«Fate stage in organismi internazionali, servono»: il consiglio di un ex stagista della Commissione Ue

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 06 Ago 2014 in Storie

C'è tempo fino al 29 agosto per candidarsi a uno degli stage offerti dalla Commissione europea. Un'ottima occasione per il curriculum e per il rimborso, di circa 1000 euro mensili, più altri benefit che l'istituzione riconosce. Danilo Samà, 30enne romano, ha raccontato alla Repubblica degli Stagisti la sua storia. E la passione per l'economia che lo ha portato in giro per il mondo.  

Classe 1984, sono cresciuto nella zona dei Castelli Romani. Conseguita la maturità scientifica, giunge il fatidico momento della scelta dell'università, che ricade sulla Luiss di Roma: un’opportunità prestigiosa per il futuro che mi avrebbe anche reso l'unico laureato della famiglia.
stage lavoroDurante la mia vita da pendolare, tra un vagone e l’altro cerco di capire se quella della facoltà di Economia sia stata la scelta giusta: a diciotto anni non è facile capire quale percorso intraprendere, a maggior ragione se prevede un investimento finanziario considerevole a carico dei propri genitori. Fino a quando, durante la laurea triennale, non rimango folgorato dalle lezioni di economia politica del professor Carlo Scognamiglio sul pensiero liberale e sulla politica della concorrenza. Per la laurea magistrale, invece, ho avuto la fortuna di ritrovarmi in casa uno dei pochi corsi di specializzazione italiani in concorrenza e regolamentazione diretto da un luminare della materia, Roberto Pardolesi.
Questi studi mi portano nel 2008 a un periodo di scambio, di sei mesi, finanziato con il progetto Erasmus, presso l’
Aarhus School of Business and Social Sciences in Danimarca (l’inglese, è inutile ribadirlo, si impara soltanto andando all’estero). Alle due lauree discusse rispettivamente nel 2006 e nel 2009, entrambi con lode, fanno seguito una collaborazione professionale di un anno tra il 2009 ed il 2010 come consulente economico presso il dipartimento antitrust di Pavia & Ansaldo, studio legale italiano di caratura internazionale, dal quale percepisco un salario netto di circa 1.000 euro; e l’iscrizione  (tra il 2010 e il 2011) a un dottorato di ricerca in analisi economica del diritto della concorrenza sempre presso la Luiss, nell’ambito del quale frequento un master itinerante con borsa di studio dell’Unione Europea (di poche centinaia di euro mensili) presso le università di Rotterdam nei Paesi Bassi, di Gand in Belgio e di Amburgo in Germania. Nel corso del dottorato di ricerca, tuttavia, avverto l’esigenza di ritornare sul campo professionale per meglio comprendere su quali tematiche concentrare l’attività di ricerca. Un’esperienza presso la Commissione Europea non poteva che essere occasione migliore.
Questa istituzione offre la possibilità di svolgere un traineeship presso una delle diverse direzioni generali di Bruxelles. Se consideriamo la Commissione Europea come il governo della Ue, allora le direzioni possono esserne reputate i ministeri. Da notare come i tempi che intercorrono tra la comunicazione dell’inserimento nella lista Blue Book alle interviste telefoniche siano pressocchè rapidissimi, ragion per cui conviene preparare per tempo, ancor prima della pubblicazione della lista, le mail da inviare ai funzionari, stilando un elenco di tutti gli uffici a cui si è interessati. Ai miei tempi, al momento dell’application, era prevista la possibilità di esprimere tre preferenze. Adesso invece solo una rispetto a una lista di tipologie di lavoro. Per questo suggerirerei di far capire nella domanda stessa per quale direzione generale si è in possesso di competenze adeguate.
In generale, la selezione è piuttosto serrata. La comunità italiana è una delle più consistenti, sia per via della ripartizione dei posti di lavoro nelle istituzioni europee su base proporzionale rispetto agli Stati membri, sia per i motivi che tutti conosciamo. Il livello di formazione dei trainees è particolarmente elevato, contraddistinto da un’educazione accademica in università prestigiose e da esperienze professionali in ambito internazionale. Il grant mensile, netto, è di circa 1.000 euro, somma più che sufficiente per vivere in una capitale europea come Bruxelles.
Il mio stage si è svolto tra il 2011 ed il 2012 nella direzione per la Concorrenza, ovvero l’autorità antitrust europea, nel campo degli aiuti stato. 
Il rapporto con i colleghi di lavoro è stato eccellente. Mostrato fin da subito il mio interesse a lavorare su casi in cui vi fosse esigenza di complesse analisi economiche, son stato chiamato in causa ogniqualvolta ve ne fosse la possibilità. Particolarmente formativa l’opportunità di essere quotidiamente in contatto con i membri dello Chief Economist Team. Proprio grazie alle continue conversazioni avute con economisti antitrust dalle esperienze significative sia in stage lavorocampo accademico che professionale, ho maturato la scelta di concentrare l’attività di ricerca verso tecniche econometriche e quantitative attraverso un visiting period di un anno presso la Toulouse School of Economics in Francia, che ho intrapreso subito dopo aver concluso lo stage in Commissione.
Concluso il dottorato di ricerca, attualmente sono alle prese con una serie di colloqui tra Bruxelles, Londra e Parigi per posizioni di competition economist presso autorità antitrust, centri di ricerca e società di consulenza economica specializzate in politica della concorrenza.
In generale mi sento di consigliare un'esperienza di tirocinio presso una qualsiasi istituzione europea, a condizione però che si abbia un interesse specifico verso una materia che si vuole approfondire per motivi di ricerca - perché si ha così modo di toccare con mano temi che in università rimangono astratti - o per scopi professionali, perché i datori di lavoro attivi in contesti internazionali la considerano spesso come un prerequisito. Quanto invece all’idea di intraprendere un dottorato di ricerca, il discorso è più complesso. A meno che non si desideri rimanere in accademia (oramai requesito imprescindibile), investire ulteriori tre o più anni di studio è una scelta che va valutata attentamente. Non tutti i tipi di lavoro richiedono una formazione teorica avanzata, spesso è preferibile anticipare l’esperienza pratica sul campo. Pertanto, la domanda che andrebbe rivolta a sé stessi è: 'Per quello che vorrei fare nella vita, è richiesto un dottorato di ricerca?'. In Italia un dottorato non viene valorizzato come all’estero, dove al contrario viene considerato come un lavoro a tutti gli effetti, a conclusione del quale è possibile già ricevere offerte di lavoro a tempo indeterminato. È però innegabile che più si trascorrono periodi all’estero, più se ne traggono benefici nel lungo termine. In altri termini e lontano da qualsiasi esterofilia, in definitiva quello che penso è che per rientrare c’è sempre tempo, ma non per partire.


Testo raccolto da Ilaria Mariotti 

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