Si chiama servizio civile nazionale ma si può svolgere anche all’estero. E, da quest’anno, con un’opportunità in più: si potrà partire e mettersi in gioco in un altro Paese dell’Unione europea. Sono 50, infatti, i volontari che verranno selezionati per l’iniziativa sperimentale europea “International Volunteering Opportunities for All” (da cui l'acronimo: Ivo4All).
La scadenza, meglio dirlo subito, è molto stretta: le candidature si chiudono mercoledì 16 marzo alle ore 14. Ma in ballo c’è l’offerta per un’esperienza di formazione internazionale: sei mesi complessivi di servizio civile, di cui quattro effettivi all’estero e due di formazione in Italia per cimentarsi in vari settori della cittadinanza attiva, in un contesto europeo, coperti da una retribuzione mensile pari a 433,80 euro (che viene considerata un compenso a tutti gli effetti ai fini del reddito imponibile, con successiva possibilità di riscatto dei contributi), più un’indennità di 15 euro per ogni giorno di effettiva permanenza all’estero, il rimborso delle spese di viaggio e vitto e alloggio assicurati.
La possibilità di svolgere il servizio civile nazionale oltreconfine non è nuova, anche se forse poco conosciuta: nel 2014, stando ai dati del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale della Presidenza del Consiglio, sono partiti in 477 (su oltre 15mila volontari), verso tutti i continenti. La particolarità dell’iniziativa Ivo4All sta nel target a cui è rivolta: le candidature sono sì aperte a tutti i giovani tra i 18 e i 28 anni, ma hanno un occhio di riguardo per coloro che hanno minori opportunità sociali: «L’intento è di suscitare l’interesse per l’esperienza del servizio civile nei giovani che ad oggi non la considerano appetibile» spiega alla Repubblica degli Stagisti Patrizia De Bernardis, dirigente del Servizio Accreditamento e Progetti del Dipartimento della Gioventù e Servizio civile nazionale: «Spesso, ad esempio, chi sceglie il servizio civile ha una buona istruzione e buone conoscenze linguistiche. Questo progetto è sperimentale perché mette il focus sull’inclusione: per la prima volta vuole raggiungere e offrire un’opportunità a chi magari ha un livello di istruzione meno elevato, una conoscenza linguistica meno buona o si trova nella cosiddetta categoria dei Neet», gli under 30 non impegnati nello studio, né in esperienze di lavoro né di formazione.
L'opportunità è aperta a tutti i cittadini Ue e a quelli non comunitari regolarmente soggiornanti. I criteri di selezione, però, come specificato nell’allegato 7 del bando, prevedono l’attribuzione di un punteggio in più in presenza di alcune condizioni, comunque non obbligatorie, relative al livello di reddito (a seconda della certificazione Isee), alla residenza in una delle cosiddette Regioni a “obiettivo convergenza” e cioè Calabria, Campania, Puglia e Sicilia; e infine, l’iscrizione al programma Garanzia Giovani. «Abbiamo deciso di limitare l’esperienza a sei mesi e di mantenere le destinazioni all’interno dei confini europei» aggiunge De Bernardis «proprio per cercare di facilitare al massimo chi magari non è mai stato all’estero prima d’ora».
Espandere a livello europeo gli orizzonti del servizio civile è un concetto che piace agli Stati. Ivo4All parte ora come progetto europeo sperimentale dentro Erasmus+, con la Francia come capofila e Italia, Lituania, Lussemburgo e Regno Unito tra i partner. Ma sarà anche l'apripista ideale per un altro progetto più ambizioso, questa volta solo tra Italia e Francia. La firma l'hanno messa direttamente i presidenti Renzi e Hollande nel vertice di questi giorni a Venezia. La dichiarazione d'intenti darà il via alla definizione di un progetto pilota italo-francese per permettere a 100 giovani volontari tra italiani e francesi in servizio civile di effettuare un'esperienza di mobilità. Con la speranza, ha rimarcato Luigi Bobba, sottosegretario al lavoro con delega alle politiche giovanili, che diventi «un primo passo verso un sorta di Erasmus del Servizio civile».
