Basta tirocini gratis, ce lo chiede l'Europa: l'audizione di Eleonora Voltolina alla Camera dei deputati

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 26 Set 2024 in Notizie

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Questo il testo dell'audizione di ieri, mercoledì 25 settembre, di fronte alle Commissioni riunite VII (Cultura) e XI (Lavoro) della Camera dei deputati nell'ambito dell’esame congiunto della proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al miglioramento e alla garanzia del rispetto delle condizioni di lavoro dei tirocinanti e alla lotta ai rapporti di lavoro regolari camuffati da tirocini e della proposta di raccomandazione del Consiglio su un quadro di qualità rafforzato per i tirocini.


stage lavoro camera dei deputati Walter RizzettoVi ringrazio per avermi invitata ad approfondire il tema dei diritti degli stagisti. 
Le proposte di Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio e di Raccomandazione del Consiglio rese pubbliche dalla Commissione Europea sei mesi fa, a marzo 2024, sono due documenti in effetti importantissimi per i giovani europei che si affacciano al mondo del lavoro; sono il risultato di anni di lavoro dei "parlamentari difensori degli stagisti", cito tra tutti l’eurodeputato Brando Benifei.

Ora che è iniziata una nuova legislatura europea, l’iter di queste Direttiva e Raccomandazione sugli stage deve ricominciare ed essere portato a termine, in modo da ottenere due documenti ufficiali e, nel caso della Direttiva, far partire il noto “countdown” dei due anni a disposizione di ogni Stato membro per il recepimento.

Il piccolo problema, se vogliamo aprire e chiudere una parentesi, è che nel nuovo esecutivo europeo è scomparso il Commissario europeo per il Lavoro e i diritti sociali... il che ci pone un po' in ansia, ma possiamo pensare che a prendere queste deleghe sarà il commissario che dovrebbe, se confermato, occuparsi di “Equità intergenerazionale, gioventù, cultura e sport”, e cioè il maltese Glenn Micallef; oppure sarà la romena Roxana Minzatu, proposta da Ursula von der Leyen come commissaria alle “Persone, competenze e preparazione”.

Ma comunque, il countdown non è ancora cominciato, perché questa Direttiva non è ancora stata ufficialmente approvata. Ci vorranno quantomeno un paio d'anni prima che si arrivi a un testo definitivo e ufficiale della Direttiva e della Raccomandazione.

Ma comunque i testi che abbiamo a disposizione sono importantissimi. E voi potreste prenderli in mano e farne iniziativa legislativa.

Perché aspettare che l'Europa ci obblighi? Se anche voi, come spero, condividete i principi di equità espressi nella Direttiva e soprattutto nella Raccomandazione, avete un grande potere nelle vostre mani: potete già oggi cominciare a lavorare per migliorare la vita degli stagisti italiani.

Forse qualcuno tra voi già lo sa: l'Italia, che spesso è nota per arrivare ultima nel recepimento delle direttive europee e in generale nel “progresso” in campo legislativo, è invece uno dei primi Paesi al mondo dove i tirocinanti hanno visto riconosciuti dalla legge i loro diritti – anche grazie alla Repubblica degli Stagisti, che lavora per questo obiettivo da ormai quindici anni. Le leggi che in Italia hanno messo al bando i tirocini extracurricolari gratuiti – Regione per Regione, sotto il cappello delle Linee Guida della Conferenza Stato Regioni – risalgono ormai a 11-12 anni fa.

Esistono però ancora grandi criticità per gli stagisti, e infatti uno degli obiettivi focalizzati dalla proposta di Direttiva europea è combattere gli stage che mascherano in realtà lavoro dipendente, utilizzati dai datori di lavoro per risparmiare sul costo del personale. Nel testo sono indicati i fattori che aiutano a scovare i tirocini fittizi: dalla mancanza di progetto formativo alla durata eccessiva, dall’aspettativa di “performance” dello stagista alla richiesta di “stagisti con esperienza”, fino alla sproporzione tra numero di stagisti e numero di dipendenti.

eleonora voltolina stage lavoro audizione camera dei deputatiE poi c’è la criticità più grande, l’ingiustizia più grande: gli stage gratuiti.

