avvio, mentre in altri sono iniziati. I dati non mancano, gli accordi sono stati firmati anche a livello regionale, ma si tratta solo di un'apparente trasparenza. Nessuno degli enti interpellati da questa testata infatti, dall' ufficio stampa dell'Inps diretto da Marco Barbieri, alla direzione regionale competente del Ministero del lavoro guidata da Salvatore Pirrone, fino ai dirigenti regionali di Lazio, Basilicata, Sardegna ed Emilia Romagna, ha saputo rispondere con chiarezza ad alcune semplici domande sulla gestione della dotazione finanziaria destinata ai tirocini di Garanzia Giovani.
Fra i pochi che hanno provato a rispondere c'è Paola Cicognani, responsabile del settore lavoro della Regione Emilia Romagna: «Nella convenzione stipulata dall'Emilia Romagna nell'autunno 2014 è stabilito che il ministero del Lavoro trattiene i fondi che la nostra regione ha destinato ai tirocini, quasi 27 milioni di euro, per passarli direttamente all'Inps». Secondo la dirigente emiliana i motivi del ritardo nell'erogazione delle indennità per gli stagisti sarebbero «di ordine amministrativo: all'inizio di novembre, il mese in cui abbiamo attivato questa misura, la documentazione relativa all’85% dei tirocini autorizzati doveva essere rivista e di nuovo presentata, perché c'erano imprecisioni burocratiche, errori di natura formale che ci hanno fatto perdere un sacco di tempo. E non c’entravano i ragazzi, ma le aziende. Dopo qualche mese siamo all'85% di pratiche corrette e speriamo di aver abbassato notevolmente i ritardi. I ragazzi hanno pienamente ragione a lamentarsi e a esprimere la rabbia perché non riusciamo a dargli nemmeno quei 400 euro al mese».
Fra le regioni ritardatarie c'è anche la Basilicata. In accordo con sindacati e associazioni di categoria territoriali, essa ha sottoscritto una convenzione in cui si legge che il tirocinio «deve rappresentare la principale misura all’interno del piano di attuazione regionale Garanzia Giovani». Il dirigente del dipartimento delle politiche di Sviluppo Giandomenico Marchese, sui ritardi nell’erogazione dei compensi segnalati dai tirocinanti lucani, alla Repubblica degli Stagisti spiega: «Il trasferimento della dotazione finanziaria destinata ai tirocini dei ragazzi lucani avviene direttamente da parte del ministero del Lavoro all’Inps, per effetto della convezione sottoscritta anche dalla nostra regione. Siamo partiti alla fine di ottobre coi primi tirocini, cui abbiamo destinato 7 milioni di euro. Finora ne sono stati attivati 2mila e ci stiamo attivando per aumentare il budget destinato a questa misura. Mi risulta che qualche episodio si sia verificato alla fine di febbraio. Quando ho saputo che alcuni ragazzi aspettavano il compenso, ho chiamato il dottor Salvatore Pirrone [dirigente dell’Inps firmatario della convenzione con le Regioni relativa all’erogazione dei compensi per i tirocinanti di Garanzia Giovani, ndr] a Roma. Dopo 15 giorni l’Inps regionale mi ha comunicato che stavano finalmente procedendo. Se il problema si sta verificando di nuovo, invito i ragazzi a segnalarlo direttamente all’assessorato».
Agli inizi di maggio l’assessore al Lavoro della Sardegna Virginia Mura, sulla ritardata erogazione dei pagamenti, ha dichiarato che «la lungaggine burocratica è dipesa dalla rivisitazione delle linee guida a livello nazionale, che hanno richiesto una nuova convenzione tra Ministero, Regione e Inps. Con l'Agenzia del lavoro ci siamo mobilitati per trasmettere all'Inps i dati dei tirocinanti, e consentire di espletare le procedure per il pagamento». Anche sul sito regionale si legge che i ragazzi, in attesa da febbraio, potranno ricevere il loro compenso a partire da metà maggio. Sul gruppo Garanzia Giovani Sardegna molti confermano di aver ricevuto la comunicazione, ma continuano ad attendere i soldi, non certo nel clima di «entusiasmo e motivazione» auspicato dallo stesso assessore, che purtroppo - malgrado ripetuti tentativi via mail e telefono - la Repubblica degli Stagisti non è riuscita a raggiungere per un commento.
