La Commissione Europea offre 1.800 posti per stagisti europei laureati in ogni disciplina, con un buon rimborso spese: circa 1200 euro mensili, pubblicando ogni anno due bandi. Le candidature sono aperte fino a sabato 31 agosto; per chi verrà selezionato l'avvio dello stage è previsto per marzo 2020. Alessia Maghella, 29 anni, ha partecipato al progetto da marzo a luglio 2019 e ha raccontato alla Repubblica degli Stagisti la sua esperienza.
Sono nata nel 1990 e risiedo a Lonato del Garda in provincia di Brescia, un piccolo paese a pochi chilometri dal lago di Garda. Percependo fin da subito la necessità di varcare i confini locali, mi iscrivo all’università di Trieste, Scienze Internazionali e Diplomatiche. Dopo la laurea trascorro l’estate del 2013 a Londra e riesco ad essere ammessa a tre corsi di laurea specialistica in Inghilterra. Nonostante alcune sofferenze familiari, la volontà di continuare la mia formazione è più forte di ogni difficoltà. Il mio sogno di studiare all'estero deve attendere ma conseguo la laurea magistrale nonché MA in Human Rights & Multi-level Governance a Padova nell’ottobre 2017 discutendo una tesi sulla governance della sicurezza in Europa. Non solo, ma per rafforzare la mia istruzione, frequento vari corsi extra-curriculari a La Valletta, Vienna, Bruxelles, Venezia.
La mia è una scelta di carriera totalmente diversa da quella imprenditoriale della mia famiglia. Vorrei continuare ad impegnarmi in ambito europeo e testimoniare la volontà di noi giovani donne nel settore politico-diplomatico, dove la presenza maschile è ancora preponderante.
Il piano di studio in specialistica prevedeva uno stage obbligatorio di tre mesi. Nel 2015 decido di inviare la mia candidatura all’Ambasciata d'Italia a Malta, dove mi prendono nonostante all’epoca non fossero ancora attivate le convenzioni per il programma Maeci-Crui. Nel corso dello stage mi occupo prevalentemente di attività commerciale, collaborando con gli imprenditori italiani desiderosi di conoscere il mercato di Malta.
È stata una delle esperienze più formative ed entusiasmanti della mia vita. In occasione della Festa del 2 giugno, in particolare, non solo sono stata l’esponente dell’Ambasciata per tutte le questioni di grafica e sponsorizzazione, ma ho potuto partecipare alla selezione degli sponsor, ossia delle aziende italiane che avevano appena avviato la loro attività sull’isola di Malta investendo nel Made in Italy, diventando così per loro il riferimento principale per gli eventi. Ricevevo un rimborso spese mensile di circa 300 euro lordi che non ha potuto garantirmi autonomia, anche perché l’affitto era di circa 400 euro. Se non fosse stato per l’aiuto dei genitori, nulla sarebbe stato possibile.
Fin dall’età di quindici anni ho cercato di mantenere il contatto col mondo del lavoro. La mia prima esperienza lavorativa è stato uno stage al liceo presso una struttura alberghiera a Sirmione. Da stagista sono diventata, in pochi mesi, l’unica addetta al ricevimento, gestendo tutte le prenotazioni e organizzando visite guidate nelle città più vicine. Successivamente, mi sono dedicata alla laurea triennale ma la pulsione alla creatività e, se si vuole, allo spirito imprenditoriale innato, mi hanno spinto a collaborare nel settore marketing e social media dell’azienda di famiglia, una piccola torrefazione di caffè.
A Padova, grazie ad un corso internazionale e con professori di respiro europeo ho iniziato ad interessarmi alle opportunità per lavorare nelle istituzioni europee. Non ancora terminata la specialistica ho iniziato la lunga procedura della candidatura per il Blue Book. Non è stato facile.
Dopo la laurea nel 2017, quasi per sfizio, invio la mia candidatura in risposta ad un annuncio per il Partito Popolare Europeo a Bruxelles ricevendo un’ottima offerta. Nel frattempo avevo però già completato la seconda application per il Blue Book. Voltata la pagina PPE, continuo la selezione per il Blue Book prendendo, ora lo posso dire, una delle decisioni più giuste della mia vita.
In quel periodo stavo attivamente cercando lavoro mandando almeno una trentina di cv a settimana. Ma non ottenevo risposte soddisfacenti: solo un'offerta da una multinazionale americana con distaccamento a Bergamo. Un giorno finalmente l’addetto stampa, nonché vice-capo della Rappresentanza della Commissione Europea a Milano, con il quale avevo sostenuto il giorno prima un colloquio telefonico, mi conferma che il mio profilo era stato opzionato. Era il periodo natalizio e quella telefonata ha ripagato tutti i silenzi ricevuti agli invii del cv, le offese e le discriminazioni subite talvolta durante i colloqui.
