I miei genitori guadagnano più di me, fa uno. E l'altro risponde: e perché non se ne vanno a vivere da soli?
Basterebbe questa battuta a dimostrare che Arnald è un genio. Le sue vignette, apparse qualche anno fa su Diversamenteoccupati, sono fulminee e potenti, dissacranti ed eloquenti più di un articolone di tre pagine. Fino a ieri diluite nel blog, da oggi sono concentrate in un libriccino pubblicato da Guerini: 126 pagine imperdibili per sorridere amaramente o piangere ridacchiando, fate voi. Le armi di Arnald sono l'ironia e la sintesi, e il nostro le affila ogni mattina mentre si fa il caffè. Per raccontare il lavoro, e attraverso il lavoro l'Italia di oggi: disillusa, gerontocratica, sempre sull'orlo del collasso.
Tra una vignetta e l'altra, l'autore-artista scrive dei piccoli testi lapidari che ruotano tutti intorno alla figura ormai epica del precario: persone giovani e meno giovani che vivono «senza permessi, giorni di malattia, maternità, contributi per la pensione, straordinari e ferie pagate». Persone professionalmente handicappate: ed è da lì che viene quel neologismo, diversamenteoccupati, che fa il verso al politicamente corretto (ma un po' ipocrita) «diversamente abili».
Però adesso basta parole, lasciamo che parli una vignetta. Sullo stage.
La prima presentazione del libro è a Roma sabato 5 dicembre (in coincidenza con il No B. Day: sarà casuale?) alle 19 alla libreria Flexi in via Clementina 9, rione Monti. Tutti i diversamenteoccupati sono invitati a partecipare.
Eleonora Voltolina
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