Sono arrivati i primi soldi anche agli stagisti che nel Lazio attendendevano da febbraio. Nel frattempo c'è anche una buona notizia: l'indennità per il tirocinio è stata aumentata a 500 euro mensili, con effetto retroattivo. A confermarlo è Marino Fardelli, consigliere regionale della Commissione Bilancio: «I compensi per i tirocinanti sono stati aumentati e saranno versati anche i conguagli relativi al quelle di chi già sta svolgendo il percorso formativo. Sui ritardi confermo che ci stiamo attivando per recuperare». La Regione Lazio ha scelto di destinare la maggior parte dei soldi a sua disposizione proprio per la misura del tirocinio extracurriculare, destinando a questa voce quasi 30 milioni euro, ma migliaia di ragazzi aspettano ancora i compensi dei mesi invernali. Maria Sole Gentili, 28enne della provincia di Rieti, è una dei 6500 tirocinanti della regione. Ha scelto di svolgere uno stage in uno studio di architettura e design; senza molto entusiasmo racconta alla Repubblica degli Stagisti di aver finalmente ricevuto i primi compensi: «Il 30 aprile sono arrivati i soldi di gennaio e febbraio, ormai non ci speravo più». Commenti simili piovono sul gruppo Garanzia “ma de che” Giovani Lazio.
La Repubblica degli stagisti ha tentato di contattare via mail e telefonicamente vari dirigenti laziali, tra cui il direttore della Direzione Regionale Lavoro Marco Noccioli, che il 5 maggio aveva dichiarato a Left: «A luglio abbiamo chiesto al ministero di girare i fondi destinati a tale scopo direttamente all’Inps. Il problema sta nel fatto che l’Europa non aveva mandato i fondi all’Italia per Garanzia Giovani, e quindi questi soldi li avrebbe dovuti anticipare il ministero che non aveva disponibilità liquida. Da qui i ritardi».
Da queste parole sembrerebbe quasi una novità - una sorpresa - che dovesse essere il ministero a dover stanziare in anticipo i fondi per Garanzia Giovani. Ma si sapeva fin dall'inizio che l'Ue avrebbe soltanto rimborsato e non anticipato - se non in minima parte - i soldi per il programma. Quindi rimane un mistero perché le regioni abbiano comunque avviato il programma, anche senza che ci fosse la copertura finanziaria.
Un altro strano silenzio è quello dell'Inps. Ha ricevuto questi soldi dal ministero o dalle Regioni? Se non li ha ricevuti, perché non lo dice chiaramente? Dirlo, peraltro, gli gioverebbe: perché i giovani potrebbero sapere che non è responsabilità sua, ma di altri, il ritardo nel pagamento delle indennità. O forse le cose non stanno così? Forse l'Inps i soldi li ha ricevuti, ma per qualche strano motivo ha preferito comunque ritardare le procedure di erogazione delle indennità a favore degli stagisti di Garanzia Giovani?
Questa poca trasparenza su chi debba mettere i soldi, chi li debba custodire, e quando debbano essere erogati, nonchè su di chi sia la responsabilità in caso di ritardi, è inaccettabile. E scoraggiante risulta l'opacità sul funzionamento della Garanzia Giovani. Certo però la Repubblica degli Stagisti non si stancherà di chiedere spiegazioni agli enti responsabili, a nome di quelle centinaia di migliaia di under 30 senza lavoro che da questo programma europeo contro la disoccupazione si aspettano chance concrete per il loro futuro, e non inceppi amministrativi e rimpalli stile scaricabarile.
Silvia Colangeli
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