Il mio stage non si è svolto a Bruxelles, ma a Milano, nel segretariato della Rappresentanza locale, in stretta collaborazione sia con l’organizzazione eventi sia con l’assistente del Capo Rappresentanza. Ho fatto la pendolare da Brescia: sveglia ogni mattina alle 5.30 mossa dal mio grande entusiasmo. Sono stata fin dall’inizio trattata come un vero e proprio membro dello staff, partecipando all’organizzazione di ogni evento che ha coinvolto la Rappresentanza da marzo a luglio 2019. Ho seguito la pianificazione delle strategie di comunicazione, delle campagne corporate, di eventi di portata nazionale come il Giro d’Italia, ho accompagnato commissari europei in visita in Italia ed ho organizzato un’intera missione collaborando ed organizzando l’intesa agenda del Commissario in missione con il ministero della Salute, la direzione generale di riferimento e il gabinetto del Commissario stesso. Di questa esperienza, in cui ti senti parte attiva di un’intera delegazione come un funzionario europeo ai primi step della sua carriera, non posso che sottolineare la soddisfazione e l’entusiasmo che mi hanno animata ogni giorno.
Fin dall’inizio ho instaurato un ottimo rapporto coi colleghi: mi sono sentita parte dello staff fino all’ultimo giorno del mio tirocinio. È un’esperienza che ripeterei mille altre volte e che consiglierei a tutti i candidati; anche se l’iter selettivo è molto lungo e talvolta la speranza cede il passo alla rassegnazione. Durante questi mesi ho potuto mettermi alla prova soprattutto per quanto riguarda la collaborazione con gli altri colleghi: ci sono momenti particolarmente intensi e carichi di lavoro ma ciò che ho imparato è che, nonostante le difficoltà, il dialogo e la comprensione tra colleghi devono sempre prevalere. Le rivalità esistono e sono all’ordine del giorno: rinunciare ad esse è una scelta personale. Ho potuto conoscere e confrontarmi quotidianamente anche con un mio collega tirocinante di Roma e questo ha aiutato a superare alcune difficoltà.
Questo tirocinio ha sicuramente contribuito a definire meglio i miei obiettivi sul futuro: lavorare nel settore della comunicazione istituzionale e continuare a contribuire alla organizzazione di eventi per conto di un’organizzazione europea. Per il momento non ho un contratto di lavoro ma cercherò di canalizzare i futuri studi e le domande di lavoro in ambito istituzionale.
Ho concretamente pensato di trasferirmi all’estero nel momento in cui ho mi sono candidata per il Blue Book. Ora i progetti e le aspettative per il futuro sono cambiati: la voglia di lavorare alla Commissione Europea è preponderante. Così come la maggior parte dei tirocinanti, il prossimo passo è quello di impegnarsi in questa direzione, eventualmente trasferendosi a Bruxelles.
Il tirocinio Blue Book permette di gestire le spese di alloggio e di affitto, in quanto il rimborso spese è di 1.196 euro salvo assicurazione medica e infortunio che vengono detratti dalla somma iniziale. L’unica nota dolente è la tassazione a cui sono sottoposte le borse di studio in Italia, mentre in Belgio le “living allowances” non lo sono. Questo non facilita la transizione verso il mondo del lavoro e basterebbe a giustificare la fuga di molti studenti e giovani spinti a cercare “qualcosa” che permetta di sperare di più.
La Repubblica degli Stagisti mi ha aiutato molto. Ho speso ore a leggere le varie testimonianze dei precedenti Bluebook trainee chiedendomi se avrei mai potuto avere la loro stessa opportunità. Non posso che ringraziare questa rete che mi ha permesso non solo di informarmi ma anche di sognare di vivere giorno le diverse e ammirevoli testimonianze lette.
Ai giovani dico che la resilienza è fondamentale. Per entrare in una istituzione bisogna sentirsi pronti, soprattutto mentalmente. L’Europa non è solo una realtà istituzionale, un progetto lontano, un palazzo a Bruxelles. L’Europa si crea ogni giorno nell’operato di ogni cittadino europeo. Prestare servizio, seppur per soli cinque mesi, in un’istituzione può dare molte soddisfazioni. È vero però che toglie anche molto: è un gioco di equilibrio e di assestamento quotidiano tra la propria vita privata e l’incarico assegnato che pretende attenzione, dedizione, convinzione e alti livelli di responsabilità, nonché di stress che bisogna imparare comunque a gestire. Cosa serve? Tanto coraggio, forza d’animo, caparbietà e curiosità; una solida motivazione e... una buona dose di umanità.
Testimonianza raccolta da Giulio Monga
Community