Comune di Milano, quattro progetti dell'assessorato al Lavoro per donne e giovani

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 08 Lug 2024 in Notizie

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L’evento Best Stage organizzato dalla Repubblica degli Stagisti con il patrocinio del Comune di Milano è stato quest’anno anche l’occasione per analizzare quelli che sono i progetti attivi in città e dedicati ai giovani grazie alla partecipazione di Alessia Cappello, da due anni assessora allo Sviluppo economico e politiche per il lavoro, molto attenta alle politiche di coinvolgimento ed empowerment dei giovani milanesi. Cappello ha raccontato a Eleonora Voltolina, direttrice della Repubblica degli Stagisti, tutti i progetti al momento in corso in provincia che riguardano i giovani.  
 
«Stiamo portando avanti alcuni progetti che vedono attuazione per la prima volta in un contesto pubblico», esordisce l’assessora, «prendendo quello che di buono si fa in altri Paesi, come il job shadowing (ndr. un metodo di onboarding che consente di acquisire competenze e familiarizzare con un nuovo ambiente lavorativo). A volte ci sono delle cose ben fatte e basta anche solo copiarle, non serve sempre inventarsi chissà che cosa! E li abbiamo aperti alla popolazione, perché questo è quello che deve fare secondo me il pubblico: cercare di avere un impatto e di rendere le opportunità effettivamente possibili per una popolazione sempre più ampia». Progetti, quindi, a disposizione di chiunque sia domiciliato o residente nella città di Milano, anche nell’area metropolitana.  
 
Primo, il progetto Osserva lavoro, già in corso da un anno e aperto ai giovani della fascia 18-25 anni. «Diamo l'opportunità a ragazze e ragazzi che stanno facendo un percorso di studi professionale o universitario, ma anche ITS o corsi professionali o ultimo anno di scuole superiori di guardare da vicino, come se fossero delle ombre, manager o professionisti che stanno facendo esattamente il mestiere che loro sognano di fare», spiega l’assessora Cappello. Per partecipare non c’è nessuna selezione all’ingresso, basta iscriversi raccontando cosa si sta studiando e qual è il proprio mestiere dei sogni «qual è la professione a cui ambiscono, per fare il matching perfetto con il tutor», cioè la figura che andranno ad osservare. Tra una settimana, il 16 luglio, ci sarà un evento in cui si racconteranno gli esiti di questo percorso: un modo, dice l’assessora, per mostrare «l'impatto della politica che si fa».
 
C’è poi un altro progetto, “Mentorship Milano” che è interamente dedicato all’empowerment femminile. «Dati alla mano sappiamo che il divario di genere, soprattutto nel contesto lavorativo che abbiamo in Italia, è elevatissimo: dieci punti sotto la media europea. Milano in realtà è in linea con la media, ma se il resto d’Italia non va bene non possiamo essere contenti dei risultati locali. Da qui, però si possono costruire progetti che possono avere un impatto ed essere ripresi anche in altri comuni, come è avvenuto proprio per Mentorship Milano». Ad oggi il progetto è stato adottato a Napoli, Parma, Torino, Monza, Lecco. «L’idea è quella di dare a ragazze tra i 18 e i 30 anni, che stanno studiando o lavorando o sono ferme con dubbi su cosa fare, la possibilità di fare degli incontri singoli con donne che hanno fatto un percorso di carriera, e magari in quella professione sono in posizioni di vertice», spiega Cappello, «e di confrontarsi per capire tante cose di sé». Lo scambio di competenze e l’apprendimento non riguardano, peraltro, solo le partecipanti giovani: «non c'è un'età per cui si smette di imparare e si apprende sempre da entrambi i lati».

Come l'incontro tra generazioni possa produrre nuove idee e stimoli lo conferma, nell'incontro seguente, anche Alberta Pelino, Presidentessa della Young Ambassadors Society e Ceo di Fibi, start up a impatto sociale con l'obiettivo di contribuire a ridurre il financial gender gap tramite l'educazione finanziaria. «Sono proprio progetti di Mentorship come questo che possono aiutare. La crescita che ho avuto io e che ha avuto la mia start up, Yasha, è stata possibile grazie ai tanti mentori che ho avuto. E oggi sono felice di fare anche io da mentore».

