Aziende, non dimenticate i vostri stagisti: appello ai tempi del Coronavirus

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 12 Mar 2020 in Editoriali

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Gli stagisti stanno all’ultimo, ultimissimo gradino del mercato del lavoro. Sono l’ultima, ultimissima categoria. Quella che proprio non ha tutele. Non ha garanzie di reddito. Non ha garanzie di mantenimento del posto. Non ha garanzie di niente. Non è nemmeno una categoria di lavoratori, tecnicamente.

Già in una situazione normale questa estrema debolezza pesa: se così non fosse, una realtà come la nostra, una “Repubblica degli Stagisti” non esisterebbe. Ma in una situazione di emergenza, questa debolezza diventa ancor più un macigno.

Oggi l’appello della Repubblica degli Stagisti alle aziende – e per quanto possibile anche agli enti pubblici, e a tutti i “soggetti ospitanti” – è quello di non dimenticare gli stagisti.

L’emergenza Coronavirus sta chiudendo (quasi) tutti in casa, e da oggi anche una larga porzione di esercizi commerciali – negozi, bar, ristoranti – dovrà restare chiusa, unendosi alle attività che comportavano grandi assemblamenti di persone – cinema, teatri, palestre, musei, luoghi di culto – già chiusi da giorni.

stage lavoro indennitàContemporaneamente molte aziende stanno proseguendo la propria attività lavorando in smart-working, ma non dappertutto lo smart-working può essere declinato anche come smart-internshipping: vi sono casi in cui gli stage sono stati sospesi “di default” da provvedimenti universitari (alcune università hanno sospeso d’ufficio tutti i tirocini curricolari) oppure da ordinanze regionali (la Regione Toscana ha fatto lo stesso con tutti i tirocini anche extracurricolari).

Ma gli stagisti che non possono proseguire la propria attività da remoto, che faranno? Come affronteranno le spese? Dovranno come al solito andare a bussare (virtualmente, s’intende, dato che di questi tempi ognuno se ne resta a casa sua) alla porta dei propri genitori o nonni chiedendo un sostegno economico?

Noi chiediamo alle aziende di non dimenticare gli stagisti e le loro esigenze. In queste settimane – che potranno essere tre o forse anche di più – in cui molti stage sono sospesi, la vita continua a scorrere. Chi oggi è stagista ed è chiuso in casa e forzatamente inattivo non smette, per il fatto che esiste il Coronavirus, di avere bisogno di denaro per l’affitto, per mangiare, per tutte le spese quotidiane non sopprimibili.

Se non l’importo pieno dell’indennità di tirocinio, le aziende – almeno quelle con le spalle più larghe, quelle con i conti più solidi – potrebbero prevedere di continuare a erogare almeno una parte dell’indennità. Un importo ridotto, certo, ma che comunque aiuterebbe gli stagisti a tirare avanti, non li lascerebbe dall’oggi al domani completamente privi di entrate.

Aziende, se potete permettervelo, pensateci. Ci potrebbe essere bisogno di qualche aggiustamento creativo a livello burocratico, per poter erogare una somma a uno stagista tecnicamente “sospeso”. Ma siamo ragionevolmente certi che in qualche modo si potrebbe fare. E sarebbe un grande gesto di responsabilità e di cura verso i vostri stagisti, un grande segnale di solidarietà all’esterno.

Eleonora Voltolina

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