Ma come funziona il progetto Ivo4All? I 50 posti messi a disposizione in Italia sono distribuiti in sei progetti di altrettante organizzazioni: “Mobilità senza frontiere” e “L’Europa siamo noi” delle Acli (rispettivamente 6 e 4 posti); “Europa Trasmontana” di Cesc Project (8 posti); “Young Action” di Amesci (16 posti); “NOI (Nuove Opportunità Internazionali)" della Provincia di Foggia (4 posti) e, infine, il progetto “GIVE (Giovani Volontari Internazionali in Europa – 2015)” di Focsiv (12 posti). La selezione viene effettuata sulla base di titoli (che attribuisce fino a 30 punti) e di un colloquio motivazionale attitudinale (altri 30 punti). La candidatura può essere inviata per un solo progetto e va indirizzata direttamente all’ente che promuove l’iniziativa, con tre modalità: via mail da un indirizzo di posta elettronica certificata, con i documenti allegati in pdf; a mezzo raccomandata a/r; oppure consegnata a mano. Non può candidarsi chi sta svolgendo o ha già svolto in passato il servizio civile nazionale, anche all’interno di Garanzia Giovani, o chi lo abbia interrotto prima della scadenza prevista. Escluso anche chi ha rapporti o collaborazioni lavorative con l’ente che realizza il progetto.
Tutta la documentazione è disponibile online, sul sito del Dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale: alla domanda (allegato 2) va allegata la fotocopia di un documento di identità e una scheda (allegato 3) con l’elenco dei titoli (di studio, di esperienze e tirocini) e requisiti (di reddito, residenza e/o inquadramento nel programma Garanzia Giovani) di cui si è in possesso. Titoli e requisiti devono essere poi presentati entro e non oltre il colloquio orale di selezione.
Il colloquio sarà svolto dall’ente a cui è stata inviata la candidatura e mira ad accertare le motivazioni alla partecipazione e l’interesse nel progetto, oltre ad approfondire studi ed esperienze lavorative e di volontariato del candidato, l’interesse nello svolgere esperienze all’estero, la conoscenza delle lingue straniere e le caratteristiche del nucleo familiare, cioè studi e reddito degli altri componenti della famiglia. Il punteggio minimo per essere ritenuti idonei è pari a 18/30. Sarà poi il Dipartimento Gioventù e Servizio civile a predisporre i contratti, sulla base delle graduatorie inviate dagli enti stessi.
La partenza dei volontari è fissata a partire dall’11 aprile prossimo, a seconda dei tempi di selezione e di inizio dei progetti. Ciò vuol dire che potrebbe essere possibile uno slittamento in avanti delle partenze. Una volta selezionato il gruppo di volontari, i quattro mesi all’estero saranno preceduti da una formazione pre-partenza in Italia, che comprende, come spiega il bando, «un periodo di formazione generale non inferiore a 30 ore, un corso di lingua straniera (inglese, francese, spagnolo o portoghese, a seconda del Paese dove si realizza il progetto) della durata di tre settimane che si svolgerà a Roma, e un periodo di formazione specifica inerente le attività previste nel progetto, da effettuare presso l’ente titolare del progetto prescelto». In questo modo «vogliamo seguire nel modo più completo possibile i ragazzi, che saranno divisi in piccoli gruppi e affiancati da un tutor», precisa De Bernardis.
Resta ferma l’intenzione di avvicinare al servizio europeo chi forse non ci avrebbe nemmeno mai pensato, favorendo così l’inclusione sociale: «L’obiettivo fondamentale del progetto» secondo il sottosegretario Bobba «è lo sviluppo di esperienze che consentano di ampliare la dimensione europea del servizio civile. L’analisi e la valutazione dei risultati ci consentiranno di comprendere quali siano i principali ostacoli ad una maggiore mobilità dei giovani con minori opportunità e, di conseguenza, di come favorirli, nell’accesso alle opportunità dell’Unione europea».
Maura Bertanzon
@maura07
Foto di copertina e prima immagine in alto a destra da: serviziocivile.provincia.foggia.it
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