L’Ocse ha appena pubblicato l’edizione 2015 dell’Employment Outlook. Andamento congiunturale del mercato del lavoro, relazione fra domanda e offerta delle competenze, impatto della loro distribuzione delle stesse sulla disuguaglianza: questi i principali focus del rapporto, che permettono fare luce sui problemi strutturali del mercato del lavoro italiano e sulle sue possibili cure. Ad esempio, che la disoccupazione nel nostro Paese sia aumentata sensibilmente dal 2007. Siamo il quarto paese peggiore fra quelli Ocse, in buona compagnia degli altri PIIGS. A differenza di Spagna, Irlanda e Portogallo, il nostro mercato del lavoro è, però, fermo. Cosa che è vera soprattutto per i giovani. La cosa più grave, tuttavia, è che - come fa notare l’Ocse, giustamente - gran parte dei lavori distrutti nella recessione, che come spesso capita è un laboratorio di “igiene economica” brutale, non ritornerà facilmente nei paesi avanzati. I posti di lavoro persi per esempio nella manifattura, checché vi diranno gli esperti del “back to manufacturing”, non riappariranno per magia...
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