Un figlio con un rimborso spese da stagista è fiscalmente a carico dei genitori? Tempi di dichiarazione dei redditi e il quesito appare più volte sul forum della Repubblica degli Stagisti, postato da madri alle prese con il 730. «Nel 2014 mio figlio ha svolto un tirocinio non curricolare promosso dalla regione Toscana percependo un rimborso spese mensile di 600 euro. Dovendo presentare il 730 nessuno mi ha saputo dire se è ancora fiscalmente a carico oppure no» racconta ad esempio Pierina. E ancora, chiede un'altra mamma: «Mio figlio è uno stagista con un rimborso spese di 1000 euro al mese. Nel mio cedolino ho diritto a percepire le detrazioni per figlio a carico?». Per rispondere questa testata ha interpellato la Fondazione nazionale dei commercialisti. Da cui arriva innanzi tutto una precisazione sull'inquadramento fiscale delle indennità per gli stagisti: «In linea di massima le borse di studio rappresentano redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente, ed in quanto tali sono tassate come una normale retribuzione, sebbene non lo sia». Nessuna differenza dunque rispetto a una normale busta paga dal punto di vista fiscale.
La prima domanda riguarda invece la soglia di reddito sotto la quale i giovani si considerano a carico dei genitori e in generale gli altri requisiti richiesti. «Contrariamente a quanto molti credono, nel nostro ordinamento non sono richiesti particolari requisiti affinché un figlio possa essere considerato fiscalmente a carico: è sufficiente che il reddito complessivo dell’anno 2014 sia uguale o inferiore a 2.840,51 euro» spiegano. Lo è pertanto «anche un figlio che abbia raggiunto la maggiore età, che abbia terminato gli studi, che non conviva con il contribuente o che sia addirittura residente all’estero». Nel caso della lettrice che si chiedeva se superando «i 2.840 euro annui si avesse diritto alle detrazioni per figli a carico» la risposta è dunque negativa. Non conta in tal senso il reddito complessivo familiare: «Il figlio può essere considerato fiscalmente a carico indipendentemente da quello. Rileva infatti esclusivamente il reddito complessivo del giovane» fanno sapere i commercialisti.
Per le detrazioni, nello specifico, funziona così: «Si tratta di agevolazioni 'teoriche' in quanto il loro importo è in funzione del reddito del contribuente e del numero di figli a carico: vanno a crescere nel caso in cui i figli siano di età inferiore ai tre anni, per i figli con disabilità o qualora i figli a carico siano più di tre». Dunque, nel caso delle famiglie con figli a carico, per il calcolo delle detrazioni va preso in considerazione il guadagno dei genitori. «Senza entrare nel merito della specifica formula matematica prevista per il calcolo, è possibile dire che la detrazione, teoricamente pari 950 euro per ciascun figlio di età superiore o uguale a tre anni, decresce all’aumentare del reddito del contribuente, fino ad azzerarsi nel caso in cui il reddito del genitore con unico figlio a carico sia superiore a 95mila euro».
Sciolto anche il dubbio se «indicare o meno il reddito del figlio nella dichiarazione dei redditi» come chiedono ancora sul forum. «Nella compilazione della dichiarazione dei redditi del genitore non dovrà essere indicato il reddito del figlio fiscalmente a carico». Anche se non è escluso che il guadagno percepito dal giovane possa avere qualche ripercussione per esempio «nel calcolo del reddito familiare ai fini dell’esenzione dal pagamento del ticket». E gli sgravi possono essere anche altri, come «nell'ipotesi delle spese d’istruzione o delle spese sanitarie», sempre che il figlio risulti ancora a carico.
Viene da chiedersi infine se sia in generale più conveniente che i figli restino a casa con i genitori o se convenga dal punto di vista della tassazione che vivano autonomamente. Ma una risposta univoca non c'è. Dipende dalle regolamentazioni degli enti locali. «Con riferimento alle imposte sugli immobili, non è possibile fare considerazioni di carattere generale, in quanto la disciplina è dettata dai singoli regolamenti comunali» fanno sapere dalla fondazione: «Tuttavia in molti comuni sono previste aliquote agevolate per gli immobili concessi in uso gratuito ai familiari», come nel caso «del comodato d'uso gratuito ai figli, oppure nel caso delle detrazioni per canoni di locazione sostenute da studenti universitari fuori sede».
Anche se poi, a ben guardare, andare a vivere da soli nella casa sfitta di mamma non è proprio la stessa cosa rispetto ad uscire di casa davvero, affittando una casa e pagandola con i propri soldi. Ma per riuscire a fare questo, i giovani italiani dovrebbero guadagnare dignitosamente: e la Repubblica degli Stagisti sa bene che nella maggior parte dei casi ciò non accade, e in troppi purtroppo restano intrappolati per anni tra stage con rimborsi spese bassissimi e lavori sottopagati.
Ilaria Mariotti
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