Che in Italia per fortuna le Regioni hanno già vietato, quando si tratta di extracurricolari, che sono di loro competenza. Ma che lo Stato non ha ancora vietato, quando si tratta di curricolari, cioè di percorsi di formazione on the job svolti mentre si studia.

E qui entrate in gioco voi. Perché qui, in Parlamento, voi potreste rivedere la normativa sui tirocini curricolari. Che è appunto di competenza statale... quindi: vostra. Ed ha veramente bisogno di essere rivista, dato che la normativa vigente risale al 1998, e non è assolutamente più in grado di tutelare adeguatamente gli stagisti!

Io mi auguro che vogliate avviare un lavoro per riformare la normativa sui tirocini curricolari, dando anche a loro dei diritti, a cominciare da quello a ricevere un compenso.

L’importanza del compenso ai tirocinanti è scritta chiaramente nella Raccomandazione di cui stiamo parlando oggi.

«La mancanza di un'equa retribuzione e dell'accesso a una protezione sociale adeguata», cito, «costituiscono un ostacolo alla parità di accesso alle opportunità di tirocinio. In assenza di una fonte di reddito alternativa, i gruppi in situazioni di vulnerabilità tendono ad astenersi dall'intraprendere tirocini, in particolare quando la retribuzione è assente o bassa oppure quando si devono sostenere costi aggiuntivi, ad esempio per svolgere un tirocinio in una regione diversa o in un paese diverso».

E in un altro documento, questa volta ufficiale – l'allegato 2 alla Risoluzione “Tirocini di qualità nell'Unione europea” approvata poco più di un anno fa, a giugno del 2023, dal Parlamento europeo – si legge che anche «i tirocinanti che effettuano tirocini finalizzati al conseguimento di titoli di istruzione dovrebbero avere accesso a un'adeguata compensazione». Quindi anche i curricolari! E viene specificato inoltre che in generale per tutti i tirocini dovrebbero essere previste per legge «condizioni di tirocinio dignitose, compreso l'importo della compensazione in linea con il costo della vita».

Insomma: anche se non è scritta nella proposta di Direttiva, è evidente che l'indicazione e l’intenzione dell'Europa è quella di superare la grande ingiustizia dei tirocini gratuiti. Infatti, all'indomani della pubblicazione delle proposte di Direttiva e di Raccomandazione, lo scorso marzo, quello che all'epoca era commissario europeo per il Lavoro e i diritti sociali, Nicolas Schmit, aveva scritto esplicitamente in un tweet che «nel recepire la Direttiva, gli Stati membri chiaramente dovrebbero vietare gli stage gratuiti»; e che questo divieto non aveva potuto trovare spazio nel testo della proposta di Direttiva perché legalmente alla Commissione non era possibile vietare esplicitamente gli stage gratuiti, per questioni di competenza normativa.

Al momento esiste già, qui alla Camera, una proposta di legge per rivedere la normativa sui tirocini, depositata all'inizio della legislatura corrente, a novembre 2022, prima firmataria Chiara Gribaudo.

Ripartiamo da qui. Facciamo partire un'azione concreta per migliorare la vita dei tirocinanti italiani, e in particolare di quei circa 300-350mila tirocinanti, il cui numero preciso nemmeno è noto, che fanno il loro percorso di stage mentre studiano, per esempio mentre fanno l'università o un corso professionalizzante post diploma o post laurea.

Diamo a questi tirocinanti più diritti.

L'ultima volta che sono stata in audizione qui di fronte a questa Commissione, nel 2022, ho concluso il mio intervento con una domanda ai vostri predecessori. Ho chiesto: cui prodest? A chi giova che i tirocini curricolari continuino ad avere pochissime tutele e vincoli? A chi giova che gli studenti possano ancora continuare a fare stage gratis? Se la risposta non è “i giovani”, allora vuol dire che qualcosa non va.

Lancio lo stesso messaggio a voi, e un appello: che questa Commissione lavori per le giovani generazioni, per permettere loro di entrare nel mondo del lavoro in maniera dignitosa.

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