 
Adesso, però, bisogna partire a tambur battente per diffondere la notizia della seconda edizione. «La prima ha avvicinato 550 ragazze, con le donne mentor che erano esattamente la metà per cui ogni mentor aveva due ragazze che affiancava in questo percorso. L’impatto è stato davvero importante, oltre l’86 per cento delle ragazze ha scoperto di avere delle competenze che non immaginava, il 63 per cento ci ha detto che ora si sente più libera di inseguire un sogno futuro, che prima teneva nel cassetto», snocciola l’assessora. Ora e fino a metà ottobre è aperto il bando per la seconda edizione, «latita un po’ la platea femminile di giovani ragazze. Perciò bisogna ricordare a tutti che è possibile iscriversi!». Alessia Cappello invita a non lasciarsi frenare da stereotipi e pregiudizi che possono portare a esitare nel mettersi in gioco: «È necessario scardinare un limite che come donne ci auto-imponiamo su vari fronti: percorso stem, carriera, maternità. Bisogna mettersi in gioco, questo è il messaggio. Mandate la candidatura!». L’edizione è aperta a tutti, anche a chi ha già partecipato. Perché nella vita si possono avere tanti mentor.
 
C’è poi un altro progetto in fieri nella città di Milano, che è stato inventato alcuni anni fa dall’allora assessora Roberta Cocco, ex amministratrice delegata di Microsoft Italia: STEM in the City, «un bellissimo progetto che oggi io raccolgo felicemente, perché è un tema cruciale». Il vero nodo è proprio quello delle fasce d’età a cui rivolgersi, perché «la tecnologia ha un cambiamento rapidissimo, quindi o siamo capaci di cavalcarlo o lo subiamo. E per cavalcarlo il target dovrebbe essere già nell’età della scuola elementare. Non sarà semplice, anche a causa della complessità dell’autonomia scolastica nel nostro Paese: è difficile riuscire a entrare nelle scuole e fare dei progetti di orientamento». L’idea è quella dunque di stringere nei prossimi mesi alleanze con presidi più innovativi delle scuole medie e superiori del territorio milanese per realizzare «in via sperimentale un anno di orientamento gestito con aziende o professionisti, che sono partner del nostro Patto per il lavoro comunale. Attraverso questi professionisti si può andare a raccontare un mestiere vero, una professione, raccontarla, trasmettere l’entusiasmo».
 
E poi c’è un progetto in fase di lancio che riguarda la genitorialità nei contesti professionali. «Nel nostro Paese, al secondo figlio il tasso di abbandono del lavoro da parte delle madri è elevatissimo», osserva l’assessora, neo mamma di una bimba e molto sensibile a questo tema. Anche qui l'idea è quella di farsi ispirare dai «tanti progetti bellissimi» che molte aziende realizzano, valorizzando queste best practices, «raccontando tutti gli aspetti positivi del fatto che si può continuare a lavorare pur essendo genitori, dividendosi i compiti». Il progetto sarà lanciato a breve, sarà gratuito e aperto a tutti senza limite, «sperando che partendo da Milano sia adottato in tutta Italia: perché poi il cambiamento lo vogliamo non solo per Milano, ma per il nostro Paese».  
 
Alessia Cappello lancia nel suo intervento all’evento della Repubblica degli Stagisti anche un messaggio alle più giovani: partire dall’idea «che non esistono limiti. Pensare da subito che si può raggiungere qualsiasi cosa si voglia nella vita, qualsiasi ruolo. Si può fare qualsiasi tipo di formazione, non c’è un limite di età, di genere, di posizione, non c’è un limite sociale. Se andiamo avanti convinti di questo e mettendoci in gioco nel nostro piccolo quotidiano e nel nostro agire, cambia totalmente l’approccio. C’è quella rivoluzione culturale che è necessaria. Si può fare rumore nel proprio piccolo, nella propria casa, credendoci noi stessi senza porci limiti, perché molto spesso nel contesto femminile il primo limite siamo noi. Poi certo, il cambiamento si fa insieme, e dipende ovviamente anche dalla società intorno a noi, che crea dei condizionamenti di cui spesso non ci rendiamo nemmeno conto. Si finisce per essere noi i nostri primi limiti, il nostro primo nemico. E invece no. Siamo il nostro primo alleato».


 Marianna Lepore

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