EY è una società di consulenza che occupa 190mila persone in 150 Paesi; in Italia dà lavoro a oltre 2mila persone, e dal febbraio di quest'anno fa parte dell'RdS network, il gruppo di aziende che abbraccia i valori della Repubblica degli Stagisti garantendo trasparenza nella gestione delle risorse umane e buone condizioni di stage e di primo lavoro ai giovani. L'azienda ha appena avviato la sua Business Game Competition del 2015, rivolta a studenti iscritti a lauree magistrali e a neolaureati delle aree dell’Economia e dell’Ingegneria. Si tratta di «un gioco di simulazione manageriale nel quale i team selezionati si sfidano nel mercato con l’obiettivo di diventare leader di mercato ed aumentare il valore della propria impresa». La Repubblica degli Stagisti ha chiesto a Valeria Leggio, da due anni nell'ufficio HR di EY con il ruolo di recruiter, di raccontare questa iniziativa.
Cos'è una Business game competition e perché un'azienda come EY sceglie di realizzarne una?
Il nostro business game dà la possibilità ai ragazzi che vi partecipano di mettersi alla prova nella gestione di un’azienda. Lo si fa in maniera dinamica e soprattutto virtuale nelle prime due fasi, che portano poi alla selezione dei dieci team finalisti, che discuteranno di persona la propria idea-progetto innovativo davanti ad una giuria di esperti.
L'EY Business Game 2015 prevede tre fasi, la prima è in corso in questi giorni. In cosa consiste?
La prima fase, aperta fino al 15 maggio, è lo Skill Game. I team si metteranno alla prova rispondendo a 24 domande a risposta multipla su vari ambiti, dalla conoscenza di temi e concetti legati al mondo dell’impresa al problem solving. Le domande hanno complessità variabile e ciascuna dà luogo ad un punteggio differente. Essendo ancora in corso i numeri di partecipazione cambiano continuamente: invitiamo quindi a formare la propria squadra e partecipare!
I migliori 200 team che avranno ottenuto il ranking più alto parteciperanno alla fase successiva, che sarebbe il business game vero e proprio. Come sarà strutturata questa fase?
Nella fase del Business Game i team selezionati dalla precedente si metteranno alla prova nella gestione ‘virtuale’ di un’azienda del settore food & wine. Ci saranno dieci gironi e quattri round di gioco, ognuno della durata di circa 5 giorni. Nei vari gironi le aziende ‘competeranno sul mercato’, ciascun team prenderà delle decisioni che avranno un impatto sull’azienda gestita e che porteranno, alla fine, a determinarne il valore. I dieci team che avranno gestito al meglio le proprie imprese raggiungendo il valore più alto, ossia i vincitori di ciascun girone, saranno invitati alla finale di Milano...
...Dove si sfideranno nell’elaborazione della Contest Idea. Cos'è?
I dieci team finalisti lavoreranno su un progetto innovativo, con il supporto di un mentor di EY, che seguirà il team fino alla finale. In quest’occasione i team presenteranno la propria idea con la modalità dell’elevator pitch: dovranno essere chiari, sintetici ed efficaci nel raccontare il proprio progetto, che sarà poi valutato dalla giuria, composta da persone di EY e da esterni.
Logisticamente, i dieci team finalisti dovranno passare un giorno a Milano: li rimborserete?
Il Business Game è aperto a partecipanti di tutta Italia e perciò ci è sembrato corretto prevedere un rimborso per i viaggi per chi arriva da città al di fuori della Lombardia. Presentando la relativa documentazione ci impegniamo a rimborsare fino a 150 euro. Tutti i dettagli in proposito sono riportati nella sezione Regolamento del sito.
Che premio si aggiudicherà il team vincente?
Il team vincitore avrà la possibilità di svolgere uno stage di tre mesi qui in EY. Dalla gestione di un’azienda virtuale possono passare al confronto con tematiche ‘reali’ affrontate dai team nelle nostre Service Line, e, perché no, trovare la propria strada professionale e costruire le basi della propria carriera.
Quali sono le caratteristiche e le competenze che riuscite a individuare, nei giovani, attraverso questo game?
Troviamo che il nostro Business Game ci possa aiutare a vedere nei partecipanti quello che vorremmo vedere nei nostri candidati: la capacità di lavorare in team, di collaborare per raggiungere il risultato, dimostrando di possedere competenze tecniche e conoscenze, ma anche problem solving e creatività, nonché la capacità di parlare in pubblico e presentare in maniera efficace un progetto.
Quest'anno avete deciso di dedicare il business game al tema Food & wine: l'avete fatto su ispirazione di Expo?
Confessiamo che ci siamo fatti ispirare da questo grandissimo evento! Nell’anno di Expo non potevamo non parlare del settore food & wine. Speriamo che i team finalisti ci stupiscano con la loro creatività.
Questa è la terza edizione della vostra Business Game Competition: quali sono i numeri delle precedenti?
Sì, è la terza edizione, ma è del tutto ‘nuova’ rispetto alle precedenti. Nella prima, infatti, avevamo coinvolto solo quattro università italiane, salite a dieci nella seconda edizione. Se i numeri dei partecipanti, proprio per questo, non sono comparabili, l’evolversi della platea di partecipanti fa capire che per noi è sempre più importante aprirci a tutti gli atenei italiani, lasciando che sia il talento dei ragazzi a fare la selezione.
Chi sono i ragazzi vincitori delle precedenti edizioni? Che progetti portavano e quali sono stati gli aspetti che hanno colpito la giuria?
Il team vincitore della prima edizione ha lavorato su un’idea innovativa nel mondo del digital. Si è trattato di un team tutto al femminile [nella foto a sinistra], che ha colpito, oltre che per l’idea, per la capacità di presentare in pubblico in maniera davvero efficace. I vincitori della seconda edizione hanno lavorato su un progetto green, di recupero dei fondi di caffè che ‘riprendevano vita’ diventando detergenti, scrub per la pelle… Questo team, oltre all’esperienza di stage in EY, ha avuto l’opportunità di partecipare all’International Interns Leadership Conference, che ospita circa 2mila intern di EY da tutto il mondo ad Orlando, Florida.
Qualcuno dei membri dei due team risultati vincenti nel 2013 e nel 2014, dopo lo stage premio, è per caso rimasto a lavorare in EY?
Sì, abbiamo quattro giovani colleghi che, al termine dello stage premio, hanno scelto di rimanere con noi e proseguire il proprio percorso professionale. Il loro talento li ha portati da noi come premio e siamo quindi molto contenti che abbiano voluto confermarci come luogo in cui continuare a coltivarlo.
Che consigli darebbe a qualche giovane interessato a prendere parte alla vostra EY Business Game 2015?
Il mio consiglio è: buttatevi e mettetevi alla prova! È veramente un’ottima occasione per capire cosa vuol dire gestire un’azienda, collaborare in un team e, nella migliore delle ipotesi, lavorare su un proprio progetto che potrebbe, chissà, essere poi effettivamente realizzato. È un’occasione per vedere da vicino il mondo del lavoro, mettendo le basi del proprio network professionale.
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