In occasione dei bandi per i premi della Società italiana di Fisica, aperti fino a venerdì 25 giugno, la Repubblica degli Stagisti ha chiesto a Gabriele Galimberti [nella foto qui a destra], presidente di Laser Optronic, di raccontare perché la sua azienda finanzia ogni due anni un premio da 2mila euro e perché questo premio è intitolato a Sergio Panizza. Galimberti, monzese classe 1944, ha fondato Laser Optronic nel 1975 e da allora si occupa di ricerca scientifica avanzata nei campi della fisica, biologia e chimica.
Presidente, quando avete cominciato a finanziare un premio per fisici che si distinguono nei settori della optoelettronica e della fotonica?
Il riconoscimento, che allora si chiamava semplicemente «premio Laser Optronic», nacque alla fine degli anni Ottanta da un’idea generosa del compianto Sergio Panizza.
Chi era Panizza?
Un nostro collega, molto appassionato della materia che aveva studiato all’università di Milano: la fisica. Dopo aver lavorato in aziende del settore dell’elettro-ottica come CISE, dB e Valfivre, nel 1979 era approdato alla nostra società e ne era diventato consigliere di amministrazione. Il lavoro lo portava inevitabilmente a confrontarsi con costi e ricavi e, a volte, con aride questioni economiche. Ma ricordo che quando parlava con i suoi interlocutori dei prodotti o dei progetti di ricerca, scattava in lui quella scintilla che lo portava sempre un po’ oltre l’evidenza, con quel soffio di fantasia e di poesia che, in un modo o nell’altro, è dentro in tutti noi fisici e che spesso ci fa superare le difficoltà, pur di “andare oltre” con i nostri pensieri, la nostra immaginazione e la nostra creatività. Fu lui, tra l’altro, a inventarsi il premio.
E come gli venne l’idea?
Il suo ragionamento fu questo: se Laser Optronic trae vitalità dal rapporto con il mondo della ricerca della fisica, allora è giusto destinare una somma ogni anno a favore di ricercatori che si distinguano nel settore dell’ottica e della fotonica. E non siamo nemmeno noi a decidere chi vince: abbiamo delegato la scelta al consiglio di presidenza della Sif, perché sia a tutti gli effetti un riconoscimento slegato dal mercato. Siamo veramente orgogliosi di questa nostra decisione: tra i vincitori del premio vi sono i più bei nomi della fisica italiana.
Vuole ricordarli?
Con piacere. Nel 1989 Adriano Gozzini e Fortunato Tito Arecchi, nel 1990 Emanuele Rimini, nel 1991 Rodolfo Bonifacio e Luigi Lugiato. E poi, a partire del 1993, il premio è stato intitolato a Sergio Panizza [nella foto a sinistra].
Perché lui nel frattempo era mancato.
Sì, nel 1992, a soli 46 anni. Da quando il premio è intitolato a lui, lo hanno vinto nel 1993 Umberto Maria Grassano, Giuseppe Baldacchini e Mauro Tonelli, nel 1995 Massimo Inguscio, Franco Strumia e Paolo Minguzzi, nel 1997 Antonino Stella, nel 1999 Orazio Svelto, nel 2001 Luigi Moi, Ennio Arimondi e Renzo Altezza, nel 2003 Alessandro Tredicucci, nel 2005 Vittorio Degiorgio, nel 2007 Paolo Mazzoldi e Adalberto Balzarotti.
Tutti questi vincitori hanno in comune una cosa, sono professori.
Sì. Invece a partire dal 2009 la motivazione del premio si è rivolta solo ai giovani ricercatori. E il nostro primo vincitore giovane è stato, nel 2009, Marco Anni dell’università del Salento.
Ma se ora il premio è biennale, come mai quest’anno c’è un bando aperto?
Perchè si festeggia il 60° anniversario della scoperta del laser da parte di Theodore H. Maiman!
Eleonora Voltolina
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