La legge 238/2010, ribattezzata «Controesodo», è stata pensata per riportare in Italia i giovani laureati fuggiti negli anni scorsi all'estero. Promossa inizialmente da due deputati del Partito democratico, Guglielmo Vaccaro e Alessia Mosca, e dall’associazione TrecentoSessanta, ha trovato strada facendo sostenitori anche nella maggioranza. Ha avuto un iter di poco meno di due anni - dal gennaio 2009, data in cui è stata presentata alla Camera la proposta di legge, al 30 dicembre 2010 quando la legge è stata finalmente promulgata - cui poi è seguito un ulteriore momento di stallo, per i primi sei mesi del 2011, in attesa dei decreti attuativi (che finalmente sono arrivati a giugno).
È strutturata in modo da rendere fiscalmente vantaggioso per i "cervelli in fuga" il ritorno in patria. Ecco tutto quello che c'è da sapere.
C'è un limite di età per partecipare?
Sì. Possono fare domanda solo coloro che sono nati a partire dal 1° gennaio 1969. Quindi sostanzialmente il progetto è dedicato a tutti coloro che hanno a oggi meno di 42 anni.
Controesodo è aperto a tutti gli "italians"?
No, solamente ai laureati (chi, essendolo, è andato all’estero a lavorare o specializzarsi e chi, invece, si è laureato fuori dall’Italia). Va bene però qualsiasi tipo di laurea, quindi anche triennale o "breve". Inoltre, i requisiti devono essere posseduti al 20 gennaio 2009. Quindi di fatto Controesodo si rivolge a tutti coloro che sono fuggiti all'estero prima del 2007.
Serve dimostrare di essere stati iscritti all'Aire, l'anagrafe degli italiani residenti all'estero?
La legge richiede la sola dimostrazione di aver avuto domicilio all'estero per oltre due anni. Il decreto attuativo, però, sembra dire esattamente il contrario. Sul punto è stata presentata un’interrogazione parlamentare e si è in attesa di chiarimenti ufficiali.
La cittadinanza italiana è un requisito indispensabile?
No. Oltre ai cittadini italiani possono fare domanda anche i cittadini degli altri 26 Paesi dell'Unione Europea, a patto che prima del 20 gennaio 2009 abbiano risieduto continuativamente per almeno due anni in Italia.
Possono fare domanda anche i dipendenti di enti pubblici?
Se si tratta di enti pubblici stranieri, la risposta è certamente sì. Se invece di enti pubblici italiani, non possono fruire dell’incentivo coloro che – in funzione di questo rapporto – hanno lavorato all’estero. Per esempio, non può usufruire di Controesodo il funzionario di un consolato o di una rappresentanza regionale in distaccamento presso una sede estera.
A quanto ammonta lo sgravio fiscale?
Gli uomini che rientreranno utilizzando Controesodo risparmieranno il 70% sulle tasse; le donne addirittura l'80%.
Come verrà calcolato?
Tecnicamente si tratta di un abbattimento del reddito imponibile ai fini dell'Irpef. Esempio: una RAL (retribuzione annua lorda) di 50mila euro, equivale più o meno a uno stipendio netto mensile di poco più di 2.400 euro (al netto di contributi previdenziali e imposte sul reddito). Il lavoratore a fine anno paga l'Irpef sui circa 45mila euro che sono il suo "reddito imponibile", andando a tirar fuori circa 14mila euro di tasse. Con Controesodo il suo reddito imponibile precipiterebbe a circa 9.000 nel caso delle donne e a 13.500 euro nel caso degli uomini, limitando quindi le tasse a un importo di 2-3mila euro [calcolo indicativo a mero titolo esemplificativo]
È una misura pensata solo per i lavoratori dipendenti?
No, anche per i lavoratori autonomi e per gli imprenditori.
Per quanti anni durerà la condizione di favore?
Per tre anni, fino al 31 dicembre 2013.
Sarà cumulabile con altre agevolazioni?
No con tutte. In particolare è espressamente indicato che non è cumulabile con gli aiuti a favore del rientro di docenti e ricercatori scientifici residenti all’estero (decreto legge 185/2008, art. 17) e con il credito di imposta per gli investimenti nelle aree svantaggiate del territorio nazionale (legge 296/2006 art. 1, commi da 271 a 279).
Per godere di questo trattamento bisognerà iscriversi a qualche lista?
No, basterà specificare al momento della dichiarazione dei redditi 2011 di rientrare in questa fascia.
C'è l'obbligo di spostare ufficialmente la propria residenza in Italia per godere dei vantaggi di Controesodo?
La legge stabilisce che i beneficiari trasferiscano domicilio e residenza in Italia entro tre mesi dall'assunzione o dall'avvio dell'attività.
C'è l'obbligo a restare obbligatoriamente per un certo periodo in Italia, per il fatto di avere usufruito del vantaggio fiscale derivante da Controesodo?
Sì, almeno cinque anni da quando si è goduta l'agevolazione fiscale. Questo paletto è stato posto per scoraggiare dall'utilizzare questa legge per tornare solo per un breve periodo, usufruire del vantaggio e poi ripartire immediatamente.
Cosa succede se si usa per uno o più anni Controesodo e poi si decide di ritrasferirsi all'estero prima che siano trascorsi i cinque anni?
Succede che l'Agenzia delle entrate fa i suoi calcoli e rimette in conto la quota di tasse non pagate più interessi e sanzioni.
A quanto ammontano questi interessi e sanzioni?
L’importo delle sanzioni e degli interessi varia considerevolmente in funzione della rapidità del pagamento una volta ricevuto l’atto di recupero del beneficio. Si va da pochi punti percentuali ad un valore addirittura superiore al beneficio fruito.
C'è un tetto retributivo?
Sì: il beneficio non può superare i 200mila euro nei tre anni; quindi, indicativamente, il reddito annuo agevolabile non può superare i 230mila euro l’anno per gli uomini e i 200mila euro l’anno per le donne (con un risparmio annuo di circa 65mila euro all'anno). Una volta superata questa soglia, la tassazione verrà applicata in maniera standard per l’eccedenza.
Anche le imprese che assumono i "rimpatriati" avranno vantaggi?
No. In una prima stesura della legge erano previsti sgravi fiscali anche per le imprese, ma nel testo finale approvato dal Parlamento a dicembre 2010 questa parte non compare.
[FAQ redatte con la gentile collaborazione di Amedeo Sacrestano, commercialista e consulente tecnico giuridico di Controesodo]
Per saperne di più su questo argomento:
- Al via Controesodo, lo scudo fiscale per il rientro dei talenti in Italia. La legge spiegata da uno degli ideatori
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