Doppia laurea, i dubbi dell'Unione degli Universitari: “La mentalità ipercompetitiva non fa bene”

Benedetta Mura

Benedetta Mura

Scritto il 06 Mag 2022 in Approfondimenti

alessandro fusacchia Doppia Laurea proposta di legge Unione degli universitari Università

Giovanni Sotgiu, coordinatore nazionale UduGli studenti universitari potranno conseguire due lauree in contemporanea, ma a che prezzo? Questa è la domanda che si pone Giovanni Sotgiu, coordinatore nazionale dell’Udu (Unione degli universitari) – associazione studentesca di stampo sindacale nata nel 1994, cui aderiscono ogni anno oltre 10mila ragazzi e ragazze. «È uno specchietto per le allodole. È l’università come struttura che dovrebbe rimodellare i propri percorsi e non gli studenti a dover riadattare le proprie carriere» dice Sotgiu.

La proposta di legge “Doppia laurea” è stata approvata in via definitiva in Senato lo scorso 6 aprile ed è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale il 28 aprile. Il testo a prima firma Alessandro Fusacchia ha ricevuto il sì unanime del Parlamento e a breve – quando sarà pronto il decreto attuativo del ministero dell’Università – potrà entrare in vigore. Un provvedimento storico che abbatte i muri e il divieto della doppia carriera accademica, imposto nel lontano 1933 con un decreto regio.

«Doppia laurea significa avere la libertà di scegliersi il proprio percorso. Di decidere quali studi fare, con quanto impegno, con quale velocità. Mescolando tra loro anche saperi molto diversi», ha detto Fusacchia alla Repubblica degli Stagisti. La flessibilità delle carriere universitarie e una nuova ondata di opportunità per gli studenti sono la base di questo disegno di legge che però, nonostante abbia messo d’accordo tutti quanti dentro le aule di Camera e Senato, non ha riscontrato il pieno parere positivo degli studenti, veri destinatari di questa legge. «Come associazione non abbiamo partecipato ad alcuna tavola rotonda per la discussione e realizzazione di questo provvedimento», racconta il coordinatore di Udu. «Abbiamo espresso un parere favorevole come Cnsu – Consiglio Nazionale Studenti Universitari – anche se con delle perplessità. I nostri dubbi sono legati alla fruizione del diritto allo studio e in particolare alla necessità di una maggiore chiarezza di strutturazione del provvedimento. Questa è stata l’unica occasione di raffronto istituzionale che abbiamo avuto».

Flessibilità è la parola d’ordine. Quella su cui Fusacchia fa maggiore affidamento, per rendere le carriere degli studenti sempre meno rigide e a contatto con saperi diversi tra loro. Per l’Udu «il provvedimento vuole dare maggiori opportunità ai ragazzi, focalizzandosi soprattutto sull’interdisciplinarietà della formazione e la possibilità di accelerare i percorsi universitari. Noi, però, pensiamo che la multidisciplinarietà non si raggiunga permettendo alle persone di ottenere due lauree in contemporanea ma semmai strutturando dei percorsi di formazione più flessibili, accessibili e non sempre più pesanti», spiega Sotgiu: «Questo provvedimento rischia di avallare una mentalità ipercompetitiva che non fa bene agli studenti sia dal punto di vista psicologico che dal punto di vista della formazione. Viene data l’impressione che all’università quello che conta è dare più esami possibili, nel minor tempo e con il voto più alto possibile». Concetti e aspetti della vita universitaria che l’Udu da sempre cerca di contrastare: «In questi mesi soprattutto stiamo lavorando tanto sulla salute mentale degli studenti. Il doversi laureare bene, con il massimo dei voti e in fretta non fa altro che alimentare una narrazione distorta della vita universitaria caratterizzata da una competizione sfrenata».

Ci si chiede anche come uno studente potrà destreggiarsi tra due corsi di laurea in contemporanea. Con un carico di studio doppio e un libretto degli esami più spesso. «Il provvedimento cambierà il mondo accademico in tanti modi», ha detto Fusacchia: «Ci saranno università incentivate a rivedere la loro offerta formativa e la ministra Maria Cristina Messa sta dando un’indicazione chiara agli atenei sulle classi di laurea, perché vengano ripensate e diventino meno rigide. Le università potranno poi siglare accordi tra loro per organizzare percorsi doppi da offrire come “pacchetto” agli studenti». Pacchetto che, però, non è stato definito nel testo del provvedimento. La norma al momento non dà riposte pratiche riguardo la sua applicazione e rimanda l’onere di stabilire questi aspetti organizzativi al decreto attuativo e ai singoli atenei.

Uno dei rischi che si corre è che questo provvedimento possa rivelarsi un’opportunità solo per una cerchia ristretta di studenti. «La legge così potrebbe dare agevolazioni alle cosiddette eccellenze, dando i mezzi di accelerare la formazione solo a pochi. Mentre gli altri studenti che seguiranno un solo corso vedranno aumentare ulteriormente il divario con i propri colleghi, alimentando ancora di più la logica della competizione all’interno dell’università», dichiara Sotgiu.

La palla ora passa alla ministra dell’Università, che previo parere positivo della Crui – Conferenza dei rettori delle università italiane – dovrà realizzare entro sei mesi dall’approvazione in Senato, quindi entro il 6 ottobre, un testo attuativo della legge. Un decreto che possa definire tutti gli aspetti pratici, organizzativi e gestionali all’interno degli atenei e soprattutto che possa dare tutte le risposte necessarie ai tanti dubbi sorti fin qui.


Benedetta Mura

Community