Covid, le quattro priorità per gli stage: urgono interventi della politica

Scritto il 28 Apr 2020 in Approfondimenti

Coronavirus emergenza sostegno al reddito

L'emergenza Coronavirus sta dimostrando purtroppo, ancora una volta, che la categoria “ibrida” dei tirocinanti – non solo studenti, ma non ancora proprio lavoratori – viene ignorata dalla politica. La Repubblica degli Stagisti per invertire la rotta propone una piattaforma programmatica di quattro semplici punti per riportare l'attenzione su questa categoria, che coinvolge ogni anno almeno mezzo milione di persone: circa 350mila tirocini extracurricolari all'anno “censiti” dal ministero del Lavoro, più un numero indefinito – con tutta probabilità non inferiore a 200mila – di tirocini curricolari, svolti cioè all'interno di percorsi di studio formalmente riconosciuti come scuole professionali, corsi universitari, master.
Come già abbiamo scritto nelle scorse settimane, in tempi normali si possono fare distinzioni, valutazioni, si può cercare “l'ottimo” mettendo in attesa il “buono”. Ma i tempi sono eccezionali, e richiedono misure eccezionali. Va salvaguardata ad ogni costo, oggi, la  possibilità di essere attivi anche dentro casa e la possibilità di guadagnare qualcosa. Lo Stato deve aiutare il più possibile il sistema produttivo che sta in piedi da solo, agevolarlo, non ostacolarlo. Perché ogni posto di stage o di lavoro, ogni stipendio o indennità mensile erogati da un’azienda privata, significano per lo Stato un cittadino – a volte un’intera famiglia – in meno per cui provvedere. Una richiesta in meno di sussidio.
Chiediamo a tutti gli stagisti e a tutti coloro che si considerano attenti al tema dello stage di diffondere questo appello, se ne condividono i valori; e a tutte le persone impegnate in politica, dal consiglio comunale al parlamento, di attivarsi e fare qualcosa per realizzare qualcuno dei quattro punti.

1. Chiarire le tempistiche di ripresa dei tirocini. Decidere e comunicare con chiarezza quando i tirocini (sia curricolari sia extracurricolari) sospesi causa Covid potranno ricominciare. La condizione di incertezza è logorante per gli stagisti e anche per le aziende che li ospita(va)no. Bisogna dare certezze: le riattivazioni coincideranno con la progressiva riapertura delle attività? Il fatto che un ufficio o un negozio possano riaprire comporta automaticamente che anche i tirocinanti potranno riprendere il percorso? Oppure no? Ci vogliono risposte precise, per non lasciare nel limbo le decine di migliaia di persone sospese.

2. Sì ai tirocini da remoto. Permettere in tutta Italia la prosecuzione dei tirocini – sia extracurricolari sia curricolari – in modalità “smart”, da casa, per tutti quelli le cui mansioni siano compatibili con lo svolgimento da remoto. Vi sono tuttora alcune Regioni (Sardegna, Puglia, Calabria, Molise, Sicilia) che vietano questa possibilità, recando un grave danno a stagisti e soggetti ospitanti che sarebbero disponibili a proseguire con lo “smart internshipping”.

3. Sì all'avvio di nuovi tirocini. Autorizzare in tutta Italia l’avvio di nuovi tirocini, sia curricolari sia extracurricolari,  anche direttamente in modalità “smart”. Vi sono molte aziende che sarebbero intenzionate ad attivare tirocini e che non lo possono fare, in ragione di una chiusura delle Regioni in questo senso. Ma ogni tirocinio non attivato in questo momento è un’occasione mancata, per una persona, di poter avere una attività e un reddito (e dunque non aver bisogno di misure assistenziali di cui al punto 4) in questo periodo di lockdown: dunque il divieto di attivare nuovi tirocini risulta essere, oltre che insensato, anche autolesionista. Le famiglie italiane sono oggi sottoposte a una pressione senza precedenti. Per il 99% questo periodo sta significando la riduzione (o addirittura la cessazione) delle entrate abituali. Che lo Stato cerchi il più possibile di agevolare le famiglie è dunque il minimo. Se vi è la possibilità che una persona riceva dei soldi attraverso l’indennità di tirocinio, non è proprio questo il momento di dire di no e vietare.

4. Sostegno economico agli stagisti. Prevedere un sussidio a favore di tutti coloro che si sono visti interrompere o sospendere lo stage causa Coronavirus, e per i quali non è stato possibile proseguire lo stage da casa. Un sostegno economico è indispensabile e va approvato e reso disponibile il prima possibile, perché i soldi delle indennità hanno smesso di entrare nelle tasche degli Stagisti già dal mese di marzo, e dunque è adesso che serve il denaro per poter sopravvivere. (E se qualcuno dice che “tanto la maggior parte degli stagisti vive ancora coi genitori, e non ha bisogno di un reddito”, sbaglia. Vi sono decine di migliaia di stagisti “fuorisede”, o che comunque vivono da soli e devono pagare l’affitto; e comunque anche per quelli che vivono in casa è malsano pensare che siano sempre le famiglie a dover intervenire per mantenere figli e nipoti).
La nostra proposta è che il sussidio debba essere garantito per tutti coloro che stessero svolgendo un tirocinio di durata superiore alle 160 ore (un mese), indipendentemente dalla natura curricolare o extracurricolare del tirocinio.
Questa misura urgente e indispensabile può essere presa anche dalle singole Regioni (il primo esempio a fare da “apripista” è quello dell’Emilia Romagna), che possono destinare dei fondi per le persone impegnate in stage extracurricolari sul proprio territorio; tali misure potranno essere poi rese alternative oppure cumulabili con quella statale.

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