Approfondiamo la questione dell’aspetto fiscale degli stage tornando a chiedere lumi a Maurizio Falcioni del Commercialista Telematico.
Quale documento fiscale deve rilasciare l’azienda allo stagista?
Il rapporto che si instaura tra il soggetto ospitante e soggetto ospitato nell'ambito di uno stage non costituisce rapporto di lavoro subordinato: quindi non esiste neanche un obbligo di emettere un «cedolino paga» per le somme corrisposte a titolo di «premio» o «rimborso spese». Il soggetto ospitante, al momento del pagamento delle somme allo stagista - mensilmente, trimestralmente o annualmente - provvederà alla compilazione di un qualsiasi prospetto a propria discrezione. L’importante è che presenti gli elementi fiscalmente obbligatori: i dati del soggetto ospitante, quelli dello stagista, le somme lorde, l’imposta, le detrazioni e le somme nette corrisposte. Entro la fine di febbraio dell’anno successivo il soggetto ospitante è obbligato a rilasciare allo stagista la certificazione delle ritenute effettuate.
Questo documento obbliga lo stagista a fare una dichiarazione dei redditi?
Le somme percepite a titolo di premi, sussidi o borse di studio vanno a determinare il reddito complessivo dello stagista. Devono essere sommate agli altri redditi posseduti e dichiarati nel mod. Unico o per il tramite del mod. 730. Nel caso - piuttosto usuale - in cui lo stagista percepisca, nell’arco di un anno, un compenso da un solo soggetto ospitante e non abbia altri redditi, non è obbligato alla presentazione della dichiarazione dei redditi. Ciò deriva dal fatto che avendo percepito unicamente somme dal soggetto ospitante - che per legge è un sostituto di imposta obbligato ad effettuare la ritenuta d’acconto - in sede di dichiarazione redditi l’imposta lorda, diminuita delle detrazioni per lavoro e delle ritenute subite, dovrebbe essere, salvo errori, pari a zero. Per legge, chi non è obbligato a tenere scritture contabili e ha una imposta netta che non supera 10,33 euro è esonerato dalla dichiarazione dei redditi.
Anche gli stagisti più fortunati, quelli che percepiscono magari un rimborso spese di mille euro al mese, non dovranno pagare le tasse?
Se ricevono un rimborso spese di mille euro netti, vuol dire che su quella somma l’azienda ospitante ha già trattenuto il 23% di Irpef. Facciamo l’esempio in maniera analitica. Uno stagista che prende mille euro netti al mese percepisce per uno stage di un anno, in tutto, 13.730 euro lordi. Su quella cifra grava una quota Irpef pari al 23%, quindi 3.157,90 euro. L’azienda, in qualità di sostituto d’imposta, bilancia questa quota con le detrazioni spettanti ai sensi dell’art. 13 del TUIR, che ammontano a 1.428,36: questa cifra va sottratta alla quota Irpef, e la fa diminuire a 1.729,54 euro. Ecco quindi che viene fuori il valore netto del rimborso spese percepito dallo stagista: 13.730,00 meno 1729,54 fa esattamente 12.000,46. A questo importo poi andranno dedotte le addizionali regionali (fino ad un max del 1,4%) e comunali, che variano, nella percentuale, da regione a regione oltre che da comune a comune di residenza. Su questa cifra percepita lo stagista non dovrà pagare più nulla, perché tutti i suoi oneri fiscali saranno già stati assolti dall’ospitante.
Intervista di Eleonora Voltolina
Per saperne di più su questo argomento, vedi anche l'articolo «Rimborso spese per lo stage: bisogna pagarci le tasse? Risponde un commercialista "telematico"»
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